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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

La madre assassina: l’ultimo infanticidio … per ora

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Un altro bimbo ucciso dalla madre. Qui nella nostra Sicilia, Terra delle madri, della Grande Madre, patria del matriarcato più tradizionale e antico. Terra delle Madonne cattoliche con il bambino in braccio, della Madonna delle Grazie a cui si spogliano i bimbi.

 Questa volta si tratta di una bambina, Elena del Pozzo di 4 anni.

Il fatto sembra così assurdo che si stenta a crederlo possibile. Immediatamente ci si augura che la madre sia malata di mente, per trarre un sospiro di sollievo. Solo una pazza può fare una cosa così orribile, si dice. Innaturale.

In effetti il Giudice cosa chiederà in una eventuale perizia psichiatrica al collega di turno? Dica il perito se la Sig.ra etc. etc. sia affetta da una patologia mentale e se al momento del fatto fosse capace di intendere e di volere. Tutti ci si augura che sia malata mentale ed incapace ed il discorso si chiude qui. Invece non è sempre così.

Noi gelesi abbiamo avuto di tutto. Già due mamme hanno fatto fuori quattro figli, due ciascuno.

Un’altra donna gelese uccise il marito nel sonno, con un pugnale alcuni anni fa.

Che la donna possa uccidere dà fastidio, e poi i propri figli, non è possibile! Invece è possibile.

Non solo da malata di mente, ma anche in piena salute mentale. Se la Natura è madre, la Natura dà la vita e la toglie ogni giorno con un ritmo incessante e vorticoso di nascite e morti. Anzi la morte è indispensabile per garantire nuova vita. Alla Natura non importa un fico secco della morte singola, individuale. Alla Natura interessa la Specie, la continuazione della specie, non del singolo essere vivente. E noi umani figli della Natura siamo, prima ancora che delle madri umane.

Ci frega la coscienza dell’esistenza individuale, cosa tutta nostra, della nostra Specie, causa della nostra infelicità sulla Terra, fonte infinita di angoscia. Quando un cane avverte che sta per morire si isola, non fa casino, non chiede aiuto, va a morire in pace per conto suo. Nessuno lo aiuta. L’essere umano è diverso, animale si, ma imperfetto, incompleto, difettoso. Figlio della Natura si, ma più figliastro che figlio legittimo.

Fuor di metafora, la razza umana è uno strappo, una lacerazione dal Tutto, filosoficamente parlando, e questo strappo all’indistinto è causa della sua eterna infelicità.

La madre umana ha diritto di vita e di morte sui propri figli? Siamo portati a dire subito, no! Invece episodi come questo, l’ultimo di una lunga serie (i padri poverini sono fuori gioco) sembrano smentire, sembrano dire: io ti ho dato la vita ed io te la tolgo, tu mi appartieni, sei mio anzi sei me, una parte di me e io di te faccio quello che voglio. L’ambivalenza delle madri. La dannazione dell’essere madri. L’altra faccia delle madri, parafrasando i Pink Floyd, Amare se stesse più di ogni altra cosa o amare prima di tutto i figli e dare la vita per loro, sacrificarsi, vivere in funzione del dovere di accudire o del piacere individuale? La società tradizionale, contadina, povera, a basso sviluppo tecnologico, aveva una idea precisa della madre, essere vivente che si realizzava nello sfornare figli a ripetizione, nel crescerli, educarli e amarli più di sè stessa. Oggi no. Oggi il capitalismo con il suo consumismo edonistico, a una sola dimensione, direbbe Marcuse, con l’assenza del Limite, con il narcisismo individualista esasperato, ha messo in crisi le madri. Dissociate più che mai fra l’amore per i figli e l’amore per sè stesse, il post capitalismo liquido di Bauman offre loro una soluzione, almeno alle donne occidentali, suggerendo di non fare più figli: vivete da single, liberatevi da questo eterno dilemma e godetevi la vita in funzione di voi stesse. Donna e basta, le madri lasciamole fare alle donne povere del mondo e quando ci servono dei figli li prendiamo da loro o in affitto o a pagamento. Certo la Giustizia farà il suo corso e invierà questa madre o nel circuito psichiatrico o in quello giudiziario. Ma il quesito angosciante, filosofico, esistenziale resta. E i padri? Il padre di questa bambina uccisa? Per gli antichi greci a lui spetterebbe, secondo la Legge del sangue, il compito di vendicare la bimba, la figlia, e uccidere la Madre, in una spirale senza fine. Ma i greci ad un certo punto hanno fermato questa spirale infinita, istituendo la Giustizia, il Tribunale. Oreste assassino della madre viene salvato da Athena. Medea assassina dei propri figli per gelosia va via nel cielo. Niente giustizia personale, il padre è evaporato dice Lacan, non siamo più cowboy del far west. Siamo esseri civili, ormai. Lasciamo fare allo Stato. O no? Freud se la ride, dal suo inconscio senza tempo.

