Con il solenne Pontificale delle ore 11.00 – presieduto quest’anno da S.E.R.ma Mons. Michele Pennisi alla presenza delle autorità civili e militari si sono aperti i festeggiamenti dedication alla Madonna Immacolata. Alle 16 avra’ inizio solenne processione del venerato simulacro che torna a percorrere le strade della città dopo due anni di stop causati dal covid .
“Immacolata Concezione” vuol dire che la Madonna è stata concepita nel seno di sua madre, che la tradizione dice di essere Anna, senza macchia del peccato originale. Questo fin dal primo istante del suo concepimento, per cui non c’è stato nessun istante in cui Maria sia stata macchiata dal peccato originale. Il dogma dichiara quindi: “La beatissima Vergine Maria fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento” (Papa Pio IX, “Ineffablis Deus”, 8-12- 1854)
Si tratta di un dogma contestatissimo che è maturato nel tempo pur essendo già presente, fin dall’inizio dei primi secoli, nella coscienza popolare. Il dogma in principio è stato respinto da alcuni teologi, tra i quali ricordiamo Sant’Agostino e San Tommaso che non riuscivano a trovare una “compatibilità” tra il dogma dell’Immacolata Concezione e un altro dogma importantissimo: quello dell’universalità del peccato originale e della dottrina della Redenzione. San Paolo, che è forse nella Sacra Scrittura l’autore che più di tutti approfondisce la tematica del peccato originale, dichiara con una concisa espressione nell’epistola ai Romani, che “in Adamo tutti abbiamo peccato” ( cfr. Rm 5,12 ). Questo ultimo dogma quindi non ammette eccezioni, nemmeno quello di Maria Santissima. Ci troviamo di fronte ad un dogma che, anche all’interno del cattolicesimo, ha fatto fatica ad aprirsi una strada, soprattutto tra la “teologia dotta” a causa della difficoltà incontrata nell’armonizzare i due dogmi in contrasto. Si crearono quindi due schieramenti: da una parte vi erano i fedeli nella cui coscienza era ben radicato il dogma dell’Immacolata Concezione, che non vollero mai accettare l’idea che la Vergine Maria fosse stata, anche per un solo istante, sotto il dominio di satana; dall’altra troviamo una parte della teologia dotta che non sapeva come armonizzare il dogma della universalità del peccato originale con il dogma della Immacolata Concezione di Maria. A lungo andare la pietà popolare ha fatto da traino per la formulazione del dogma, anche grazie all’opera di teologi predicatori popolari, soprattutto dell’ordine francescano dei gesuiti. Ci troviamo di fronte ad un caso unico nella storia, per due motivi: innanzitutto per via della fede del popolo, che alla lunga ha avuto la meglio sulla teologia delle grandi Università del centro Europa; poi anche per il ruolo del magistero, che ha svolto un’azione straordinaria di moderazione e di guida. Vediamo come l’assistenza dello Spirito Santo abbia operato attraverso tutti i Papi: nessuno di loro ha mai espresso un’opinione maculatista, nessuno cioè ha mai detto che la Madonna è stata, anche per un solo istante, macchiata dal peccato originale. Non ci sono delle chiare espressioni nella Sacra Scrittura che avvalorino la tesi che Maria fosse stata concepita senza peccato originale. Il popolo cristiano, sin dall’inizio, non si è solo soffermato sui privilegi di Maria come colei che è stata chiamata a diventare Madre di Dio, ma ha sempre ritenuto che, proprio in virtù di questa maternità, doveva avere una preparazione spirituale adeguata, doveva avere un vertice irraggiungibile di santità. Leggendo il protovangelo di San Giacomo si evidenzia come già dalle prime comunità cristiane il popolo di Dio amava Maria. La fede popolare attribuisce alla Madonna epiteti come “tutta bella, tutta santa, intemerata, incolpata, più pura degli angeli…”, indice dell’alta concezione che c’è nella fede della gente semplice circa la santità altissima di colei che doveva diventare la Madre di Dio.
