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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

“La Chiesa oggi? Handicappata e lebbrosa!”

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Dall’architetto Roberto Loggia, riceviamo e pubblichiamo 

No cari amici lettori, non si tratta di affermazioni dell’ultimo ateo anticlericale, bensì é uno dei massimi prelati contemporanei a definire la Chiesa di oggi in questo modo: Robert Sarah (nella foto) 79 anni, guineano, Arcivescovo e Cardinale, e dal 2021 Prefetto Emerito della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. La vicenda fa riferimento all’intervista fatta al Monsignore da Riccardo Cascioli, Direttore de “La Nuova Bussola Quotidiana”, lunedì scorso a Milano, in occasione della presentazione del suo libro “Dio esiste?

Il grido dell’uomo che chiede salvezza”. Cascioli, riferendosi evidentemente alla voce che si leva man mano ma con potenza nella Chiesa, secondo cui Papa Francesco non sarebbe (mai stato validamente eletto) Papa in ragione del fatto che Benedetto XVI volutamente non si sarebbe mai validamente dimesso, chiede al Cardinale: “Nella confusione che c’è oggi nella Chiesa molti fedeli, anche ben intenzionati, cominciano a reagire emotivamente e seguono improvvisati profeti di nuove chiese e dicono ‘il Papa non c’è’ o ‘Non c’è stato da tanto tempo’ e altre cose del genere. Cosa dire a queste persone?

Come richiamarle a quella che è la missione vera della Chiesa e all’unica vera Chiesa?”. Il Cardinale, a questa precisa domanda, anziché assicurare a chiare lettere che il Papa c’è e c’è da quando è stato eletto Papa Frrancesco nel 2013 – com’era stato implicitamente invitato a fare da Cascioli – del tutto inaspettatamente afferma: “Comunque anche se la Chiesa oggi è un pò handicappata, anche (se) la mia mamma è lebbrosa, non può lasciarla, devo rimanere con lei. Devo amarla. Uscire dalla Chiesa per pretendere di essere nella verità è una falsa scelta. Io chiedo alla gente di rimanere nella Chiesa, una sola Chiesa, quella di Gesù Cristo e ascoltare la Sua Parola. Gesù Cristo ha detto: ‘sarò con voi fino alla fine del mondo’. Dobbiamo seguire Cristo.

L’uomo è debole che sia Sacerdote, che sia Vescovo, che sia Cardinale, che sia Papa, è un uomo debole. Ma per fuggire da questa debolezza dobbiamo seguire Cristo che non tradisce nessuno. La Sua Parola rimane per sempre, anche uno iota non può essere cancellato. E dunque penso che l’unica parola che devo dire a questi che sono in disagio, non sanno più…di rimanere nella Chiesa, la Nostra Madre perché Cristo rimane dentro, perché ha detto ‘sono con voi sino alla fine del mondo’. I problemi ci sono sempre stati nella Chiesa, dall’inizio, e poi sono stati risolti. Dunque rimaniamo nella Chiesa, preghiamo soprattutto, preghiamo perché il Signore illumini la Sua Chiesa, che la Chiesa rimanga Lumen gentium, la Luce del mondo”. 

Sarah, invero sorprendentemente, non soltanto non pare smentire coloro i quali asseriscono che il Papa non c’è (e che verosimilmente Cascioli avrebbe voluto stigmatizzati) ma addirittura pare riconoscere la sussistenza del problema, comprendere il disagio di chi ha compreso ed invitarlo a rimanere nella Chiesa esercitando le virtù della pazienza e della fede in attesa della sua soluzione.

 Tra l’altro il Cardinale riconosce, sua sponte, l’esistenza di un grave male interno alla Chiesa (la lebbra) di cui Cascioli nemmeno aveva fatto menzione, visto che si era limitato a parlare di confusione ed aveva anzi indicato nella Chiesa attuale l’“unica vera Chiesa”. Questo messaggio pare essere affermato dal Cardinale con chiarezza e quindi chi ne esce sostanzialmente contraddetto, alla fine, pare essere proprio Cascioli e proprio in ordine al presupposto posto a fondamento della sua domanda (che il Papa ci sia).  Se le parole hanno un loro peso e questo peso, come si suol dire, è proporzionale alla caratura di chi le proferisce, gli aggettivi handicappata e lebbrosa, adoperati dal Cardinale nel descrivere la Chiesa contemporanea, devono avere un loro preciso significato; non possono essere il frutto di un errore o di una sconsideratezza e devono, per converso, contenere ed esprimere un significato più profondo di quello che estemporaneamente si può cogliere di primo acchito. 

