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Cronaca

Arrestato dopo aver rapinato e violentato una donna

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Modica – La Polizia ha arrestato uno straniero senza fissa dimora di 28 anni per violenza sessuale, rapina aggravata e minacce gravi ai danni di una cittadina di origini colombiane.

Gli agenti del Commissariato sono intervenuti presso un’abitazione del centro storico di Modica a seguito della richiesta d’aiuto di una donna che aveva segnalato di essere stata aggredita, violentata e rapinata da uno straniero.

La vittima ha raccontato ai poliziotti che nell’ambito della sua attività di prostituzione era stata aggredita da un cliente occasionale, di origini nordafricane tunisine, il quale non appena aveva fatto ingresso nella sua abitazione l’aveva colpita ripetutamente con schiaffi e pugni derubandola di due telefoni cellulari e della somma di 200 euro in contanti, costringendola infine ad avere rapporti sessuali.

Gli agenti si sono messi subito alla ricerca dell’uomo di cui la vittima aveva fornito la descrizione, lo hanno rintracciato dopo una lunga ricerca e lo hanno trovato in possesso dei due cellulari e del denaro provento della rapina consumata poco prima.

La donna visibilmente scossa per le violenze subite e con il volto tumefatto ha raccontato di essersi opposta alle richieste di natura sessuale dell’uomo e per questo era stata ripetutamente colpita anche al volto con pugni e minacciata di morte qualora avesse denunciato i fatti alle forze dell’ordine. In considerazione di quanto accertato dai poliziotti il soggetto è stato tratto in arresto ed espletate le formalità di rito è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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Cronaca

Il Tar accoglie il ricorso su un’informativa interdittiva della Prefettura

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Palermo – Nel 2019, a seguito dello scioglimento del Consiglio Comunale di Bompensiereai sensi dell’art.143 del D.lvo n. 267/2000,la Prefettura di Caltanissetta emanava un provvedimento interdittivonei confronti di una società amministrata dall’allora Sindaco, sulla base dell’asserito pericolo di infiltrazioni mafiose in forza di legami di parentela e presunte frequentazioni pregiudizievoli.

Visto il gravissimo pregiudizio arrecato alla società, legato alla preclusione di qualsivoglia attività lavorativa e comportante, dunque, il conseguente tracollo economico dell’azienda, detta società, con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino e Lucia Alfieri, proponeva un ricorso giurisdizionale innanzi al TAR-Palermo chiedendo l’annullamento,previa sospensione, del provvedimento interdittivo.

Nelle more del giudizio, essendo decorso ormai oltre un anno dall’adozione del provvedimento interdittivo ed in ragione della sopravvenienza di fatti nuovi disegno favorevole ed idonei ad attestare l’estraneità della società daqualsivoglia ambiente malavitoso – la società medesima inoltrava un’istanza di aggiornamento delprovvedimento interdittivo.

La Prefettura di Caltanissetta riscontrava negativamente la richiesta di aggiornamento, assumendo che in esito ad una nuova istruttoria non erano emersi nuovi elementi tali poter indurre all’adozione di un provvedimento liberatorio.

Avverso tale provvedimento, la società ricorrente, sempre con il patrocinio degli Avv.ti Girolamo Rubino e Lucia Alfieri, proponeva un ulteriore ricorso innanzi al TAR-Palermo ribadendo, non solo l’inconsistenza e l’inconducenza deifatti che a suo tempo avevano sorretto il provvedimento interdittivo, ma, altresì, ilsopraggiungere di circostanze tali da poter indurre ad una valutazione favorevole edi segno opposto rispetto alla precedente informativa.

Con ordinanza cautelare del gennaio 2023, il TAR –Palermo accoglieva l’istanza cautelare proposta dalla società ricorrente ed ordinava alla Prefettura il riesame delle circostanze sopravvenute di cui all’istanza di aggiornamento.

Tuttavia, la Prefettura di Caltanissetta tergiversava al riesame delle circostanze sopravvenute e di cui all’istanza di aggiornamento in ragione della pendenza del giudizio; sicché gli Avv.ti Rubino e Alfierieccepivano come il modus operandi della Prefettura svilivalaratio sottesa all’istituto dell’aggiornamento delle informative antimafia,in quanto in nessun caso il rinvio ad un giudizio pendente, nonché la sua definizione sul precedente provvedimento interdittivoavrebbero potuto costituire ragione ostativa al procedimento di aggiornamento. Ciò in quanto il giudizio avverso la precedente informativa, cristallizzava lo stato di fatto esistente al momento dell’adozione del provvedimento interdittivo, stato di fatto che nelle more può mutare o comunque non essere più attuale e come tale indicativo di un concreto pericolo di infiltrazione mafiosa.

