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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Il partito liberale:”non si affidi la Provincia a dilettanti allo sbaraglio”

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Dalla sezione gelese del Partito liberale riceviamo e pubblichiamo:

Le recenti scene di giubilo mediatico da parte dell’amministrazione comunale, relative al finanziamento di tre milioni di euro per la realizzazione di parte della rete fogniaria  della zona balneare di manfria, impongono una serie di riflessioni per fare chiarezza e non turlupinare i  cittadini.

Dopo ampia relazione introduttiva del coordinatore cittadino dott. Incardona si e’ stilato questo documento: sii tratta di un decreto di finanziamento parziale , la cui emissione risale al novembre 2024, ben cinque mesi fa, e per giunta trattasi di una somma non bastevole a coprire l’intero importo! Il sindaco con i suoi assessori avrebbe dovuto provvedere ad ottenere dalla regione l’integrazione del finanziamento, circa un milione, necessario al completamento dell’opera e , nelle more, organizzare il bando di gara e la sua aggiudicazione. Ci auguriamo che il tutto sia stato messo in opera con accuratezza , considerati i precedenti ripetuti definanziamenti di opere pubbliche del nostro territorio per l’incapacità della giunta Di Stefano.

A questo proposito saremmo curiosi di conoscere, considerato che non è possibile ottenere delle risposte da una opposizione assolutamente collaborativa ai limiti del consociativismo, a che punto è lo stato di avanzamento dei tanto decantati cantieri aperti nella nostra città e che ci risulta per la maggior parte in desolante fermata ( orto pasqualello, zona ex scalo ferroviario, via tevere, montelungo, lungomare, e potremmo continuare……) per non parlare dell’eterna presa in giro dei due musei, quello archeologico e del mare, la  cui apertura viene rinviata di mese in mese e per la quale non c’è certezza circa i tempi e l’organizzazione per la fruibilità degli stessi. Altro che decantare le bellezze di una città condotta allo sfascio dall’amministrazione demo-stellata con i civici di Di Stefano al servizio.

Anche per questi progetti è opportuno chiarire che nessun merito si deve a questo sindaco, trattandosi di finanziamenti richiesti ed ottenuti dalle precedenti amministrazioni ed è solo un banale gioco delle tre carte prendersi meriti che non si hanno e di cui i cittadini di Gela devono prendere nota, anche perché è notorio che l’amministrazione Di Stefano è incapace  persino di gestire progetti da altri organizzati e preparati.  

Si è fatta anche una feroce disamina dello stato di grave degrado in cui versano, oltre che le zone prospicienti i siti archeologici della nostra Città,  anche i quartieri che vivono un momento di estrema crisi non ricevendo risposte da una amministrazione che ha già dimenticato le promesse fatte qualche mese fa in una riunione  congiunta.

Ma tant’è! L’incapacità si traduce anche in mancate risposte e  a questo punto su proposta del Segretario Nazionale del PLI Trufolo si e’ deciso di  indire un incontro con  i Presidenti dei comitati di quartiere per intraprendere le doverose iniziative.

Si è avuta la necessità e l’urgenza di riunire il comitato direttivo del PLI, avendo avuto la percezione che si prepara una ammucchiata senza precedenti( da una parte forze di centrodestra e dall’altra un centrosinistra allargato ) e il tutto con un solo scopo: accaparramento di posti di potere, utilizzo della macchina amministrativa per dare incarichi professionali, figli del più becero clientelismo con un forsennato assalto alla diligenza.

E tutto fila liscio perche’ non vi è sugli atti dell’amministrazione , che presenta obiettivamente molte opacità, alcun controllo da parte dell’opposizione, la quale allo stato e’ rappresentata dal solo  PLI, considerata l’ammucchiata che si prepara con il passaggio di PeR e di Italia Viva in un centrosinistra che include parti del centrodestra( MPA, Azione, Franzone di  Cateno de Luca).  

