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La Ds del Vittorini Angela Tuccio:”lascio un’eredità di passione, forte innovazione e vera inclusività”

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 Diciassette anni da dirigente scolastica, prima al IV circolo poi al Liceo Scientifico Vittorini, quarantadue anni al servizio della scuola cominciando a 21 anni a lavorare nelle segreterie per poi insegnare alle scuole medie e agli istituti superiori. Dopo una lunga carriera dal primo settembre Angela Tuccio è in pensione. Si volta pagina. Altri progetti, altri obiettivi da centrare con la stessa caparbietà.   Guardando indietro ai suoi 17 anni di dirigente, Angela Tuccio non può non provare nostalgia per la scuola che ha lasciato, per  i suoi docenti, gli studenti.Ma anche la soddisfazione di aver realizzato quel modello di scuola in cui credeva.

 Diciassette anni alla guida della scuola. Come ha visto cambiare la scuola italiana?

<E’ cambiata molto e per molti aspetti  in meglio – commenta – la tecnologia l’ha migliorata. Io  non ho mai creduto che la tecnologia sia peggiorativa, se saputa usare, porta vantaggi nel lavoro dei docenti  e per questo ne ho sempre incentivato l’uso. In questi 17 anni però ho visto una maggiore fatica dei ragazzi a crescere, un calo di maturità dei giovani troppo protetti dai genitori e condizionati dalla società odierna che li rende più fragili>.

 Guardando indietro nella sua carriera, quali ritiene siano stati i momenti più felici? Quali i successi?

< Da docente e da drigente senza dubbio il vedere un ragazzo in difficoltà raggiungere il successo. E il mio successo più  importante è quello di avere reso  realmente inclusive le scuole che ho diretto. L’ho fatto con la collaborazione dei docenti e delle famiglie ma anche degli studenti. I ragazzi di  oggi sono meno discriminanti verso i loro compagni speciali. Sono felice, inoltre, di aver costruito  quel senso di appartenenza alla comunità scolastica che dura per sempre, di aver creato una scuola che non teme le innovazioni e che è aperta all’Europa. Sono soddisfatta di aver creato il Tred al Vittorini, in cui ho creduto molto e mi sono spesa molto>.

Quali invece i momenti più difficili e i problemi  che le hanno  dato più filo da torcere?

<Il mio problema più serio in questi anni è stato quello dei locali,il non avere gli spazi necessari a svolgere le attività. Forse avrei dovuto battere di più i pugni. Mi sono dedicata,invece, ad inventare tante cose per limitare i danni della carenza di locali. Putroppo il problema non è stato mai affrontato per risolverlo e quando noi dirigenti non comprendiamo che i  locali scolastici non sono nostri, la questione  si complica>.

Che messaggio lascia a chi oggi dirige  il suo Liceo?

< Ogni lavoro va fatto  con passione. Nella scuola questo è ancor di più vero. Auguro ai docenti e al mio sucessore che guidino con passione una scuola che ho lasciato con un’eredità di modernità e inclusività. Alla dirigente Ciotta lascio il messaggio di ascoltare  i ragazzi, di tenere sempre aperta per loro la porta della dirigenza, di creare empatia con loro>.

 Come  organizzerà la sua vita da pensionata?

 <Ho riscoperto in questi giorni, dopo 17 anni, il piacere e la bellezza del mare. Amo  viaggiare e continuerò a farlo ma ora potrò farlo senza dover lavorare sodo 10 giorni prima e  piangere al ritorno il tempo perduto. Andrò a trovare più spesso i miei figli che vivono al Nord. E continuerò nel mio impegno in politica.

 A proposito di politica, lei è scesa in campo solo in questi mesi, in occasione delle Amministrative. Perché lo ha fatto? .

< L’ho fatto perché ciascuno di noi deve metterci la faccia e sporcarsi le mani se vuole   migliorare la città –  sottolinea –  io farò politica mettendo a disposizione le mie idee e le mie esperienze. Con rammarico ho  notato che il mondo della politica non cerca la collaborazione di chi come noi dirigenti e docenti conosciamo i problemi reali e li viviamo ogni giorno.  Un programma serio di politiche giovanili ad esempio,  come si può fare senza  coinvolgere attivamente il mondo della scuola? Amo la mia città  e non mi tiro indietro nel dare il mio contributo perché i giovani possano viverci meglio.

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Attualità

Il mese mariano al Santuario Maria Ss dell’Alemanna

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Si avvicina il mese di maggio e le parrocchie rendono omaggio a Maria, cui tradizionalmente, il mese è dedicato.

Nel 1945 Pio XII ha avvalorato l’idea di maggio come mese mariano dopo aver stabilito la festa di Maria Regina il 31 maggio. Dopo il Concilio Vaticano II questa festa è stata spostata al 22 agosto, mentre il 31 maggio si celebra la festa della Visitazione di Maria

Stasera alle 21, al Santuario Maria Ss dell’Alemanna, sotto la guida di Don Rosario Sciacca, cominciano le celebrazioni.

