Sale la tensione tra i lavoratori della Petroservices Mediterranea srl;dopo l’ennesimo affronto alle OO.SS.LL. di categoria da parte della direzione aziendale che, nonostante la proclamazione dello stato di agitazione e la messa in cassa integrazione dei lavoratori, ha convocato quest’ultimi presso un hotel della città invitandoli a trasferirsi o a licenziarsi.
L’iniziativa dell’azienda ha trovato terreno fertile in alcuni dei lavoratori Siciliani, che oramai stremati dalla situazione economica e di salute, hanno accettato il trasferimento e le dimissioni dall’azienda il tutto condito sarcasticamente da una lettera inviata a mezzo mail ai dipendenti, dove si riporta che la Petroservices Mediterranea, preserverà l’onore e l’immagine della società nelle sedi opportune.
Filctem Cgil e Femca Cisl che oramai da un anno seguono la vertenza, hanno coinvolto le Confederazioni Provinciali di CGIL e CISL, affinchè si possano mettere in atto tutte le misure per scongiurare i trasferimenti collettivi dalla sede di Gela a quella di San Giovanni Teatino con un ulteriore impoverimento industriale dell’area gelese;allo stesso tempo è stato proclamato un pacchetto di sciopero che sarà gestito nei prossimi giorni nell’ambito delle regole per il contenimento della pandemia.I sindacati ricordano che tale decisione dell’azienda non è supportata da nessuna esigenza operativa, visto che la Petroservices detiene il main contractor di Enimed per i servizi specialistici dell’oilfiel; per le Organizzazioni sindacali . la vera giustificazione è lo stimolo al licenziamento per poter godere delle agevolazioni per i neoassunti.
L’azienda, vista la proclamazione dello stato di agitazione ha già rinunciato ad una importate commessa nell’area di Ragusa, nonostante la richiesta avanzata dai sindacati di sospendere i trasferimenti per riportare a un clima di serenità il confronto sindacale, ha ufficializzato l’assoluta indisponibilità a revocare la decisione, nonostante l’imminente ripresa da parte di gruppi industriali come Eni e Edison e Irminio che alla luce delle nuove autorizzazioni ministeriali sulla ricerca petrolifera, hanno riattivato i cantieri sul territorio.