Franco Lauria

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Sud chiama Nord invoca le dimissioni del Ministro Musumeci

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Riceviamo e pubblichiamo una nota del leader di Lo afferma il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca

“Inaccettabili le dichiarazioni del ministro Musumeci rispetto alla crisi idrica che sta attanagliando le regioni del Sud Italia”.

Lo afferma il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca

“Si sveglia oggi, novello Don Chisciotte, e rimprovera le regioni di non aver speso i fondi a disposizione. Accusa gli altri di non aver fatto ciò di cui è il simbolo.

Il suo monito oggi alle regioni sul fatto che è stato utilizzato solo il 30% dei fondi contro la siccità suona come una beffa. 

Vogliamo infatti ricordare che in Sicilia è  stato il Governo Musumeci ad incassare, quando lui era presidente della Regione Siciliana, una bocciatura da parte del Governo nazionale  dei progetti siciliani presentati per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). 

Su 32 progetti, 31bocciati! Un record assoluto per una perdita complessiva di 360 milioni di euro.

Si trattava di progetti idrici presentati dal Dipartimento regionale Agricoltura, su fondi PNRR dedicati dal Ministero delle Politiche Agricole. 

Ricordiamo pure che la gestione Musumeci non è riuscita ad affidare nemmeno una gestione d’ambito sui servizi idrici, nonostante abbia commissariato le ATI, prendendo in giro tutti con un disegno di legge di ambito unico inattuabile e, infatti, mai approvato.

La mancanza di gestori ha poi provocato la perdita dei finanziamenti PNRR, con oltre 700 milioni per l’approvvigionamento  idrico per le civili abitazioni che sono andati a beneficio di altre gestioni regionali.

 Le nostre province, sprovviste di gestore unico, non hanno potuto partecipare ai bandi.

Un record fallimentare per Musumeci! 

Tutto questo accadeva quando lui era Presidente della Regione Siciliana e oggi da Ministro rimprovera le Regioni  di essere in ritardo… 

Insomma, il bue che dice cornuto all’asino!”

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L’emergenza idrica a Manfria continua

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Riceviamo e pubblichiamo una nota del Comitato di quartiere Manfria, a firma del presidente pro tempore Maurizio Cirignotta sulla situazione idrica.

“In considerazione dell’attuale crisi idrica e dela fatto che molti cittadini della zona alta, tra cui anziani e disabili, non usufruiscono da decine di giorni  del regolare approvvigionamento di acqua in quanto il gestore privato della rete rispondente ‘Divina Acquedotti’ di Riesi su concessione del “Consorzio Piana Marina” non è stata portata avanti alcuna azione tecnica per sezionare o favorire la rete e favorire le zone non servite. Tutto viene lasciato al caso favorendo sempre le stesse persone, con la scusa della bassa portata inviata da Siciliacque.

Valutando che le leggi vigenti e le responsabilità per interruzione di pubblica utilità con danno alla salute umana ed in questo caso per mancanza di acqua potabile è sancito dagli art.li 331 c.p e 340 c.p.