Sant’Agostino è stato il teologo per eccellenza del peccato originale e, come San Tommaso, non capiva come la Madonna potesse essere immacolata, data l’affermazione paolina sopra citata. Tuttavia Sant’Agostino era pastore d’anime e non un teologo di Università e per tanto aveva in mano il polso della gente e poi… era innamorato di Maria! Sant’Agostino dice che “la pietà popolare impone di riconoscere Maria senza peccato” ma sappiamo anche che egli ha una concezione del peccato originale ben precisa, e cioè universale: il peccato originale ingloba tutti e si comunica per generazione umana e fisica. E’ la cosiddetta teoria Agostiniana secondo la quale il peccato originale viene trasmesso dal padre e dalla madre nel rapporto sessuale a colui che è concepito. Essendo stata Maria concepita normalmente da Sant’Anna e San Gioacchino, Sant’Agostino ne concludeva che anche Maria Santissima era stata concepita nel peccato originale. Il Santo pur combattuto, approda ad un compromesso:egli dirà infatti che, nata nel peccato nel primo istante del suo concepimento, è stata rigenerata dalla grazia alla vita nuova nel secondo istante della sua vita. La gente sentiva che colei che avrebbe schiacciato la testa del serpente non poteva essere stata sotto la schiavitù del serpente nemmeno per un istante; il popolo cristiano non accetterà mai che la Madonna fosse stata concepita nel peccato originale anche solo per un istante.
Il popolo cristiano inizia a vivere il dogma non solo nella fede ma anche celebrando spontaneamente, in forma non universale, la festa dell’Immacolata Concezione. Dinanzi a predicatori che attestano che la Madonna è stata concepita nel peccato originale, il popolo cristiano reagisce rumoreggiando e anche cacciando con violenza dalle chiese i predicatori. Questa forte opposizione tra fede popolare e una parte della teologia dotta è durata per oltre un millennio e mezzo. Melchor Cano, uno dei massimi teologi del secondo millennio e commentatore di San Tommaso, con tono sprezzante dice:”Appena il volgo si sente affermare che la beata Vergine Maria ha contratto il peccato originale, subito esso si sente turbato, percosso, torturato!”. Assistiamo nel XVII secolo ad un fervore popolare: nascono molte confraternite dedicate all’Immacolata Concezione, istituti religiosi e persino dei conventi come quello fondato in Spagna dalla venerabile Maria di Gesù d’Agreda. Nel medesimo tempo il popolo dedica cappelle e altari al’Immacolata Concezione. Con il nascere degli ordini religiosi legati alla realtà popolari (dapprima i francescani e successivamente anche i gesuiti) le cose iniziarono ad evolversi. Quando i teologi assumevano la cattedra nelle Università teologiche in Spagna e in Italia, giuravano di essere fedeli alla Chiesa e di insegnare secondo la sua dottrina; facevano però anche un altro giuramento specifico: quello di difendere il dogma dell’Immacolata Concezione “fino al versamento del sangue”. Ciò avvenne nelle Università spagnole, prima fra tutte quella di Granada, e successivamente anche in quelle italiane. La predicazione dei padri francescani e alcuni catechismi come quelli di San Leonardo da Porto Maurizio, di Canisio, di Bellarmino e di Bossue, ebbero un grandissimo influsso nell’elaborazione di questo dogma e nell’approfondimento della pietà popolare e di alcuni catechismi che difendevano l’Immacolata Concezione. Ecco con quanta passione, vigore e forza questo dogma è stato difeso dal popolo e da una parte della teologia spagnola e italiana. Non mancarono alcune rivelazioni private come quelle di suor Mara di Gesù d’Agredia, di Santa Brigida, le apparizioni a Caterina Labourè alla quale nel 1830 la Vergine apparve, in seguito alle rivelazione si diffuse la “medaglia miracolosa” con l’immagine dell’Immacolata, cioè della “Concepita senza peccato”. Questa medaglia suscitò una intensa devozione e molti vescovi chiesero a Roma la definizione di quel dogma che ormai era nel cuore di quasi tutti i cristiani.La teologia ha svolto un ruolo molto importante per quanto riguarda la posizione dei termini del problema e per quanto riguarda la sua soluzione. Prima Sant’Agostino e poi San Tommaso, entrambi maculatisti, hanno avuto il merito di dire che avendo tutti peccato in Adamo, tutti siamo bisognosi di Redenzione. Egli ha affermato un dogma importantissimo nella Chiesa e cioè che tutti, anche la Madonna, sono bisognosi della Redenzione.