Vigileremo senza fare sconti di alcun tipo, per capire come faranno a convivere con Azione, l’MPA, il Partito di Cateno De Luca sia Italia Viva che il movimento PeR, a proposito del quale riavvolgeremo il nastro degli interventi di Donegani avverso l’azione amministrativa di Di Stefano negli ultimi mesi.


Un giudizio  negativo merita  il silenzio assordante di Forza Italia e  Fratelli d’Italia, responsabili primi della consegna della citta’ ai Demostellati  e con una azione ripetuta anche in occasione delle elezioni di secondo livello per la Presidenza del libero consorzio di Caltanissetta, che si rischia di consegnare a Di stefano.

Riflettano seriamente i consiglieri comunali di centrodestra e quelli non allineati, perchè l’affidamento della Provincia a dei dilettanti allo sbaraglio non potrà che portare danni incalcolabili alle comunità dell’intera provincia.

PLI – Sezione di Gela


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La solidarietà dell’on.Scuvera al presidente del Senato

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Dall’onorevole Totò Scuvera riceviamo e pubblichiamo:

Esprimo piena e convinta solidarietà al Presidente del Senato Ignazio La Russa, gravemente insultato durante una manifestazione della CGIL a Roma.
Le parole pronunciate contro di lui sono ignobili, indegne di un confronto civile e democratico, tanto più se pronunciate da un palco sindacale.

Condanno con forza questo attacco vile rivolto alla seconda carica dello Stato.
Chi ha responsabilità pubbliche dovrebbe sempre rifuggire da linguaggi d’odio e da toni che fomentano divisioni.

Mi auguro che la CGIL prenda ufficialmente le distanze e chieda scusa per quanto accaduto. Il rispetto delle istituzioni non è un favore: è un dovere.

Totò Scuvera
Deputato regionale
Fratelli d’Italia

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“Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra”

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Riceviamo e pubblichiamo la nota  Salvatore Di Salvo Segretario nazionale Ucsi, all’indomani dell’elezione di Papa Leone XIV

“Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra”.  Le parole di Papa Leone XIV hanno centrato il cuore della professione giornalistica richiamando tutti noi al “dovere della verità”. Giornalismo e libertà.

Giornalismo è libertà. Sfumature grammaticali. Ma non solo. Papa Leone XIV, così come i suoi quattro predecessori, ha incontrato i giornalisti di tutto il mondo in udienza a pochi giorni dalla sua elezione.   Come in precedenza Papa Francesco, anche Leone XIV ha fatto da sprone affinchè tutti noi giornalisti si faccia sempre al meglio il nostro lavoro, nell’interesse dei cittadini ad essere informati in libertà, autonomia e nel rispetto delle persone, senza alcuna discriminazione. Citando il “discorso della montagna di Gesù”, Prevost ci ha invitato “all’impegno di portare avanti una comunicazione diversa, che non ricerca il consenso a tutti i costi, non si riveste di parole aggressive, non sposa il modello della competizione, non separa mai la ricerca della verità dall’amore con cui umilmente dobbiamo cercarla.

La pace comincia da ognuno di noi: dal modo in cui guardiamo gli altri, ascoltiamo gli altri, parliamo degli altri; e, in questo senso, il modo in cui comunichiamo è di fondamentale importanza”.  Nelle parole del Pontefice la consapevolezza della forza del linguaggio, oggi amplificata dai nuovi strumenti digitali, che deve essere utilizzata con consapevole equilibrio per raccontare i fatti e costruire inclusione, rifuggendo da odio e violenza.  Le elenca tutte il nuovo pontefice le sfide per il mondo della comunicazione: “Viviamo tempi difficili da percorrere e da raccontare – spiega -. Essi chiedono a ciascuno, nei nostri diversi ruoli e servizi, di non cedere mai alla mediocrità.

