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Ugl denuncia pesanti ombre su vari aspetti dell’appalto di pulizia e chiama l’Asp alle sue responsabilità

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  L’ Ugl torna ad accendere i riflettori sull’appalto dell’Asp 2 per la pulizia e i servizi di ausiliarato dei presidi ospedalieri. E’ lì che c’è qualcosa che non è andata per il verso giusto. Com’è noto, dal 1° luglio scorso la Società Rekeep S.p.A. è subentrata in quell’appalto. Un appalto che, per l’Ugl, tende a ridimensionare i servizi di ausiliarato rispetto ai precedenti contratti gestiti da altre ditte appaltatrici, facendo notevolmente accrescere i servizi di pulizia. Tutto ciò sta comportando una diminuzione delle ore di prestazione umana nell’ambito dell’ausiliarato e un aumento delle ore di servizio nel settore afferente alle pulizie, circostanza che ha permesso alla Società appaltatrice, di variare le mansioni dei lavoratori seguendo dei criteri oggettivi formali, cui  l’ Ugl sconosce ancora i contenuti, seppur discussi nell’ultimo incontro e nonostante il sindacato abbia chiesto alla parte datoriale subentrante di fornire la pianta organica definitiva con i criteri applicati ad ogni singolo lavoratore. Solo così le scelte che si fanno sono trasparenti. Invece l’Ugl lamenta che, nel momento in cui i servizi sono stati avviati, si registrano delle discrepanze organizzative che penalizzano enormemente i lavoratori, che si vedono costretti ad essere sballottati di reparti in reparti durante i turni di servizio di ciascuno e senza la preventiva formazione che afferisce alla salvaguardia della loro salute e della loro sicurezza. Un esempio: durante il servizio si ha notizia che taluni lavoratori vengono assegnati a reparti di malattie infettive (reparti Covid) senza le adeguate misure precauzionali che promanano da una accurata e specifica formazione preventiva atta a scongiurare eventuali incidenti di percorso che potrebbero incidere sulla loro salute. L’ Ugl avverte:  qualora si registrerà un episodio increscioso in capo ad un dipendente assegnato a quei delicati e specifici servizi, si riterrà responsabile la Committente che avrebbe dovuto vigilare in tali ambiti, particolarmente delicati. Sarebbe inoltre necessario sapere se risulta al vero, che taluni lavoratori precedentemente impiegati nel servizio di pulizia o in altri settori, oggi stanno svolgendo attività di ausiliarato a seguito dell’avvicendamento imposto da Rekeep. <Se così fosse – si legge nella lettera inviata all’ Asp 2 -sarebbe per l’Ugl una beffa prodotta dalla Società appaltatrice che non passerebbe in silenzio, anche perché qualcuno dovrebbe spiegare qual è il senso compiuto dell’iniziativa, alla luce del fatto che il problema degli esuberi insiste tra gli ausiliari e non tra gli addetti alle pulizie che di fatto continuerebbero a svolgere la propria mansione>. Inoltre, l’ Ugl  ha potuto osservare che nonostante vi sia stata una riduzione delle ore nell’ambito del servizio di ausiliarato, i carichi di lavoro sono aumentati in modo esponenziale, circostanza che a parere dell’ Ugl – forse per opportunismo spicciolo – è stata  non considerata da Rekeep, al punto che già si registrano insofferenze tra le maestranze, situazione che potrebbe mutare in una forma di reazione non auspicabile. L’Ugl  sta valutando in sede legale se in tutta la vicenda che afferisce all’appalto di che trattasi, emerge l’ipotesi di “interposizione illecita di manodopera” poiché talune congiunture riportano a considerare il reato in forza dell’articolo 603-bis del Codice penale. In verità, si sta analizzando ciò che riporta la nota n. 77/2009 del Ministero del Lavoro, cui afferma che l’interposizione illecita di manodopera sussiste tutte le volte in cui l’appaltatore mette a disposizione del committente una mera prestazione lavorativa, riservandosi i compiti di gestione amministrativa del rapporto di lavoro, ma senza un effettivo esercizio dei poteri direttivi nei confronti dei lavoratori e senza una concreta organizzazione della prestazione lavorativa che risulti finalizzata ad un risultato produttivo autonomo.

L’Ugl  tramite il suo segretario generale Andrea Alario ritiene necessario che la Committente cioè l’ Asp2  si assuma le proprie dirette responsabilità, senza porre in essere le solite inutili scappatoie e si attivi affinché si ristabilisca l’ordine delle cose; non può l’ASP nel suo ordinamento giuridico determinare un appalto di comodo economico senza valutare il danno che lo stesso produce alla salute e alla sicurezza dei lavoratori e non può altresì rendersi aliena dalla conduzione speculativa dell’Appaltatrice. In realtà, ci si meraviglia del fatto che l’ASP abbia consentito l’inizio delle attività di appalto senza che la stessa abbia indetto per tempo una interlocuzione con le parti afferente all’avvio delle attività d’appalto e senza essersi premurata delle eventuali conseguenze che la modifica contrattuale avrebbe prodotto in termini di organizzazione del lavoro, nella considerazione che tale ripartenza comportava uno sconvolgimento totale delle professionalità che erano già maturate nel corso degli anni, ma che evidentemente poco ha importato alla Committente.  L’Ugl  coglie l’occasione per comunicare alla Rekeep, che il verbale di accordo già sottoscritto lo scorso 26 luglio con la scrivente è da ritenersi nullo in fatto e in diritto. Pertanto, il sindacato intende retrocedere a tutti gli effetti dall’inconsistente accordo, fintantoché non si riformuli tutto il contesto valutando i fatti reali alla luce dell’effettiva presa in carico dell’appalto.La nota sindacale si conclude con un annuncio : qualora sussistano ancora i contesti qui enucleati,  il sindacato non esiterà a proclamare lo stato di agitazione dei lavoratori ai sensi di legge