Ad ogni essere umano servono almeno 35 ml di acqua per ogni kg di peso corporeo in età dai 18 ai 65 anni che aumentano in caso di disabilità o vecchiaia.

In questa situazione serve lacautela sanitaria che richiama l’art. 32 Cost. ove si prevede, che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” e che pertanto, nella situazione di emergenza, il bene “salute” appare decisivo in ogni situazione nella quale il problema possa prospettarsi.

La salute come bene primario in questo caso però viene messo in secondo piano favorendo una multi settorialità del problema patologico da sofferenza idrica che interviene alle varie età e specie nei portatori di malattie croniche che devono sopperire a Psicosi e manifestazioni Depressive conseguenti all’ abuso istituzionale perpetrato nella creazione di un clima di insicurezza fisica.

Chiede agli organi competenti di istituire una fase emergenziale per le emergenze idriche in Sicilia con il compito di attuare una erogazione sostitutiva di acqua per tutti e non solo per pochi con eventuale nomina di un commissario prefettizio che possa operare al meglio.

Si coglie occasione per ringraziare Il Sindaco, l’Assessore allo Sviluppo Economico ed il responsabile della Protezione Civile Ing. Roberto Capizzello per l’impegno profuso in relazione alla richiesta di Autobotti sostitutive alle famiglie in criticità. Ma il momento è difficile per la zona alta di Manfria soffre perché la portata non permette accumulo”.

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Siccità ad Agrigento: acqua ogni 20 giorni

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Riceviamo e pubblichiamo una nota di Federconsumatori.

“Il cambiamento climatico presenta il conto.

La situazione drammatica nella città di Ravanusa e in gran parte della provincia di Agrigento, dove l’acqua arriva in media circa ogni 20 giorni, non è solo la conferma di quanto Federconsumatori dice da anni sulla crisi idrica in Sicilia, ma anche una drammatica conseguenza del cambiamento climatico globale causato dall’uomo.

La quantità di pioggia che cade mediamente ogni anno in Sicilia è sempre di meno e, in prospettiva, andrà a diminuire e non ad aumentare: gli studi scientifici ci dicono che nell’isola nascerà presto il primo deserto italiano.

Questo impone a tutti una profonda riflessione sia sulla crisi climatica che sulla sua gestione pratica, sia quotidiana che a lungo termine.

La responsabilità della crisi idrica in Sicilia è ampiamente condivisa da tutti i soggetti interessati alla gestione dell’acqua nell’isola e, purtroppo, oggi scontiamo gli errori e l’immobilismo di parecchi anni fa.

Per questo occorre prontamente invertire la rotta, occorrono degli interventi strutturali indispensabili e attivare una corretta e sostenibile gestione della risorsa in grado di garantire l’acqua per tutti gli usi, migliorando la capacità di raccolta e distribuzione delle risorse idriche.

Servono altresì misure straordinarie concrete ed efficaci per contrastare rapidamente la grave situazione che colpisce pesantemente la popolazione e le attività produttive del territorio agrigentino.

Nell’agrigentino la società consortile pubblica che gestisce il Sistema Idrico Integrato, in accordo con la Prefettura di Agrigento, ha vietato la distribuzione incontrollata di acqua prelevata dai pozzi privati e trasportata con autobotti di aziende locali. Ora le autobotti possono trasportare solo acqua controllata, prelevata da un punto di distribuzione della società di gestione.

“Questo metodo garantisce la salubrità dell’acqua – affermano all’unisono il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa e quello di Federconsumatori Agrigento, Angelo Pisano – ma rallenta moltissimo la sua distribuzione: vanno attivati molti più punti di prelievo dell’acqua, nel minor tempo possibile”.

Federconsumatori, inoltre, chiede che anche il Governo nazionale faccia la sua parte nella soluzione della crisi idrica in Sicilia, ad esempio inviando la nave cisterna della Marina Militare che è stata annunciata a inizio luglio ma che, al momento, non si è vista”.

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