L’11 gennaio per Butera è un giorno storico, assai significativo, non solo sul piano della fede ma anche per le sorti della città. Infatti, in quel giorno, nell’anno 1693, la Sicilia venne devastata da un grande terremoto che sconquassò l’isola, distruggendo 14 città della Val di Noto, tra cui Siracusa e Augusta; la Noto odierna è stata ricostruita in un sito differente da quello anteriore al 1693. La terrificante onda sismica distrusse, inoltre, la Val Demone provocando la morte di 60.000 persone e ripercuotendosi perfino in Val di Mazara.
Si narra: All’unnici di jnnaru a vintun’ura, si vitti e nun si vitti Terranova e si nun era pi Maria, la Gran Signura, sutta li petri fussi Terranova. Sulu Vutera nun appi paura ca c’era santi Roccu cu la bannera. Si tratta del primo miracolo di san Rocco, che difese la città dalla violenta ondata sismica che seminò distruzione e morte in tutte le altre parti dell’isola, mentre Butera ne usciva incolume e salva. Subito, il popolo attribuì il prodigioso portento al santo taumaturgo, proclamato protettore della città appena dieci anni prima e precisamente il 18 aprile 1683, domenica di Pasqua.
La ventunesima ora corrisponderebbe alle ore 15, cioè le ore 3 del pomeriggio, ora IX presso i Romani, poiché dal Medioevo in poi prevalse l’uso ebraico e dei popoli orientali (con calendari lunari o lunisolari) di considerare la durata del giorno dal tramonto del sole al tramonto successivo. Solo all’inizio dell’Ottocento sarà ripristinato anche nel nostro paese il metodo romano di contare le ore partendo dalla mezzanotte.
Nella suddetta ora, infatti, sono stati suonati trenta rintocchi di campane a mortorio e sono state sparate delle bombe a salve per ricordare quell’ora funesta a tutti i cittadini, ovunque essi si trovassero, sospendendo ogni cosa per fermarsi in piedi in un profondo e religioso silenzio.
Pertanto, dall’11 gennaio 1693 ad oggi, ogni anno, in questo giorno, i buteresi festeggiano una terza volta il santo patrono, ricordiamo che Butera celebra l’ottava della festa il 23 agosto. Stamane, 11 gennaio 2025, dopo la santa messa, il parroco don Emiliano Di Menza, ha esposto il Santissimo Sacramento con turni di adorazione fino alla solenne Concelebrazione Eucaristica vespertina, presieduta dal nostro vescovo, mons. Rosario Gisana, con la presenza di tutto il clero cittadino, delle Autorità Civili e militari, della Deputazione di San Rocco, di tutte le associazioni, di tutti i comitati-festa, della Confraternita del Glorioso Patriarca San Giuseppe e con massiccia partecipazione dei buteresi. Nell’omelia, il vescovo ha esortato i presenti non solo ad attingere alla fraterna intercessione di san Rocco e dei nostri cari defunti, anche se non sono innalzati agli onori degli altari, ma ad essere nello stesso tempo intercessori ed intercedenti a favore degli altri. Al termine della celebrazione, è stato intonato il Te Deum ed è stata impartita la benedizione eucaristica con la distribuzione del pane. Inoltre, sono stati ammessi a far parte della deputazione tre persone, di cui un adulto, un ragazzo e un fanciullo. Il tutto si è svolto presso la Chiesa di San Francesco, essendo il Santuario San Rocco chiuso per il protrarsi dei lavori di restauro. È stato un giorno di ringraziamento, di riconoscenza e di gratitudine a Cristo Signore, ma anche di profonda meditazione. È questo, quindi, un avvenimento storico impresso indelebilmente nella coscienza del popolo buterese. Infatti, gli anziani, i nonni e i genitori raccontano di generazione in generazione, ai ragazzi, ai nipoti e ai figli il terribile episodio e come il santo protesse la città.
Le basole di via Matteotti sono nuovamente percorribili. Riapre la famosa “calata do Bastiuni”, chiusa per un importante intervento di riqualificazione. La strada collega il centro storico con il lungomare Federico II. Questa mattina il sindaco Terenziano Di Stefano e l’assessore ai Lavori Pubblici Luigi Di Dio hanno voluto essere presenti di persona per la riapertura.