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Attualità

Greco risponde all’ing.Picone:ormai è scontro duro

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“Nel comunicato dell’amministratore di Impianti di vero c’è solo l’ammissione che il sindaco di Gela ha chiesto, con diverse note e comunicati stampa, interventi in grado di garantire il decoro urbano della città. Richiesta, questa, che trova fondamento e giustificazione del fatto che quella gestita dall’ingegner Picone, non è una azienda privata, ma una società pubblica in house providing, di cui il comune di Gela è socio di maggioranza”: lo dice il sindaco Lucio Greco in risposta all’ing Giovanna Picone. “Per quanto riguarda tutto il resto- dice il sindaco- si tratta invece di considerazioni ed esternazioni di natura politica, conseguenza dell’attacco diretto che l’on. Lombardo ha rivolto alla sua gestione. Gestione che lascia qualche ombra e di cui il sindaco e l’amministrazione comunale pretendono chiarezza. Lo stesso tenore del comunicato, per il linguaggio usato, per i toni inaccettabili e per le frasi utilizzate, lasciano perplessi e fanno trasparire un certo nervosismo. Posso anche capirla, perché ricevere un’attenzione così particolare da un esponente di primo piano della politica siciliana come il leader del MPA, desta preoccupazione e non fa dormire sonni tranquilli. Mi permetto di dare all’ing. Picone un consiglio: prenda coraggio e risponda, se ne è capace, all’On.le Lombardo. Ma sono sicuro che il mio consiglio non lo accetterà, perché, da buona conoscitrice di certe dinamiche, cercherà di muoversi seguendo quelle logiche tipiche del potere politico. Solo facendo chiarezza fino in fondo, si può giungere ad un chiarimento che, in ogni caso, dovrà essere sempre finalizzato al bene della città”

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Eni Rewind:sindacati proclamano stato di agitazione e 4 ore di sciopero l’8 aprile

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 Stato di agitazione  e un primo pacchetto di 4 ore di sciopero contro le scelte unilaterali di Eni Rewind e la mancata attuazione dell’accordo sottoscritto lo scorso anno:  lo hanno deciso le segreterie Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec, con le segreterie territoriali e la rappresentanza Rsu-Rlsa.   I segretari Rosario Catalano, Maurizio Castania, Lorena Di Cristina e Carmelo Tandurella hanno tenuto un’assemblea dei lavoratori e durante il dibattito è emerso che la società dell’Eni   applicano in maniera unilaterale azioni che caricano le strutture esistenti sia in termini di lavoro sia sul piano delle responsabilità oggettive.

In alcuni casi queste escono fuori dalle competenze dei profili contrattuali e si assiste a riorganizzazioni che eliminano posizioni lavorative che sono indispensabili per la conduzione dei processi in essere, come la riorganizzazione dei due reparti dell’impianto Itrap e dell’impianto Barriere, accorpando ed eliminando una figura di capo impianto. E’ stata pure eliminata la figura del coordinatore gruppo impianti con le responsabilità che  sono state attribuite ai capi impianti. Indice  puntato sull’Azienda perché in barba alle relazioni industriali e ai protocolli siglati e firmati a livello nazionale, agisce e mette in campo azioni senza minimamente prendere in considerazione la questione dei reintegri degli organici di tutti i reparti, distribuendo i carichi di lavoro agli addetti rimasti o mettendo in campo azioni di assunzione di consulenti per coprire le posizioni mancanti, che in tale contesto penalizzano le risorse già pronte e presenti sul territorio ad occuparle professionalmente.

Con l’impegno sottoscritto con l’accordo sindacale del 28 marzo dello scorso anno le organizzazioni sindacali avevano fatto sì che responsabilmente si permettesse di riorganizzare gli impianti in tempi celeri e allo stesso tempo formare le nuove mansioni per i lavoratori interessati da questo impatto, con sacrifici non indifferenti e parzialmente riconosciuti. Di contro non c’è stata da parte aziendale la disponibilità a mettere in atto, così come era indicato nell’accordo, le verifiche periodiche per un confronto necessario a sanare situazioni di criticità.  “Tutto questo non è avvenuto, adducendo motivazioni politiche, di concessioni e controversie contrattuali, tra Regione Sicilia e l’azienda, che nulla hanno a che fare con l’organizzazione e lo svolgimento dell’attività lavorativa” – si legge nel comunicato sindacale . Altro tema affrontato è la gestione dei vigili ausiliari di emergenze dove c’è carenza di personale e  chi è andato in pensione nonè stato sostituito  

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L’istituto “Romagnoli” e l’Arma dei Carabinieri celebrano la Giornata dell’Unità nazionale 

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Con un evento tenutosi questa mattina, l’istituto comprensivo “Romagnoli” e l’Arma dei Carabinieri, con il Reparto territoriale di Gela, hanno celebrato la Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera. Un momento importante soprattutto per i piccoli studenti, preceduto da un approfondimento sui temi che hanno caratterizzato l’iniziativa.

«La cittadinanza si esprime in simboli che la rendono visibile alle generazioni – ha spiegato il dirigente scolastico, Gianfranco Mancuso – e che  esprimono questo senso di appartenenza. Celebrare assieme all’Arma dei Carabinieri questa giornata è per la nostra scuola un modo significativo di trasmettere ai più piccoli questo senso di appartenenza, scoprendone i simboli di cui si compone».

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