 La Chiesa deve accettare la sfida del tempo e, allo stesso modo, non possono esistere una comunicazione e un giornalismo fuori dal tempo e dalla storia”. Occorre uscire quindi da quella torre di Babele, che nasce “dalla confusione di linguaggi senza amore, spesso ideologici o faziosi”. Non è solo questione di trasmissione di informazioni, ma di creare “cultura, ambienti umani e digitali che diventino spazi di dialogo e di confronto”. Dopo aver ricordato i cronisti finiti in carcere e aver sottolineato che “la Chiesa riconosce in questi testimoni – penso a coloro che raccontano la guerra anche a costo della vita – il coraggio di chi difende la dignità, la giustizia e il diritto dei popoli a essere informati, perché solo i popoli informati possono fare scelte libere», il pontefice ha richiamato tutti «a custodire il bene prezioso della libertà di espressione e di stampa”. 

“Disarmiamo la comunicazione”, è l’appello finale, che riprende l’ultimo Messaggio per le Comunicazioni sociali di papa Francesco: “disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio; purifichiamola dall’aggressività. Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce. Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra. Una comunicazione disarmata e disarmante ci permette di condividere uno sguardo diverso sul mondo e di agire in modo coerente con la nostra dignità umana”. Il Pontefice ci ricorda che la “comunicazione non è solo trasmissione di informazioni, ma è creazione di una cultura, di ambienti umani e digitali che diventino spazi di dialogo e di confronto”.

In questo anno giubilare, aperto con il Giubileo per il mondo della comunicazione da papa Francesco che ci invitava ad “essere veri”, papa Leone XIV, nella prima udienza, dopo l’elezione  ci invia a portare avanti una “comunicazione diversa” ed essere “missionari”. La nostra professione è innanzi tutto una vocazione che diventa missione per costruire con parole “vere” ponti di pace e un giornalismo vero con “coraggio” per essere “Pellegrini di speranza”.  

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Il Popolo della Famiglia accoglie con gratitudine e gioia papa Leone XIV

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Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma del segretario nazionale del Popolo della Famiglia Nicola Di Matteo

Roma – In illo uno unum_ …. questo il motto che ispira il pontificato del Papa di Maria” dichiara Nicola Di Matteo, Segretario Nazionale e Presidente pro tempore del Popolo della Famiglia – Noi, militanti dell’unico partito che si ispira esplicitamente alla Dottrina sociale della Chiesa, non possiamo che essere colmi di gratitudine allo Spirito Santo e alla Chiesa che ci donano un papa che già nel nome sceglie di collocarsi nella scia di Leone I e Leone XIII, i più significativi pontefici che, con questo nome, sono stati baluardi della spiritualità ma anche molto attenti alle esigenze della materialità”.

“La piazza gremita – prosegue Di Matteo- ha recitato con il suo papa la preghiera baluardo della nostra fede. Sottolineare il ruolo di Maria, nella straordinaria coincidenza della celebrazione della Madonna di Pompei che rimanda al 7 ottobre, commemorazione della vittoria di Lepanto, non può che rinfrancarci e commuoverci. Maria è con noi, si prende cura di noi, Lei cui nel maggio del 2016 ci siamo affidati nella Sua cattedrale di Santa Maria Maggiore.

Non poteva esserci inizio migliore per un pontificato che si apre richiamando al nostro inquieto presente la promessa di pace che Gesù Risorto spalanca ai Suoi discepoli, intimoriti e confusi. Promessa che siamo pronti ad onorare proseguendo la Santa Battaglia per la quale invochiamo anche la protezione di San Michele Arcangelo, della cui prima apparizione ieri ricorreva l’anniversario.

Il PdF è pronto a seguire papa Leone XIV che nel suo stemma ha voluto richiamare la devozione a Maria ma anche al Sacro Cuore di Gesù. Questi fortissimi riferimenti devozionali, uniti all’appello ad una unità portatrice di pace, poggiano saldamente sulla difesa della Vita che papa Leone, già da cardinale, ha ripetutamente ribadito.Dal concepimento alla fine naturale, schierato dalla parte dei più debili, anziani, disabili, malati accanto ai migranti, certamente, ma partendo dai più prossimi. Su questi principi poggia il servizio di ciascun militante del PdF. Alla Vergine e al Santo Padre affidiamo nuovamente il nostro operato pronti ad essere missionari in politica e nella vita”.

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