Per comprendere in profondità non ci rimane quindi che consultare il vocabolario. Al termine handicappato sono attribuiti essenzialmente due significati: la prima accezione è quella di un soggetto che si trova in situazione di svantaggio competitivo rispetto ad altri e la seconda, invece, di un soggetto oggettivamente affetto da una menomazione fisica o psichica.  Nel nostro caso non può che trattarsi del secondo significato: il primo è difatti escluso per la semplice ragione che la Chiesa, per sua natura, non può essere ritenuta in competizione con nessuno. La Chiesa di oggi sarebbe quindi affetta da una menomazione; il suo Corpo difetterebbe di una qualche sua parte. Che sia appunto il Papa? L’ipotesi non è di certo peregrina e vista la strettissima connessione fra l’affermazione del Cardinale e la domanda da cui era essa scaturita, pare anzi essere quella più accreditata.

 E adesso veniamo al secondo aggettivo (lebbrosa). Il Treccani ci indica anche in questo caso due significati che possono, entrambi, riferirsi alle dichiarazioni di Sarah: persona malata (di lebbra) o, figurativamente, che per essersi macchiata di una colpa grave risulta invisa e quindi evitata da molti. In questo caso la comprensione però non è univoca in quanto si hanno due significati che possono ritenersi tutti e due pertinenti rispetto alle affermazioni di Sarah: ciascuno potrà quindi trarre la conclusione che riterrà più adeguata. Chi scrive ritiene che il Cardinale abbia voluto adoperare un termine così “forte”, e decisamente controtendenza, proprio per significare entrambe le accezioni: la colpa grave potrebbe consistere nei complotti che avrebbero portato a designare, seppur invalidamente, Bergoglio come Pontefice – e di cui, si rimarca, si cenna anche nel suo libro “El Sucesor” – e la malattia invece nell’effetto dell’operato di quest’ultimo come espressione di quella fronda non autenticamente evangelica operante all’interno della Chiesa di cui parlano alcuni e che potrebbe risultare riconoscibile, nel parlare del Cardinale, negli ’“uomini deboli” (compresi sacerdoti e prelati) che paiono essere indicati come causa del “problema”. “I problemi ci sono sempre stati nella Chiesa, dall’inizio, e poi sono stati risolti” assicura Sarah. 

Dobbiamo ritenere quindi che egli abbia riconosciuto l’esistenza del problema oggetto della domanda che gli era stata rivolta da Cascioli e quindi che oggi la Chiesa sia senza Papa? Dobbiamo forse pensare che alla base di tale anomalia ci sia un male (la lebbra) che oggi affligge la Chiesa? Senza voler trarre conclusioni di sorta e senza voler puntar il dito contro nessuno, tantomeno verso Papa Francesco, non possiamo però esimerci dall’osservare che rispetto alle affermazioni del Cardinale Sarah ed alla gravità del male a cui allude, urgerebbe chiarezza; quella “chiarità” che sarebbe dovuta al popolo di Dio ed alla stessa Chiesa come atto di Verità e Carità urgente e ora necessario alla sua salvezza (di lebbra si muore). 

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Il dramma dei dializzati, gli ascensori fuori uso e non c’è dialogo

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Da Antonio Ruvio riceviamo e pubblichiamo:

Dopo l’odissea degli spazi ridotti negli ospedali e parcheggi riservati inesistenti, il dramma dei dializzati all’ospedale di Gela: ho incontrato il Direttore Sanitario che dopo aver parlato delle problematiche dei parcheggi,ricordandogli che il cantiere dei lavori è in via Europa quindi l’area parcheggi  di via palazzi potrebbe tornare alla normalita’, mi da un  appuntamento  per vedere di risolvere il problema, ebbene non solo non si è presentato all’appuntamento ma non si fa piu trovare. Tutto questo è vergognoso ed inammissibile ! Ci sentiamo denigrati e  offesi poiché non si ha rispetto delle problematiche e nessuno vuole ascoltare la nostra voce . L’altra vergogna è che da qualche settimana gli ascensori sono fuori servizio, le donne in gravidanza  devono farsi 5 piani per le visite. Le finestre rotte che non puoi aprire perché rischi che pezzi di vetro ti vadano addosso.

Sappiamo che la gestione è politica e non sanitaria. Dunque cari politicanti sarebbe rispettoso nei confronti di tutti noi gelesi prendervi cura di ciò che abbiamo fortunatamente e non di lasciare tutto in rovina. Non siate complici di questo degrado!Perche’ la politica non interviene per mettere fine a questa vergogna? Perche’è complice di questo degrado.

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Assunzione proposta da Orsa: Impianti dice no

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Alla richiesta di assunzione della moglie dei dipendente del settore Igiene ambientale del sindacato O.R.S.A, risponde con tempestiva sollecitudine l’Amministratore unico di Impianti, ing. Giovanna Picone, con la nota che segue:

“Assumere la moglie dell’operaio sessantaduenne deceduto nei giorni scorsi, sarebbe un gesto di buon senso se non fosse che in una società pubblica certe scelte vanno fatte con determinati presupposti di natura legale.