La soluzione dell’opposizione tra il dogma dell’Immacolata Concezione e quello della universalità del peccato originale si è cominciato a risolvere grazie all’intervento di un teologo del nono secolo, Pascasio Radberto e di Sant’Anselmo di Canterbury, i quali hanno elaborato il concetto di “pre-redenzione”: loro dicevano che è bensì vero il dogma dell’universalità della Redenzione, e cioè che tutti devono essere redenti da Cristo, così come è vero che si tratta di un dogma che non ammette nessuna eccezione, ma approdarono alla soluzione che, per quanto riguarda la Madonna, la Redenzione è stata applcata… prima ancora che ella nascesse! Quindi anche la Madonna è stata bisognosa della Redenzione, che le è stata applicata prima che nascesse affinché potesse essere concepita senza l’ombra del peccato originale. Pian piano un altro teologo, Eadmero e poi il francescano Duns Scoto, elaborarono il famoso “ argomento di convenienza ” nato da una sottile ma convincente soluzione: poiché la Madre del Figlio di Dio fosse veramente la più degna madre possibile, Dio poteva esimerla dal peccato originale, era conveniente che lo fosse, quindi Dio lo fece. Maria non è una eccezione alla Redenzione ma il caso della più perfetta e più efficace applicazione della Redenzione da parte di Gesù Cristo il quale ha applicato a Maria i suoi meriti prima ancora che nascesse.
Globalmente va affermato che il Magistero ha posto delle pietre miliari lungo il cammino di chiarificazione di tale dottrina. – Sisto IV (+1484) proibì a macolisti e immacolisti di accusarsi vicendevolmente di eresia e adottò ufficialmente per Roma la festa della concezione e ne approvò il nuovo formulario in cui era già chiaramente espresso il privilegio mariano. – Il concilio di Trento (1546), senza definire il dogma dell’Immacolata Concezione dichiarò, tuttavia di non voler includere Maria nel peccato originale. – Alessandro VII (1661) si dichiara favorevole all’Immacolata Concezione e vieta di attaccarla sotto qualunque forma. – Clemente XI (1708) contribuisce notevolmente a rafforzare la fede nell’Immacolata Concezione estendendone la festa alla Chiesa universale. Questi interventi magisteriali trovano il loro arrivo nella proclamazione del dogma da parte del beato Pio IX nel 1854. La formula della definizione è la seguente: “ Dichiariamo, pronunciamo e definiamo che la dottrina la quale ritiene che la beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare privilegio di Dio onnipotente ed in vista dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore del genere umano, sia stata preservata immune da ogni macchia della colpa originale, è rivelata da Dio e perciò da credersi fermamente e costantemente da tutti i fedeli ”. Possiamo notare che la definizione è elaborata in forma negativa. Non riguarda direttamente la santità di Maria, ne la sua preservazione dalla concupiscenza, ma unicamente la sua immunità dal peccato originale. La bolla suppone, ma non definisce che Maria è redenta da Cristo, limitandosi ad affermare la dipendenza assoluta da Lui. La pietà mariana immacolista svolse un ruolo efficace nella storia del dogma vincendo le difficoltà teologiche e contribuendo a determinare quel “ factum ecclesiae ”, cioè la realtà viva della prassi ecclesiale, cui si richiamerà Pio IX come al primo motivo della definizione storico-teologica alla fede attuale ealla tradizione viva della Chiesa docente e discente. Pio IX definendo l’Immacolata Concezione ritiene di “soddisfare ai piissimi desideri del mondo cattolico”, che recepisce con gioia la definizione dogmatica. Giustamente si ritiene che il sensus fidelium, per il fatto di essere un elemento costitutivo del sensus Ecclsiae, viene ad assumere un ruolo di fondamentale importanza nella definizione dell’Immacolata Concezione. A conclusione di questo punto, dobbiamo sottolineare che l’Immacolata Concezione non trova il suo luogo originario nella teologia, in quanto la sua intuizione o possesso vitale è dovuta al popolo cristiano, che come per istinto ha compreso come qualsiasi peccato fosse inconciliabile con la santità della Madre di Dio. Quindi dobbiamo imparare a stimare il popolo di Dio, fino ad affermare come S. Paolino: “Pendiamo dalla bocca di tutti i fedeli, perché in ognuno di essi soffia lo Spirito di Dio”. Dobbiamo prendere atto che esso indovina per istinto ciò che s’inerisce nell’orizzonte del cristianesimo, il quale non è anzitutto una dottrina ma una vita animata dallo Spirito in forza del battesimo. Si può parlare di un magistero popolare secondo la parola di Giovanni: “Ora voi avete l’unzione ricevuta dallo Spirito e tutti avete la scienza… e non avete bisogno che alcuno vi ammaestri ma la sua unzione vi insegna ogni cosa, è veritiera e non mentisce” (1 Gv 2,20.27). Il processo verso la definizione dogmatica ci insegna che chi sta con la Chiesa, popolo di Dio, sta con la verità, mentre, chi si apparta in uno splendido isolamento teologico rischia di sgarrare e di non capire il movimento della storia. Non solo, ma la definizione dell’Immacolata Concezione attira l’attenzione sulla natura della Chiesa, come comunità viva, guidata dallo Spirito di verità, che sviluppa la rivelazione biblica realizzando una crescita nella conoscenza del mistero. Il cristianesimo è vita, dono, presenza, esperienza, non un relitto del passato né una società inerte tutta preoccupata di conservare. Al contrario la Chiesa di Cristo si mostra tutta protesa a fruttificare.
