Palermo – Via libera dalla Commissione Affari Istituzionali dell’Ars al Ddl sulle Province. Ne danno notizia i due componenti in quota Fratelli d’Italia, Giusi Savarino e Marco Intravaia: «L’iter prevede ora l’esame della Commissione Bilancio e poi dell’Aula ed è connesso all’atteso provvedimento con cui il governo nazionale cancellerà la riforma Delrio.
Finalmente sarà reintrodotto il voto diretto, restituendo ai cittadini la parola che era stata loro negata dalla nefasta abolizione delle Province voluta dal governo Crocetta all’insegna della demagogia e che ha comportato pure gravi ricadute sui servizi. In base alla norma approvata in Prima Commissione si dovrebbe andare al voto nella sessione ordinaria primaverile, dal 15 aprile al 30 giugno. Inoltre sono previsti collegi da 60 a 120 mila abitanti, in modo da garantire una notevole rappresentanza territoriale.
In aula riproporremo la figura del consigliere supplente. Monitoreremo l’applicazione del decreto assessoriale che disporrà maggiori competenze in tema di acque e rifiuti.
“Abbiamo dovuto sopperire all’incapacità del governo di attuare la legge sui Liberi Consorzi procedendo alle elezioni di secondo livello ed al trasferimento delle competenze. A questo punto il ritorno alle Province ed all’elezione diretta è l’unica strada percorribile, certamente meglio del caos in cui la maggioranza Musumeci ci ha fatto precipitare”. Così il capogruppo del Pd all’Ars Michele Catanzaro commenta il voto della prima commissione Affari Istituzionale che ha concluso oggi il primo iter del disegno di legge sul ritorno alle Province.
“All’inizio di questa legislatura il Pd ha presentato all’Ars un disegno di legge per l’istituzione delle Provincie. Una scelta determinata dalla necessità di colmare un vuoto riorganizzando il sistema degli enti locali in Sicilia e migliorando tutti quei servizi e quelle funzioni abbandonati in questi anni, dalla viabilità all’edilizia scolastica degli istituti superiori. In commissione abbiamo dato un contributo importante a partire dall’inserimento della doppia preferenza di genere. Adesso – conclude Catanzaro – speriamo che non ci siano ulteriori tentennamenti e che tutto questo non si trasformi nel solito slogan della maggioranza di governo