Ecco il calendario degli eventi liturgici:

L’indicazione di maggio come mese di Maria lo dobbiamo però a un padre gesuita: Annibale Dionisi. Un religioso di estrazione nobile, nato a Verona nel 1679 e morto nel 1754 dopo una vita, a detta dei confratelli, contrassegnata dalla pazienza, dalla povertà, dalla dolcezza. Nel 1725 Dionisi pubblica a Parma con lo pseudonimo di Mariano Partenio Il mese di Maria o sia il mese di maggio consacrato a Maria con l’esercizio di vari fiori di virtù proposti a’ veri devoti di lei. Tra le novità del testo l’invito a vivere, a praticare la devozione mariana nei luoghi quotidiani, nell’ordinario, non necessariamente in chiesa «per santificare quel luogo e regolare le nostre azioni come fatte sotto gli occhi purissimi della Santissima Vergine».In ogni caso lo schema da seguire, possiamo definirlo così, è semplice: preghiera (preferibilmente il Rosario) davanti all’immagine della Vergine, considerazione vale a dire meditazione sui misteri eterni, fioretto o ossequio, giaculatoria. Negli stessi anni, per lo sviluppo della devozione mariana sono importanti anche le testimonianze dell’altro gesuita padre Alfonso Muzzarelli che nel 1785 pubblica Il mese di Maria o sia di Maggio e di don Giuseppe Peligni.

Nel 1945 Pio XII ha avvalorato l’idea di maggio come mese mariano dopo aver stabilito la festa di Maria Regina il 31 maggio. Dopo il Concilio Vaticano II questa festa è stata spostata al 22 agosto, mentre il 31 maggio si celebra la festa della Visitazione di Maria. L’invito a non trascurare la recita del Rosario soprattutto nel mese di maggio viene da lontano.Nell’Enciclica Ingruentium malorum del 1951, Pio XII scriveva: «È soprattutto in seno alla famiglia che Noi desideriamo che la consuetudine del santo Rosario sia ovunque diffusa, religiosamente custodita e sempre più sviluppata. Invano, infatti, si cercherà di portare rimedio alle sorti vacillanti della vita civile, se la società domestica, principio e fondamento dell’umano consorzio, non sarà ricondotta alle norme dell’Evangelo. Per ottenere un compito così arduo, Noi affermiamo che la recita del santo Rosario in famiglia è un mezzo quanto mai efficace».

Anche il Magistero incoraggia questa devozione nata dal popolo. Nell’enciclica Mense Maio datata 29 aprile 1965, Paolo VI indica maggio come «il mese in cui, nei templi e fra le pareti domestiche, più fervido e più affettuoso dal cuore dei cristiani sale a Maria l’omaggio della loro preghiera e della loro venerazione. Ed è anche il mese nel quale più larghi e abbondanti dal suo trono affluiscono a noi i doni della divina misericordia».Nessun fraintendimento però sul ruolo della Vergine nell’economia della salvezza, «giacché Maria – scrive ancora papa Montini – è pur sempre strada che conduce a Cristo. Ogni incontro con lei non può non risolversi in un incontro con Cristo stesso». Anche papa Montini attribuiva una straordinaria importanza al Rosario recitato in famiglia: «Non v’è dubbio – scriveva – che la Corona della Beata Vergine Maria sia da ritenere come una delle più eccellenti ed efficaci ‘preghiere in comune’ che la famiglia cristiana è invitata a recitare. Noi amiamo, infatti, pensare e vivamente auspichiamo che, quando l’incontro familiare diventa tempo di preghiera, il Rosario ne sia l’espressione più gradita.

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L’Aias Ets coccola le mamme con le mani e con il cuore

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Un gesto semplice che parla d’affetto, collaborazione,inclusione: è un’iniziativa dedicata alle mamme in occasione della loro festa domenica 13 maggio.

L’Aias Ets ha organizzato la manifestazione “Con le mani, con il cuore”, un momento do coccole per le mamme a cura della maje up artist Deianira Dammaggio, la fotografa Maria Sciacca e i ragazzi del seminterrato.

Appuntamento il 13 maggio all’Aias dalle 9.30 alle 11 30 con le coccole alle mamme e un dolce break

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Attualità

Per i bimbi della “Romagnoli-Solito” tour in centro nei luoghi di “Ué – Eventi urbani”

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Le classi della scuola dell’infanzia dell’istituto comprensivo “Romagnoli-Solito” in visita nei luoghi della street art del progetto “Ué – Eventi Urbani”, tra via Morello e via Pisa. Un momento di gioia, colore ed entusiasmo per i bimbi che hanno anche realizzato un’attività artistica all’insegna della creatività.

La scuola guidata dal dirigente Gianfranco Mancuso ha dunque promosso un’iniziativa di cittadinanza attiva e valorizzazione del territorio, che ha avuto come protagonisti i piccoli alunni. Presenti e attente le maestre che hanno accompagnato e seguito i loro allievi: ad ideare l’iniziativa è stata l’insegnante Filippa Ciaramella.

«Felicissimi di aver mostrato ai bambini il “volto” e le opere di “Ué – Eventi urbani”, la loro gioia è contagiosa e anche per loro siamo all’opera nella rigenerazione culturale del centro storico», ha detto Roberto Collodoro direttore artistico di “Ué”. 

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