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Vertenza Petroservices, sale la tensione

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Sale la tensione tra i lavoratori della Petroservices Mediterranea srl;dopo l’ennesimo affronto alle OO.SS.LL. di categoria da parte della direzione aziendale che, nonostante la proclamazione dello stato di agitazione e la messa in cassa integrazione dei lavoratori, ha convocato quest’ultimi presso un hotel della città invitandoli a trasferirsi o a licenziarsi.

L’iniziativa dell’azienda ha trovato terreno fertile in alcuni dei lavoratori Siciliani, che oramai stremati dalla situazione economica e di salute, hanno accettato il trasferimento e le dimissioni dall’azienda il tutto condito sarcasticamente da una lettera inviata a mezzo mail ai dipendenti, dove si riporta che la Petroservices Mediterranea, preserverà l’onore e l’immagine della società nelle sedi opportune.

Filctem Cgil e Femca Cisl che oramai da un anno seguono la vertenza, hanno coinvolto le Confederazioni Provinciali di CGIL e CISL, affinchè si possano mettere in atto tutte le misure per scongiurare i trasferimenti collettivi dalla sede di Gela a quella di San Giovanni Teatino con un ulteriore impoverimento industriale dell’area gelese;allo stesso tempo è stato proclamato un pacchetto di sciopero che sarà gestito nei prossimi giorni nell’ambito delle regole per il contenimento della pandemia.I sindacati  ricordano  che tale decisione dell’azienda non è supportata da nessuna esigenza operativa, visto che la Petroservices detiene il main contractor di Enimed per i servizi specialistici dell’oilfiel; per le Organizzazioni sindacali . la vera giustificazione è lo stimolo al licenziamento per poter godere delle agevolazioni per i neoassunti.

L’azienda, vista la proclamazione dello stato di agitazione ha già rinunciato ad una importate commessa nell’area di Ragusa, nonostante la richiesta avanzata dai sindacati  di sospendere i trasferimenti per riportare a un clima di serenità il confronto sindacale, ha ufficializzato l’assoluta indisponibilità a revocare la  decisione, nonostante l’imminente ripresa da parte di gruppi industriali come Eni e Edison e Irminio che alla luce delle nuove autorizzazioni ministeriali sulla ricerca petrolifera, hanno riattivato i cantieri sul territorio.

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Ok a debito con il canile e la lotta al randagismo resta all’anno zero

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Con 14 voti favorevoli e 2 astenuti il consiglio comunale ha approvato un debito fuori bilancio di circa 150 mila euro con il canile di San Cataldo per il ricovero dei cani randagi accalappiati nel territorio.

È stata l’occasione per parlare di randagismo e di come il problema viene affrontato. E come è noto è un problema irrisolto. Durante il dibattito è emerso che molti dei cani ricoverati sono stati abbandonati dai proprietari. Bisognerebbe controllare se i proprietari effettuano la microchippatura del cane entro i tre mesi e fare le multe. Ma i vigili che dovrebbero avere lo strumento per i controlli sono in numero insufficiente per fare anche questo.Il consigliere Pellegrino ha chiesto se sono stati individuati e multati i proprietari di cani con microchip ricoverati al canile. Ha auspicato i controlli e le multe perché toccare le tasche dei cittadini quando sbagliano funziona da educazione civica

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Domenica dei talenti gelesi: debutto di Ryan Greco al “Collegio”

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Domenica dominata dai giovani talenti gelesi in Tv. Nel pomeriggio l’ingresso di Francesco Guarneri in arte Holy Francisco nella classe di Amici di Maria   De Filippi. In serata un altro gelese il  quindicenne Ryan Greco ha debuttato nel programma “Il collegio “di Rai2.

Il  docu reality è alla sua  ottava edizione e si articolerà in sei puntate nel corso delle quali i 23  allievi ammessi della classe dovranno impegnarsi  per ottenere l’unica borsa di studio negli Stati Uniti. Il format sarà   ambientato nel 2001.

<Sono campione di karate e anche di stile> – ha detto di sé  Rocco Ryan Greco. Si è  definito un ragazzo egocentrico, un playboy che si distingue sempre dalla massa e ama vestirsi bene. In futuro sogna di entrare nelle forze armate.

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Attualità

In ricordo del Giudice Saetta e del figlio, assassinati dalla mafia

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Una rappresentanza della Polizia di Stato e dei Carabinieri ha partecipato oggi alla deposizione della corona d’alloro alla Stele eretta sul luogo dell’omicidio del Giudice Antonino Saetta e del figlio Stefano.

Il Giudice, insieme con il figlio, fu assassinato da Cosa nostra intorno alla mezzanotte del 25 settembre 1988, sulla Strada Statale 640 Agrigento-Caltanissetta, all’altezza del viadotto Giulfo, nell’agro nisseno.

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