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Eni e BF insieme per lo sviluppo di progetti agricoli e biocarburanti

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 Eni e Gruppo BF fanno squadra per lo sviluppo di prodotti agricoli sostenibili per la produzione di biocarburanti.

Attraverso una joint-venture paritetica (50% Eni, 50% BF) verranno sviluppati progetti di ricerca e sperimentazione agricola di sementi di piante oleaginose da utilizzare come feedstock nelle bioraffinerie Eni. Inoltre, l’accordo tra le società prevede l’acquisto da parte di Eni di una partecipazione di minoranza nella controllata di BF Bonifiche Ferraresi e l’ingresso di Eni nel capitale sociale di BF attraverso la sottoscrizione di aumento di capitale riservato.

L’intesa fa leva sulla consolidata collaborazione tra Eni e BF in ambito agricolo per lo sviluppo di iniziative di diversificazione economica, trasferimento di competenze e supporto all’imprenditorialità in Italia e all’estero.

L’accordo ha valenza strategica, in quanto Bonifiche Ferraresi, con i suoi 7.750 ettari, è la più grande azienda agricola italiana per Superficie Agricola Utilizzata ed Eni produce nelle bioraffinerie a Gela e a Venezia Porto Marghera biocarburanti avanzati, uno degli strumenti per contribuire al contenimento delle emissioni di CO2 nel settore dei trasporti. Entro il 2023 Eni non utilizzerà più olio di palma nei suoi processi produttivi. 

Le attività di test e sperimentazione della joint-venture verranno effettuate nei “Laboratori a Cielo Aperto” di Bonifiche Ferraresi in Sardegna, e saranno volte a valutare la replicabilità delle produzioni in Italia nei paesi esteri in cui è presente Eni, in particolare in Africa. La jv si occuperà inoltre dello sviluppo di progetti relativi alla formazione di personale per le filiere di sviluppo dei progetti di agro-feedstock.

L’individuazione delle specie vegetali più idonee seguirà i criteri di sostenibilità definiti nella Direttiva Europea sui biocarburanti, promuovendo la coltivazione sostenibile, proteggendo i suoli e non sottraendo terreni destinabili alla produzione di prodotti destinati all’alimentazione, favorendo quindi lo sviluppo economico sostenibile di terreni marginali in Italia e all’estero.

L’operazione si inquadra nella strategia Eni per raggiungere la completa neutralità carbonica entro il 2050, che include la bioraffinazione quale elemento strategico, con il previsto raddoppio della capacità produttiva a circa 2 milioni di tonnellate entro il 2024 e un ulteriore aumento fino a 5/6 milioni di tonnellate entro il 2050.

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La Famiglia Salesiana festeggia San Domenico Savio

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Oggi la Famiglia Salesiana festeggia San Domenico Savio.

È stato proclamato beato il 5 marzo 1950 da Pio XII, che lo ha poi canonizzato il 12 giugno 1954. La memoria liturgica è il 9 marzo: cadendo questo giorno nel periodo di quaresima, la Famiglia Salesiana e le diocesi della Regione Pastorale Piemontese hanno spostato la celebrazione al 6 maggio.

Domenico Savio è l’angelico alunno di San Giovanni Bosco, nato a Riva presso Chieri (Torino) il 2 aprile 1842, da Carlo Savio e da Brigida Gaiato. Trascorse la fanciullezza in famiglia, circondato dalle cure amorevoli del padre che faceva il fabbro e della madre che era una sarta.

Il 2 ottobre 1854 ebbe la fortuna d’incontrare Don Bosco, il grande apostolo della gioventù, il quale subito «conobbe in quel giovane un animo secondo lo spirito del Signore e rimase non poco stupito, considerando i lavori che la grazia divina aveva già operato in così tenera età». Domenico Savio chiuse la sua breve esistenza a Mondonio, il 9 marzo 1857, a soli 15 anni.

Con gli occhi fissi in una dolce visione, esclamò: «Che bella cosa io vedo mai!». La fama della sua santità; suggellata dai miracoli, richiamò l’attenzione della Chiesa che lo dichiarò eroe delle virtù cristiane il 9 luglio 1933; lo proclamò Beato il 5 marzo 1950, Anno Santo; e, quattro anni dopo, nell’Anno Mariano, lo cinse dell’aureola dei Santi (12 giugno 1954). La sua festa si celebra il 9 marzo. La famiglia salesiana lo festeggia il 6 maggio.

