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Vaccini anti Covid: Musumeci, 76 mila prenotazioni in 24 ore

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Circa 76 mila prenotazioni in poco più di 24 ore. Da ieri mattina, quando è stata avviata la campagna sul target over 80, si sono prenotate 76.041 persone: nove su dieci via web, il resto tramite call center.

Palermo, Catania e Messina sono le province in cui si è registrato il maggior numero di soggetti con età superiore a 80 anni. A fornire i dati sono stati oggi pomeriggio il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e l’assessore alla Salute Ruggero Razza, nel corso di una conferenza a Palazzo Orleans per fare il punto sulla campagna vaccini anti Covid in Sicilia. 


Intanto anche nell’Isola arrivano le prime dosi del vaccino Astra Zeneca (che si aggiungeranno a quelle Pfizer e Moderna già in somministrazione): per il mese di febbraio sono attese 102.900 dosi che, in accordo con il piano del ministero, saranno destinate alla popolazione di età compresa tra i 18 e i 55 anni. In questa prima fase, la priorità sarà data agli appartenenti alle forze dell’ordine e al personale della scuola.

 “Entro l’estate – annuncia Musumeci – contiamo di immunizzare la maggioranza della popolazione. Tutto dipende dalla quantità di vaccino che arriverà nella nostra isola”. 

In Sicilia, al momento, sono state vaccinate 113.467 persone, di cui 97.848 hanno già completato il richiamo, una percentuale quindi dell’86,2 per cento. Numeri destinati ad aumentare quando ai centri di vaccinazione già presenti sul territorio siciliano si aggiungeranno nove nuovi hub provinciali. E il prossimo obiettivo è quello di coinvolgere nella somministrazione del vaccino anche i medici di medicina generale e le farmacie.


Dal Dipartimento attività sanitarie e osservatorio epidemiologico dell’assessorato della Salute, intanto, fanno sapere che «è destituita di fondamento la notizia relativa alla presenza in Sicilia di soggetti affetti da Covid-19 con variante brasiliana. Sono in atto, invece, le sequenziazioni sulla ricerca del gene “S” della variante inglese su alcuni pazienti in cura nell’Isola».

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Cronaca

La promozione dei valori della democrazia

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Dal prof.Nuccio Mulè riceviamo e pubblichiamo:

La constatazione negli ultimi decenni di vedere manifestazioni pubbliche commemorative non sentite e sempre più disertate, appannaggio solo delle Forze dell’Ordine e delle Associazioni d’Arma, sembra dimostrare che la nostra città è di fronte ad un’arretratezza culturale in cui la storia nazionale e, peggio ancora, quella locale pagano lo scotto di un disinteresse atavico delle istituzioni con la Scuola in primo piano che, soprattutto come sistema formativo, ha fatto e fa poco e niente per divulgare e far conoscere ai giovani la storia locale ma anche quella nazionale riferita in particolare alla Seconda Guerra Mondiale. 

Scuola che, al di là di rari casi nell’ambito delle direttive ministeriali, secondo il parere dello scrivente, ha fatto poco per promuovere i valori della democrazia, della giustizia, dell’uguaglianza e dell’educazione ambientale. E la recente reintroduzione dell’Educazione Civica nelle scuole ne è una dimostrazione, si spera solo che non faccia la stessa fine di quella che c’era prima, considerata spesso opzionale.


La scuola, oltre alla famiglia, nella sua azione formativa dovrebbe considerare primario il compito di formare il cittadino secondo i fondamenti di una civile convivenza e secondo i dettami della Costituzione i cui valori purtroppo oggi risultano sconosciuti e dimenticati dai più, docenti compresi.



La Costituzione, nata dalla Resistenza, al di là della contiguità temporale, ha avuto un sedimento culturale che è maturato grazie alle diverse esperienze di tre generazioni, oltre al fatto che essa deve la sua struttura e il suo spirito alle diverse matrici ideologiche dell’antifascismo. Antifascismo che, visti i rigurgiti fascisti di oggi, sarebbe opportuno rafforzare e rivivificare in tutte le sue componenti.


Una situazione poco studiata se non trascurata dalla storiografia ufficiale, è quella relativa all’attività dei Comitati di Liberazione Nazionale nel territorio siciliano, alla pari degli altri operanti nella Penisola, che ebbero una proficua operosità sia a Palermo che in tutti i centri dell’Isola, Gela compresa, con un notevole contributo alla rinascita della democrazia. 
Quindi, sarebbe opportuno ed efficace che quanto accaduto a Gela in quel periodo diventasse oggetto di studio e di ricerca, non fosse altro per avere un quadro storico più ampio sul contributo della città alla causa nazionale della Liberazione.
Negli archivi degli istituti storici presenti in molte regioni d’Italia si riscontrano centinaia di migliaia di nominativi che parteciparono alla Resistenza a partire dagli anni Quaranta, in particolare in quello dell’Istituto Storico della Resistenza di Torino si trovano gli elenchi dei partigiani che operarono in Piemonte con una lista di quasi centomila nominativi.  

Nell’archivio del DGA (Direzione Generale Archivi) del Ministero della Cultura, alla voce “I Partigiani d’Italia - Lo schedario delle commissioni per il riconoscimento degli uomini e delle donne della Resistenza”, si trovano gli elenchi dei partigiani che operarono in tutte le regioni italiane a partire dagli anni Quaranta. Per quanto riguarda la Sicilia tali elenchi contengono 6.554 nominativi di partigiani ripartiti nelle nove province: Palermo con 1.619, Catania con 1.101, Messina con 1.082, Agrigento con 613, Caltanissetta con 419, Trapani con 542, Enna con 364, Siracusa con 466 e Ragusa con 348. Per il Comune di Gela compaiono 60 nominativi a cui se ne aggiungono altri 20 della ricerca dello scrivente, portando il numero totale, certamente non definitivo, a 80 partigiani gelesi di cui tre donne: Angela Crapanzano, Rosaria Felici e Angela Puzzo.

Infine, un capitolo a parte è rappresentato dai gelesi antifascisti che in diverso modo durante il regime operarono a Gela e in collegamento con diversi esponenti in altre città; il loro numero fino ad oggi arriva a 57, tra essi si citano oltre all’On. Salvatore Aldisio, il Prof. Vincenzo Giunta, l’anarchico Gaetano Di Bartolo Milana e gli insegnanti Giovanni Mangione, Rocco Tignino e Gina Pane.

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