L’8 dicembre 1854 quindi, Pio IX con la bolla Ineffabilis Deus proclamava la “donna vestita di sole” esente dal peccato originale, tutta pura, cioè Immacolata. Quattro anni dopo, le apparizioni a Lourdes furono una prodigiosa conferma del dogma che aveva proclamato la Vergine “tutta bella”, “piena di grazia” e priva d’ogni macchia del peccato originale. Una conferma che sembrò un ringraziamento per l’abbondanza di grazie che dal cuore dell’Immacolata piovvero sul’umanità. Alla fanciulla che domandava timidamente. “ Signora, volete avere la bontà di dirmi il vostro nome? ”, Maria rispose: “ Io sono l’Immacolata Concezione ”.
Il dogma dell’Immacolata Concezione afferma l’universale Redenzione di Cristo e che a Maria è stata applicata in un modo più perfetto che ad altri. Ma perché Dio ha fatto questo? L’ha fatto in vista della cooperazione di Maria alla nostra salvezza. Mettiamoci in sintonia anche con il Papa, oltre che con tanti autori spirituali, nello scoprire in Maria non soltanto privilegi ma anche la cooperazione personale di Maria Santissima alle grazie che ha ricevuto; lei infatti ha corrisposto in modo perfetto a queste grazie ricevute da Dio divenendo modello di corrispondenza alla grazia.
Grande entusiasmo e un’ondata di creatività hanno caratterizzato la prima edizione dell’evento “La scuola dei talenti”, svoltosi nel pomeriggio al plesso “Enrico Mattei” dell’istituto Comprensivo “Gela e Butera”. La manifestazione ha visto gli alunni delle scuole primaria e secondaria protagonisti di un emozionante spettacolo di canti, balli e saggi musicali, davanti a una giuria d’eccezione, composta da figure di spicco nel panorama culturale e istituzionale.
L’iniziativa, che ha preso vita grazie all’impegno di docenti e studenti, ha avuto l’obiettivo di valorizzare i talenti artistici degli alunni, dando loro l’opportunità di esibirsi in un contesto che ha celebrato la loro passione e creatività. Le performance, che hanno spaziato dalla musica alla danza alla recitazione , sono state preparate con dedizione dai ragazzi, che hanno mostrato grande entusiasmo e abilità davanti a un pubblico caloroso.
L’evento è stato presieduto da una giuria composta dall’assessore all’istruzione e vicesindaco Viviana Altamore, che ha elogiato il valore educativo e formativo dell’iniziativa. In giuria anche l’eclettica ballerina Giada Gentili, che ha apprezzato la grazia e l’energia dei numerosi balli, l’assessore allo sport, turismo e politiche giovanili Peppe Di Cristina che ha apprezzato l’impegno dei ragazzi ed il dirigente scolastico Rocco Trainiti, che ha manifestato grande orgoglio per i risultati raggiunti.
Nel corso dell’evento sono state consegnate targhe ad ex allievi della scuola che si sono distinti in ambito artistico e sportivo: Alessandra Cosenza, Giulia Scicolone, Giuseppe Ventura. Il dirigente Trainiti ha voluto sottolineare l’importanza di eventi come questo nella formazione degli studenti: «Questo evento rappresenta la concretezza del nostro impegno nell’educare i ragazzi non solo dal punto di vista scolastico, ma anche attraverso esperienze che li arricchiscono culturalmente e personalmente», ha dichiarato Rocco Trainiti.
Nella sua prima uscita a Gela, dopo il suo insediamento a Gela il 2 luglio scorso, il Procuratore Salvatore Vella ha accolto l’invito del Liceo Classico Eschilo diretto dal prof Maurizio Tedesco, ad un confronto con i liceali che nei mesi scorsi hanno letto e dibattuto in classe con don Giuseppe Fausciana sul libro “La forza del gruppo- L’etica come chiave del successo” .
