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Politica

Recovery plan e il governo smemorato

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Mentre a Roma il leader di Italia viva Matteo Renzo suona la campanella della crisi del governo Conte, a Gela il segretario provinciale Giuseppe Ventura mette in cattiva luce il governo Cinquestelle -PD con l’accusa di non aver avuto attenzione verso il territorio nisseno nel Recovery plan.Non è solo Italia viva a farlo stessa denuncia è arrivata ieri dal gruppo consiliare di Una Buona idea , il movimento del vicesindaco Terenziano Di Stefano .Ed ecco cosa lamenta Italia viva: “Dopo aver letto le 170 pagine del testo integrale del recovery plan- sostiene Ventura- ho potuto constatare, con grande rammarico, che più volte viene citata la parola Sud. Poche volte si parla di Sicilia e quando si parla di essa si fa riferimento soltanto ed esclusivamente alle città di Palermo, Catania e Messina, qualche intervento sull’Agrigentino e Augusta. Non si fa cenno della nostra città, della nostra provincia neppure del nostro comprensorio.
Niente di niente”
” E’ paradossale- continua il segretario provinciale di Italia viva – che i due ministri che appartengono a questa provincia il vice-ministro alle Infrastrutture Cancelleri e il ministro per il Sud Provenzano non siano riusciti a far inserire alcun intervento a favore della nostra provincia neppure nella missione che ha per oggetto le manutenzioni stradali e ferroviarie, viste le condizioni precarie delle nostre vie di collegamento.Mi auguro che PD e 5S possano spronare i lori ministri a fare di più per il territorio”

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Cafà (PeR):”il modello Gela è grottesco e il peggio deve ancora arrivare”

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“Non ho ben capito quale sarebbe il modello Gela contro le destre, se a Gela le destre già sono inciuciate nell’amministrazione comunale ed il modello Gela non è altro che la prosecuzione del modello Greco, cioè un Greco bis tutt’altro che velato che ha portato la città al dissesto. Sento parlare di modello esportabile e di inviti al Pd nazionale di prendere esempio da Gela. Ci viene da sorridere” – lo dice l’esponente del laboratorio politico PeR Paolo Cafà.

“A Gela, lo ricordo a futura memoria, – sottolinea l’avv Cafà -il sindaco civico destrorso, dai trascorsi autonomisti nell’Mpa di Raffaele Lombardo, già vicesindaco nella giunta Greco ed amministratore per quasi 4 anni, ha ottenuto l’investitura dal Pd e dal M5s, perché così era stato deciso a tavolino fin dalle sue dimissioni ed in odio a Donegani ed ad altri candidati più marcatamente di sinistra. La coalizione del sindaco vittorioso parte con 7 liste ed arriva solo con 3 a superare lo sbarramento del 5%, al ballottaggio non si allea con chi era più naturale, ma preferisce farlo sottobanco con il candidato sindaco di destra, con colui che si era autodefinito il “figlio del popolo”, vincendo facile e ripescando consiglieri comunali che al primo turno si erano piazzati fino al 6° posto, ciò per volontà condivisa di sedicenti leader i cui affini e parenti erano stati bocciati dagli elettori. Certo dal punto di vista degli interessi personali non c’è che dire, un bel modello visto che a governare sono tutti quelli piazzatisi nelle retrovie! Quindi caro compagno Totò d’Arma del Pci e caro Franco Di Dio del Pd che di questo modello volete essere protagonisti ed esportatori, modello che esclude la Sinistra Italiana e PeR, l’unica forza politica di sinistra che ha ottenuto il 6,17% e che per adesso non è in consiglio per le storture della legge elettorale ed anche per l’ostracismo della coalizione, il vostro modello è politicamente “grottesco” perché include la destra ed esclude la sinistra. Tutto quanto è testimoniato dalla messa al bando concertata in occasione della discussione sulla incompatibilità di una consigliere di destra, messa al bando provocata da infime logiche di squallido e personale potere di qualcuno che dietro le quinte, da ex deputato Ars, si muove ancora, come da sempre, come l’eterno burattinaio”.