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La solidarietà della Chiesa Armerina

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Piazza Armerina- Sull’ episodio si è pronunciata la chiesa Armerina in riferimento ai fatti accaduti nella giornata di domenica 5 maggio nella Cattedrale di Piazza Armerina.

Al termine della Celebrazione della Messa, presieduta dal Vescovo mons. Rosario Gisana in occasione della giornata dei ministranti e dei ragazzi della catechesi della Diocesi, che hanno portato disordine e sgomento, espressione di una modalità totalmente scorretta di fare giornalismo.

“Da parte di questo ufficio diocesano delle Comunicazioni Sociali -scrive il direttore
don Carmelo Cosenza – si esprime piena solidarietà al Vescovo mons. Rosario Gisana per quanto accaduto e allo stesso tempo si deplora ogni distorta rappresentazione dei fatti”.

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La “Lectura Dantis” per parlare di Dio

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Butera – La suggestiva architettura della chiesa dedicata a San Tommaso Apostolo di Butera, ha fatto da cornice alla serata culturale, promossa dalla Confraternita del Glorioso Patriarca San Giuseppe, di recente fondazione. Si tratta della prima costituita da uomini e donne, che vanta anche la presenza di un diacono, guidata dal parroco della Chiesa Madre, nonché vicario foraneo, don Filippo Ristagno.

L’ iniziativa, intitolata ” Lectura Dantis”, è stata incentrata sull’ esegesi letteraria e spirituale di terzine della Divina Commedia di Dante Alighieri, padre della letteratura italiana. Relatore il prof. Vincenzo Luca Borzì, originario di Paternò, ma residente a Licodia, che da un decennio ha intrapreso il progetto di Lectura Dantis, in quanto appassionato studioso del Sommo Poeta ed affascinato dalla bellezza delle terzine dantesche.

Il prof. Borzì ha proposto un excursus sulla figura della Vergine Maria, presente già nel Purgatorio, a partire dal canto VII,dove si legge al verso 82″ Salve,Regina”, al canto X ,nella prima Cornice dei Superbi,dove Maria è apostrofata ” Ecce Ancilla Dei”, al canto XIII, nella seconda Cornice degli Invidiosi ,nella quale è esplicito il riferimento evangelico alle nozze di Cana nell’ espressione ” Vinum non habent “, o nel canto XV,nella terza Cornice degli Iracondi, con rimando al ritrovamento di Gesù nel Tempio.

Ancora, nei Canti XVIII, XX, XXV,rispettivamente dedicati agli Accidiosi, agli Avari ed ai Prodighi, ai Golosi ed ai Lussuriosi, la Vergine viene anche chiamata per nome: ” Maria corse con fretta a la montagna “, ” Dolce Maria “,” Virum non cognosco “.
Il professore Borzì, alla stregua di Benigni, con pathos, empatia, energia ed entusiasmo, ha condotto e guidato i presenti nei meandri del ” poema sacro dantesco”, immergendo l’ uditorio in atmosfere,spazi, suggestioni letterarie ,che hanno trasportato ed emozionato,come se ognuno degli intervenuti fosse stato lì,in quell’ hic et nunc, insieme a Dante,alle sue guide ed ai personaggi di volta in volta incontrati.


Il tutto è culminato nel canto conclusivo del Paradiso, che si apre con le parole di San Bernardo di Chiaravalle, al quale è affidato il compito di supplicare la Vergine affinché Dante, al termine del suo viaggio nell’ oltretomba, possa finalmente contemplare Dio.Anche il nome Giuseppe, uomo del silenzio, è presente tacitamente nel canto conclusivo del Paradiso nella lettera iniziale delle terzine che vanno dal verso 19 al verso 33.


Dopo una analisi accurata dei versi ,che ricalcano il tradizionale schema bipartito dell’ Ave Maria, in una atmosfera densa di pathos ed emozioni, la preghiera alla Vergine di San Bernardo è diventata ” uni corde” la preghiera di tutti i convenuti che, immersi nella contemplazione estatica dell’ ” Amor che move il sole e l’ altre stelle”,hanno partecipato all’ evento culturale in religioso silenzio, frutto della magistrale, accorata esposizione del relatore, prof. Vincenzo Borzì,che la Confraternita di San Giuseppe ha sentitamente ringraziato.

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