E’ stato un dibattito molto intenso in cui, attraverso il dibattito, sono emersi i valori del dott. Vella come uomo e magistrato, la sua scelta per il futuro lavorativo compiuta a 16 anni in un terra sconvolta dagli omicidi di mafia, gli insegnamenti del nonno, la vita sotto scorta a trent’anni.Molto forte il messaggio lanciato dal magistrato ai liceali attraverso riferimenti ad episodi anche delicati della sua vita lavorativa ma anche con l’esempio della falange macedone dove ciascun soldato aveva uno scudo e copriva in parte il corpo del soldato vicino. E’ il metodo del gruppo, la sua forza per combattere la guerra.
< Fuori da qua – ha detto il Procuratore Vella- ai giovani c’è la guerra e nessuno vi regalerà nulla. Dovete armarmi con spade e scudi cioè studiare, leggere, farvi apprezzare per le vostre qualità. Fare le scelte giuste non quelle comode. Solo così potete entrare nei gruppi seri, quelli di gente che persegue gli stessi obiettivi e lì la leadership si conquista con l’esempio>. Saper fare gruppo, uscire dall’individualismo è la via che porta una comunità ad una crescita sana.
Anche in campo economico è importante costruire ambienti di lavoro sani e collaborativi, cosa non facile nella terra della mafia e del pizzo. Il capo della Procura di Gela crede nel valore dell’associazionismo antiracket, nel contributo che danno ma “spesso le associazioni vengono strumentalizzate e la provincia di Caltanissetta non fa eccezione. Ma bisogna reagire, denunciare. La magistratura vigila attentamente e lo Stato c’è>.
Un confronto serrato che ha visto gli studenti molto attenti e hanno più volte evidenziato con gli applausi, il loro gradimento verso un messaggio in cui la strada del successo è stata delineata con i sacrifici che comporta, la capacità di non scendere a compromessi, l’accettazione del fatto che scegliere la strada giusta porta anche a pagarne le conseguenze.
Molto soddisfatto don Fausciana per quanto emerso dal confronto e per gli importanti spunti di riflessione che ha fornito.
Palermo – Biglietti aerei a 400, perfino a 600 euro per i lavoratori che vogliono tornare a casa in occasione delle vacanze natalizie ma per alcuni, pochi in verità, è arrivato il Sicilia Express a 29.90 e in poche ore i biglietti sono andati sold out.
Numerosi cittadini si sono collegati per acquistare i biglietti ma il servizio non era attivo. Si è messo in moto solo del pomeriggio, su un sito diverso da quello annunciato.
E in serata la Regione ha annunciato un secondo convoglio.
Il Sicilia Express che partirà il 21 dicembre è andato già al completo nel giro di poche ore. In tanti hanno scelto questo mezzo per tornare nell’isola in occasione delle feste: il convoglio partirà da Torino e viaggerà per 22 ore.
Il Sicilia Express nasce in collaborazione con la Regione Siciliana e FS TTI per offrire ai siciliani fuori sede un’opportunità in più per tornare a casa durante le vacanze natalizie. Il 21 dicembre 2024, il treno speciale partirà da Torino e si potrà salire anche a Novara, Milano, Parma, Modena, Bologna, Firenze, Arezzo, Roma e Salerno, e giungerà, fino a Siracusa e Palermo. I prezzi sono convenienti. Il 5 gennaio, il treno tornera’ direzione Torino.
Sul Sicilia Express si viaggerà al massimo comfort, i posti sono comodi, spaziosi, un intero vagone è dedicato ai vostri bagagli e la carrozza BAR/ristorante è sempre aperta.
Un’esperienza di viaggio davvero speciale. Durante il viaggio, esperienze culturali e gastronomiche che celebrano l’autenticità della Sicilia e non mancherà la possibilità di assaporare i prodotti tipici della tradizione siciliana. Il Sicilia Express celebra la terra siciliana: salendo a bordo si partecipa ad una “festa itinerante”, un viaggio totalmente diverso dal solito, dove ogni fermata è un passo verso il calore della terra d’origine, ma anche un’occasione per condividere emozioni e convivialità con gli altri viaggiatori.
Quest’anno le festività e le vacanze natalizie cominciano già a bordo del treno turistico di FS TTI, un’autentica esperienza di viaggio che è anche turismo delle radici, del ritorno!I posti sono limitati, acquistate subito qui il biglietto per non perdere l’occasione di cominciare le feste natalizie in Sicilia in modo speciale.