“Ho voluto limitarmi a parlare dello schema improponibile perché spurio, ma se dovessi parlare del programma e della capacità di incidere di questo modello ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli ed il peggio deve ancora arrivare”- conclude.

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Caso royalties: Balbo accusa Zuccalà e lo invita a dimettersi

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Butera – Sulla vicenda dell’assegnazione delle royalties l’ex sindaco Filippo Balbo ritiene che il suo successore e sindaco in carica Giovanni Zuccalà debba dimettersi.

“Se sconfitta c’è stata nell’assegnazione delle royalties- dice- è da attribuire ad una amministrazione poco attenta, si potrebbe usare il termine incapace di programmare, ma limitiamoci al “poco attenta”! L’assegnazione delle royalties di Argo-Cassiopea sono un fatto recentissimo, quindi si vuole sperare che il Sindaco, o chi per lui, non tiri in ballo responsabilità della passata amministrazione, perché solo chi non è onesto intellettualmente può negare i risultati della passata amministrazione in termini di finanziamenti e occupazione, di cui, ancora, sta godendo l’attuale governo della città! Questo significa programmare, non certo quello cui si assiste da due anni ad oggi”.

“Ritornando alla questione – aggiunge- e mi rivolgo anche a chi ha sostenuto l’attuale Sindaco e l’attuale maggioranza, come Gino Vassallo, che io ritengo, al di là delle appartenenze politiche, un attento osservatore della politica in genere, non si tratta di andare a protestare presso le istituzioni regionali, cosa su cui tutti possiamo essere d’accordo, ma che non porterà alcun successo, non si tratta nemmeno di farsi fregare soldi di avvocati specialisti in diritto amministrativo, perché i decreti saranno sicuramente motivati. Ormai la frittata è fatta. Si tratta invece di riconoscere l’incompetenza, l’assenza di una visione politico amministrativa, la presenza di una classe dirigente inconsistente, impreparata a governare e che non ha autorevolezza nelle sedi politiche di vertice. Di tutto ciò le conseguenze le piangerà la comunità e il territorio, anche se basta un panino con salsiccia, finanche qualche altra trovata generosa verso questo o quell’altro, per offuscare l’attenzione dei cittadini!”.

“Tuttavia, non ci sono lacrime da versare, meglio ancora, chi ha voglia di piangere pianga prima di tutto se stesso/a! Se fossimo come il sindaco Giovanni Zuccalà e volessimo usare il suo stesso modello di linguaggio oggi chiunque potrebbe gridare che Zuccalà è contro i buteresi. Ma io non lo faccio, perché non sono come lui, come credo non lo farà alcuno, per paura o per vergogna, ognuno faccia il proprio esame di coscienza. Con questo decreto si materializza quello che alcuni, forse molti, non possono rinnegare: questa amministrazione delle salsicciate che piacciono a tutti, per carità, porterà Butera al tracollo, senza possibilità d’appello! Aspettiamo che il sindaco dimostri quello che sa fare, soprattutto sul versante politico amministrativo. Infine sono d’accordo col Sig Garufo quando asserisce: “almeno si faccia buon uso dei soldi delle royalties che assegneranno a Butera, per crescere ed essere produttivi, ricordando di essere attenti perché ci sono vincoli di uso, non certo per feste, festini e balletti”- conclude il dott.Balbo.

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Il “modello Gela” può essere attenzionato dalla politica regionale e nazionale”

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Apprezzamenti e condivisione per la conclusione della festa dell’Unità a Reggio Emilia con l’ intervento della Segretaria Schlein sono stati espressi da Francesco Di Dio, componente della Direzione Provinciale PD di Caltanissetta

La segretaria Dem ha fatto presente che l’alternativa a questo governo più a destra della storia repubblicana si costruisce sui contenuti, e non tanto su sigle e nomi. Ed a riguardo ne indica cinque: Sanità, Istituzione, Lavoro, Sviluppo Economico, Diritti sociali e civili.

“Il cosidetto Modello Gela premiato dal voto comunale a Gela, settima citta della Sicilia in termini abitativi, con una coalizione di forze politiche progressiste, riformiste, civiche, ha i presupposti per essere attenzionato dalla politica regionale ed anche nazionale” – sostiene Di Dio.

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