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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Lo ‘strano caso’ dei tirocinanti senza portafoglio

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Oreste Lauria,portavoce dei tirocinanti dell’avviso 22 della regione siciliana, non le manda a dire.

“Siamo stati formati tramite un tirocinio con la durata da 6 a 12 mesi, proposto da un bando della regione siciliana 22/2018 lavorando per poi alla fine essere rimandati a casa senza nessuna proposta di lavoro.

È palese che chi di dovere faccia chiarezza sul perché tutti i tirocinanti dopo 3 anni non siano stati ancora pagati.

Qualora si riscontrassero delle responsabilità oggettive, gli organi competenti della Regione siciliana dovranno adottare i provvedimenti necessari, in alternativa di trovare una soluzione per i pagamenti.

Invito inoltre tutto il nuovo Parlamento regionale ad intervenire sulla vicenda.

Ad oggi dei 1.741 tirocinanti dell’Avviso 22, 800 sono stati pagati a saldo dopo una lunga attesa e, dopo ben 3 anni, la restante parte ha ricevuto solo degli acconti bimestrali, ed addirittura 300 di questi sono rimasti senza nessun pagamento.

L’Avviso 22 prevedeva tre formule legate all’età: Misura A dai 18 ai 36, Misura B dai 37 ai 62 e Misura C che prevedeva il coinvolgimento delle fasce della categoria protetta, cioè diversamente abili e persone economicamente svantaggiate.

Sono trascorsi 3 anni ed ancora oggi 300 tirocinanti non hanno ricevuto nessun pagamento, sono gli invisibili dell’avviso 22, trattati come i figli di nessuno! Altri tirocinanti attualmente si sono dovuti accontentare di acconti bimestrali.

Abbiamo chiesto pubblicamente che il Parlamento regionale istituisca una commissione parlamentare d’inchiesta sui “disastri” dell’avviso 22 ed accettare eventuali responsabilità.

Invito il neo Presidente della regione siciliana Renato Schifani di aprire un eventuale dialogo con noi tirocinanti ed interessarsi in prima persona su questa vicenda insieme alla sua giunta regionale e di trovarne soluzione, altrimenti prenda provvedimenti necessari perché alcuni enti promotori nonché agenzia per il lavoro a quanto sembrerebbe non riescono a sanare le pratiche ai tirocinanti. Gli stessi sono stati scelti a concorrere a questa bando e sono accreditati con la regione siciliana.

Come ex lavoratori della Regione siciliana ci sentiamo umiliati, siamo in una condizione di disagio dopo essere stati usati solo per favorire un lavoro sottopagato. È giunto il momento che le istituzioni della politica regionale siciliana della nuova giunta del presidente della regione siciliana Renato Schifani, trovino una soluzione risolutiva del caso dei pagamenti, affrontando la realtà.

Pratiche del 2019 e del 2020 in attesa delle istruttorie, altre già sono state fatte ma presentano delle criticità in attesa che gli enti promotori e le agenzie per il lavoro riescano a sanare la pratica al tirocinante, altre pratiche non risulterebbero ancora nel sistema informatico dell’assessorato al lavoro, e pratiche in attesa che vengano date le assegnazioni agli uffici preposti per fare le istruttorie.

Alcuni tirocinanti hanno ricevuto l’email da mesi dall’assessorato al lavoro perché il proprio ente a quanto pare non riesce a sanare la pratica al tirocinante, e non si sa se vengono pagati, purché si trovi una soluzione per inserirli nei decreti di pagamento.

La vicenda ha varcato il valico della Sicilia ed è diventato un caso nazionale.

Dovrebbe andare andare in onda alle ore 20:40 su canale 5 venerdì il servizio su striscia la notizia.

La giunta regionale metta in atto misure che favoriscano realmente l’occupazione.

Vogliamo che si rafforzino le politiche attive del lavoro creando nuovi strumenti efficaci, ponendo fine alle vecchie formule degli Avvisi regionali nati solo per venire incontro alle richieste delle aziende pubbliche e private che abusano di manodopera a costo zero.

Alla fine del tirocinio siamo stati sfruttati come lavoratori e mandati a casa da disoccupati, noi vogliamo lavorare, purtroppo siamo costretti, almeno chi può, a percepire il reddito di cittadinanza per mandare avanti la famiglia, gli altri non possono neanche percepirlo nonostante disoccupati, non avendo i requisiti.

L’avviso 22 della regione siciliana è stato un flop nel suo intento primario, cioè il futuro inserimento lavorativo. Tra 1.741 tirocinanti, solamente 170 sono stati assunti con varie tipologie di contratto e sono andati sprecati 30 milioni di Euro predisposti dalla Comunità europea per le politiche del lavoro.

Oltre perciò al danno di esser stati sfruttati rimanendo alla fine disoccupati, si aggiunge la beffa della Regione siciliana che continua ad istituire nuovi Avvisi pubblici di partecipazione come Garanzia giovani 2 o Avviso 33, ed altri avvisi che nei prossimi mesi verranno pubblicati, creeranno solo altri tirocinanti da prendere in giro. Grazie a queste misure si favoriranno solo le imprese che beneficeranno di manodopera sottopagata dalla Regione siciliana senza prevedere una sicura e stabile occupazione futura.