Se da un punto di vista squisitamente umanitario sarebbe una soluzione che ci riempirebbe di orgoglio, non si può minimamente immaginare che l’azienda possa garantire posizioni di ricambio generazionale o di “eredità”occupazionale soprattutto quando le dolorose perdite dei nostri lavoratori riguardano personale prossimo alla quiescenza .

Il caso a cui si riferisce Caiola, è completamente diverso e ci ha consentito, previo parere legale e concertazione sindacale di assumere la moglie di un operatore di 38 anni al quale è stato riconosciuto l’infortunio in itinere a pochi mesi prima del passaggio con la nostra Società.

Sono casi particolari , spero unici, ma questo non può rappresentare un precedente e soprattutto non da alcun margine di manovra per situazioni legate a morti naturali o legate a condizioni di malattia. Pertanto mi scuso con la Sig.ra Nicosia per le false aspettative che l’articolo può avere generato e rinnovo la nostra vicinanza al suo dolore”.

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Direttore artistico: il Comitato Tecnico considera il bando opaco e arbitrario

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Ha provocato indignazione il bando per la ricerca di un direttore artistico in grado di organizzare i grandi eventi di Gela. Del resto gestire 300 mila euro non è cosa da poco. Inoltre circola insistentemente un nome evidentemente uscito dalle stanze dei bottoni. La solita vecchia storia che nessuno si aspettava da un’amministrazione che si è presentata come portatrice di cambiamento. Il comitato tecnico scientifico, ignorato per l’occasione, la prima peraltro, si esprime con una nota:

“Il sindaco di Terenziano Di Stefanio ha ancora un paio di ore per fare un passo indietro e ritirare la pubblicazione di un avviso per l’individuazione di un direttore artistico che scade oggi a mezzogiorno. La call per una figura che serve per interventi di promozione turistica, sportiva, cultura e marketing territoriale avvenuta lo scorso sabato Santo, da parte dell’amministrazione comunale di Gela ci ha lasciato sbigottiti e sorpresi. 

Sono arrivati 300 mila euro di fondi pubblici da usare fino a dicembre 2025 per organizzare eventi culturali. In casi come questo ci si aspetta un bando chiaro, con regole precise, criteri giusti e possibilità per tutti di partecipare in modo trasparente. Invece, questo bando è tutt’altro. Non ci sono criteri di selezione, non si sa chi valuterà i candidati e non si capisce neppure come avverrà un eventuale colloquio. In pratica, tutto è lasciato alla decisione dell’Amministrazione comunale, senza spiegazioni.

E c’è di più: il Comune si riserva perfino il diritto di non scegliere nessuno, se lo riterrà opportuno, ma senza dire come giudicherà le candidature. Un potere assoluto e incontestabile, in barba a ogni logica di trasparenza amministrativa. Apprendiamo che la Presidente della Commissione Cultura Sara Cavallo, assieme al suo gruppo politico di riferimento, si è già espressa sulla genuinità del bando chiedendo financo il ritiro dello stesso.

Ci saremmo aspettati che il Sindaco già ad inizio anno avesse con atto pubblico formalizzato il Comitato Tecnico Scientifico, convocato dallo stesso, lo scorso agosto al fine di creare una cabina di regia che desse supporto all’amministrazione nelle scelte culturali e promozionali della città. Invece, si prende atto che tale Comitato è stato completamente ignorato ed esautorato. Nessuno lo ha consultato, nessuno lo ha coinvolto. È come se non esistesse. Segnale che avevamo già avvertito a Natale 2024 nel quale gli eventi furono diretti e programmati da società limitrofe con risultati scadenti in termini di partecipazione e coinvolgimento, sia dello stesso cittadino gelese che di eventuali cittadini delle zone limitrofe.

E la storia rischia di ripetersi anche sulla nuova programmazione degli eventi per il 2025, anno di Agrigento Capitale della Cultura. Proprio quest’ultimo motivo aveva spinto il Sindaco alla convocazione e creazione di un Comitato tecnico scientifico, al fine di creare un organo ad hoc per massimizzare al meglio il collegamento tra eventi agrigentini e quelli gelesi, legando tutto alle origini storiche che accomunano le due Città.  Anche il Comitato, come già sottolineato dalla consigliera e Presidente della commissione Cultura Sara Cavallo, solleva il dubbio che questo bando sia una formalità di ciò che informalmente e arbitrariamente è già stato deciso. 

Ci chiediamo: è questa la trasparenza che intende attuare l’Amministrazione? Poche persone a decidere tutto, nessun controllo, nessun rispetto per chi lavora da anni sul territorio? Il Comitato chiede il ritiro di questo bando che scadrà tra poche ore e un incontro urgente con il Sindaco Terenziano Di Stefano. Chiediamo che si rispettino le regole, che si torni alla trasparenza e che si coinvolgano davvero i membri del Comitato tecnico scientifico dando dignità a tutte le realtà culturali della città. Solo così potremo costruire una vera cultura condivisa”.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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