Gli interventi non sono completi ma ci sono alcune strade laterali, come via Dalmazia, via Elba, fino a piazza Toselli e parte di via Istria, fino alle scalinate di via Filippo Morello.In parallelo, prosegue anche la riqualificazione del secondo lotto del lungomare Federico II. “Ci scusiamo con i cittadini per i disagi creati ma era necessario per riqualificare una arteria importante”, ha commentato l’assessore Luigi Di Dio.
Si è svolta nell’Aula magna del Liceo delle Scienze Umane di Gela la premiazione del concorso di fotografia estemporanea “L’identità culturale della valle del fiume Gela” promosso dal Club per l’UNESCO di Gela.
La prima edizione della competizione ha visto le scuole medie e superiori di Gela, Niscemi e Butera impegnate a fotografare il patrimonio culturale e naturalistico della valle del Gela. Questa è un’area ricca di storia, i cui “campi geloi” sono stati citati da Virgilio nel III° Libro dell’Eneide.
Abitata sin dalla preistoria, vi si trovano importanti siti come le necropoli di Dessueri, il Castelluccio svevo, la diga Grotticelle del 1563. La zona è stata anche teatro di battaglia nei giorni dello sbarco angloamericano del 1943, di cui fanno ricordo i numerosi bunker fortificati e la stele commemorativa ai caduti. Da anni nella piana di Gela nidifica una delle più grandi colonie di cicogne bianche, specie rara e minacciata dall’estinzione, rendendola un luogo di biodiversità.
“La partecipazione degli studenti – ha spiegato Giuseppe Nicoletti, presidente del Club per l’UNESCO – mira a sviluppare la conoscenza e sensibilizzazione alle tematiche dell’educazione e rispetto verso i beni culturali e naturali”.
Alla presenza degli alunni e dei docenti, della rappresentanza del Club con il presidente Giuseppe Nicoletti e del Dirigente Scolastico Professor Maurizio Tedesco, sono state premiate le classi partecipanti al concorso fotografico.
Ha ricevuto il premio anche il fotografo gelese Antonio Pignato, per la sua “lodevole attività di valorizzazione dei beni materiali e immateriali del territorio”. Il premio è stato bandito in collaborazione con FIDAPA Sez.di Gela, Archeoambiente di Gela, Comitato Promotore per la Candidatura UNESCO della Valle del Gela, Associazione Formaz, ed il patrocinio dei Comuni di Butera, Gela e Niscemi, dell’Università degli Studi di Roma-Sapienza, della Fondazione Roma Sapienza, di Sicilbanca, della Fondazione Sicana e la partecipazione di GLS.
Il Club per l’UNESCO in questi anni si è impegnato per la candidatura UNESCO dell’Identità Culturale della Valle del Gela, nella speranza di un futuro del territorio diverso, in cui la crescita ed il benessere della collettività siano legate anche alla valorizzazione del suo grande patrimonio culturale, storico, artistico, archeologico, naturalistico e paesaggistico.
L’assessore alla mobilità urbana Simone Morgana ha comunicato che a partire da questa sera, venerdì 20 giugno, entrerà in vigore il nuovo orario della Zona a Traffico Limitato (ZTL) su Corso Vittorio Emanuele.La ZTL sarà attiva tutti i giorni, con i seguenti orari:dalle ore 19:00 alle ore 02:00 (del giorno successivo).
Questa misura resterà in vigore fino al 30 settembre 2025, con l’obiettivo di garantire maggiore vivibilità, sicurezza e qualità degli spazi pubblici durante il periodo estivo, valorizzando al contempo le attività commerciali e le iniziative culturali presenti nell’area.
L’assessore invita la cittadinanza a prestare attenzione alla segnaletica e a rispettare gli orari di accesso previsti. Per ogni ulteriore informazione, è possibile consultare il sito istituzionale del Comune o rivolgersi agli uffici della Polizia Municipale.
Gli orari al momento non sono visibili nella segnaletica.Per migliorare la vivibilità del centro storico l’orario di inizio sarà successivamente aggiornato.