Inoltre, sempre i predetti legali evidenziavano come l’omessa valutazione delle circostanze poste a base dell’istanza di aggiornamento inficiavano il provvedimento adottato dalla Prefettura, il quale avrebbe dovuto considerarsi palesementeillegittimo, per violazione dell’art. 92 co. 2 bis del. D.L. n. 159/2011 e del contraddittorio procedimentale.

Gli Avv.ti Rubino e Alfieri rilevavano altresì che trattandosi di nuovo procedimento di valutazione avviatosu istanza dell’interessato, la Prefettura – salve ragioni di urgenza tali da non consentire la dilazione dei termini di conclusione del procedimento, non sussistenti nel caso di specie,- avrebbe dovuto comunicare i motivi ostativi all’accoglimento dell’istanza di aggiornamento.

Inoltre il provvedimento impugnato sarebbe illegittimo laddove, ai sensi dell’art. 86, co, 2, del d.lgs. n. 159 del 2011, l’informativa antimafia ha una validità limitata di dodici mesi, dunque, alla scadenza del termine indicato la Prefettura avrebbe dovuto procedere alla verifica della persistenza o meno delle circostanze poste a fondamento dell’interdittiva.

Ed ancora, a riprova dell’illegittimità del provvedimento impugnato i predetti legali eccepivano come tale provvedimento nulla diceva in merito alla persona del ricorrente o ad eventuali frequentazioni controindicate, né si indicavano elementi indiziari di qualsiasi genere al sodalizio mafioso.

Ebbene, con sentenza del 13.05.2024, condividendo le tesi difensive degli Avv.ti Rubino e Alfieri, il TAR-Palermo ha accolto il ricorso e, per l’effetto, ha annullato il provvedimento impugnato.

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Cronaca

Due uomini hanno perso la vita in un incidente nella zona industriale

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Un terribile incidente stradale si è verificato nella zona industriale gelese.

Il bilancio dello schianto tra una Dacia e una Punto è tragico: due le vittime. Si tratta di un giovane poco più che ventenne che dovrebbe essere un dipendente di una ditta insediata nella zona industriale e di un uomo di mezz’età che dalle notizie frammentarie che arrivano si desume sia un imprenditore

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Cronaca

Sequestrate 4 discariche in provincia

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Caltanissetta – Vasta operazione della Polizia di Stato svolta nei giorni scorsi su tutto il territorio nazionale per il contrasto all’illecito smaltimento di rifiuti e per accertare e sanzionare le molteplici forme di illiceità nel delicato settore della tutela ambientale. Le attività, coordinate a livello centrale dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, sono state condotte dalle Squadre Mobili e delle SISCO in 33 province italiane con il supporto specialistico delle Agenzie regionali per la protezione Ambientale e della Polizia Stradale.

Nella provincia di Caltanissetta, sono state sottoposte a sequestro quattro aree, caratterizzate dalla presenza di rifiuti in stato di abbandono o depositati in modo incontrollato, e segnalati all’Autorità Giudiziaria sette soggetti, per la violazione delle normative previste nel Testo Unico Ambientale. Nel corso delle attività sono stati inoltre identificati 23 soggetti. 

All’esito dei tre giorni di intense attività operative, dal 13 al 15 maggio, in totale sono state controllate 168 aree sospettate di essere adibite all’illecito stoccaggio e conservazione dei rifiuti, 40 delle quali sono state sottoposte a sequestro. Più di 1763 le persone identificate, 103 delle quali denunce in stato di libertà per reati connessi all’illecita gestione dei rifiuti, 2 arrestate in flagranza di reato. Sono state inoltre contestate 85violazioni amministrative per un importo superiore a 200 mila euro.

Le attività istruttorie e di verifica conseguenti all’accesso sui siti controllati proseguiranno nei prossimi giorni a cura delle singole Agenzie regionali per la protezione Ambientale, al fine di valutare la sussistenza di ulteriori illeciti amministrativi e penali.

L’attività rientra nella costante azione di prevenzione e monitoraggio condotta dalla Polizia di Stato, in un settore che da decenni rappresenta una fonte di ingente, illecito profitto anche per le organizzazioni criminali, al fine di porre un freno all’espansione dei c.d. crimini ambientali che danneggiano il territorio e mettono costantemente a rischio la salute dei cittadini

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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