Gli unici che si sono fatti sentire attualmente sono stati i deputati del movimento 5 stelle Nuccio di Paola vice presidente dell’assemblea regionale siciliana e Roberta Schillaci membro della 5′ commissione lavoro, formazione e cultura all’Ars, richiedendo un’audizione urgente per chiedere di trovarne soluzione migliore che si potrebbe adottare ai pagamenti.

Dopo diverse denunce in varie testate giornalistiche siciliane, finalmente sono arrivate le richieste di udienze al Parlamento siciliano.

Anche a livello nazionale si sta dando il giusto risalto ad una situazione che ha ormai davvero dei risvolti assurdi ed inquietanti”.

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Estate senza mare per i disabili: il caso diventa nazionale

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Roma – Anche quest’anno, estate senza mare per i disabili di Gela. E interviene il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani, sulla inaccessibilità delle spiagge di Gela per le persone con disabilità.

Esprime in una nota la sua preoccupazione per una condizione che, oltre a compromettere l’inclusione, rappresenta una grave violazione del diritto alla partecipazione piena alla vita sociale e ricreativa.Non è più tollerabile che il principio di pari opportunità, sancito dalla nostra Costituzione e da normative internazionali vincolanti, venga vanificato da ritardi burocratici, inadempienze amministrative o inerzie logistiche.

“Il caso di Gela, emblema di una prassi purtroppo non isolata nel nostro Paese, ci interroga su una questione centrale – scrive il presidente Tomano Pesavento – quanto vale, nel concreto, la dignità di ogni cittadino?Che un diritto così elementare come l’accesso al mare debba ancora oggi scontrarsi con barriere fisiche e amministrative, nonostante la disponibilità di fondi e strutture già pronte all’installazione, è un segnale di allarme.

A rendere ancora più amara la situazione è la consapevolezza che l’intervento necessario – l’apposizione di passerelle già presenti nei depositi comunali – non richieda né sforzi straordinari né risorse aggiuntive, ma solo la volontà politica e amministrativa di procedere in tempi certi.Nel ribadire la necessità di garantire la piena accessibilità degli spazi pubblici, il Coordinamento richiama il valore educativo dell’inclusione, non come gesto formale ma come espressione concreta di cittadinanza. Non si tratta di “agevolazioni”, ma del riconoscimento pieno dei diritti umani fondamentali.

Ogni giorno senza accessibilità è un giorno in cui viene negata l’eguaglianza sostanziale, che costituisce l’asse portante di una democrazia compiuta.Pertanto, si chiede con urgenza:al Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente, di rimuovere ogni ostacolo autorizzativo che ritardi l’intervento;al Comune di Gela e agli enti operativi competenti, di attivarsi immediatamente per il completamento dei percorsi accessibili;alle istituzioni scolastiche e culturali del territorio, di fare della promozione dei diritti un terreno concreto di educazione civica e sociale.

Il mare, come ogni bene comune, non può e non deve essere privilegio di pochi. L’estate non può iniziare davvero, se parte della cittadinanza è costretta a restarne spettatrice”.

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“Non si importino prodotti provenienti da Israele”

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Dal capogruppo del M5s Francesco Castellana riceviamo e pubblichiamo

Dopo la protesta di piazza occorre mettere in campo azioni concrete.
Dopo le bandiere della protesta necessitano piccole azioni quotidiane, con lo scopo rivoluzionario della concreta dimostranza.
A che serve gridare con un megafono se poi ricadiamo in una normalità stagnante?
A che serve presidiare luoghi sensibili per poi tornare alle quotidiane abitudini egoistiche e distaccate?
Come se l’attuale crisi planetarie non ci riguardasse da vicino.

E invece siamo così tanto prossimi e vicini allo stato di emergenza bellicista – vedi il Muos di Niscemi – da imporci una consapevole presa di posizione contro il delirio nichilista della guerra disumana

E allora cerchiamo di intervenire, nel nostro piccolo quotidiano, contro l’elemento fondamentale che fa ruotare il sistema capitalistico dell’emergenza e cioè i rapporti commerciali.

Chiedo infatti alle grandi realtà locali imprenditoriali di interrompere ogni rapporto commerciale con gli operatori economici Israeliani.

Chiedo a Bioraffineria di Gela e alle ditte dell’indotto di non importare e utilizzare prodotti aziendali provenienti da Israele.
Chiedo alla grande distribuzione alimentare locale di non vendere più prodotti alimentari provenienti da Israele e di distribuire, tra i tanti prodotti, la Gaza Cola i cui proventi ricavati sono destinati al sostegno di progetti umanitari, tra cui la ricostruzione dell’Ospedale Al Karama nel nord di Gaza

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“Stato di incuria, si intervenga a Macchitella”

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Dal nostro lettore, Angelo Infurna, riceviamo e pubblichiamo

Perenne stato di incuria del marciapiede di viale Cortemaggiore a ridosso di viale Indipendenza. Erba e vegetazione alta più di due metri che hanno reso il marciapiede ormai impraticabile per cui il pedone è costretto, purtroppo, a transitare sulla strada mettendo a rischio la sua incolumità a causa dei mezzi di trasporto che, ahimè, spesso sfrecciano ad elevata velocità.

Il quartiere residenziale di Macchitella è colmo di queste situazioni. Invito l’amministrazione comunale,nin primis il sindaco e l’assessore al ramo, ad intervenire.

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