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Cronaca

M5S all’Ars: “Rifiuti, fallimento siciliano. Il Governo dichiari lo stato di emergenza”

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PALERMO – “Le discariche sono piene, al presidente Musumeci non resta che ammettere il fallimento e dichiarare lo stato di emergenza”: lo dichiarano i deputati regionali del Movimento 5 Stelle, Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito (componenti della commissione Ambiente e Territorio) insieme ai colleghi Nuccio di Paola e Ketty Damante. I deputati sottolineano come “l’unica strategia del governo regionale è quella di portare i rifiuti all’estero, dopo aver trascorso quattro anni senza programmi, senza progetti e senza aver costruito nuovi impianti per lo smaltimento. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e a pagarne le spese sono i territori, con montagne di rifiuti che restano abbandonate nelle città. Critica la situazione in alcune discariche pubbliche, già sature, che non possono sobbarcarsi il carico aggiuntivo delle altre province. Tra queste Enna o peggio ancora Gela: qui, in contrada Timpazzo, sono già stati superati i livelli di contaminazione. Lo ha certificato l’Arpa, che ha anche inviato gli atti alla magistratura. In questo scenario – proseguono i deputati – il presidente della Regione chiede ai gestori delle discariche ulteriori sforzi per ricevere i rifiuti, ma sa benissimo che l’unica soluzione rimasta è spedirli all’estero, con costi aggiuntivi per le casse pubbliche. Intanto, in questo modo il problema non si risolve mai, piuttosto si aggrava e le soluzioni vengono ancora una volta rinviate al futuro. È il frutto di una politica che ha abbandonato i palazzi degli assessorati. La gestione dei rifiuti, così come altre, viene governata dai dirigenti, costretti a gestire l’emergenza, in mancanza di alcuna visione politica”, concludono i deputati.

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Cronaca

Tre arresti a Caltanissetta per atti persecutori e maltrattamenti in famiglia

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La Polizia ha eseguito tre provvedimenti restrittivi della libertà personale emessi dell’Autorità giudiziaria nei confronti di persone indagate e condannate a vario titolo per atti persecutori e maltrattamenti in famiglia. Due provvedimenti riguardano la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa, con applicazione del “braccialetto elettronico”, che gli agenti della Squadra Mobile di Caltanissetta anno notificato a un 50enne e a un 35enne indagati per atti persecutori nei confronti delle ex compagne. Un provvedimento di applicazione di misura alternativa alla detenzione riguarda, invece, un 37enne condannato per il reato di maltrattamenti in famiglia commesso nei confronti della moglie, il quale dovrà scontare la pena in regime di detenzione domiciliare.

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Cronaca

Retata nell’Agrigentino e nel Nisseno, 13 arresti

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Blitz antimafia dei Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, nella città dei templi, Favara, Canicattì, Porto Empedocle e San Cataldo, con il supporto del Nucleo Eliportato Cacciatori di Sicilia e dei Nuclei Cinofili di Palermo e Nicolosi. Tredici le persone fermate: l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti con l’aggravante di aver agito utilizzando il metodo mafioso per agevolare l’associazione mafiosa “cosa nostra”. Il provvedimento è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia.

Sono state eseguite varie perquisizioni personali e domiciliari delegate dalla Procura distrettuale nei confronti di ulteriori soggetti indagati nello stesso procedimento penale.Il provvedimento trae origine dalle attività d’indagini svolte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo Carabinieri di Agrigento e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, dal mese di dicembre 2024 a tutt’oggi, che costituiscono la naturale prosecuzione di quelle dello scorso 14 gennaio 2025 con l’esecuzione di un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 48 persone.Dall’inchiesta è emersa un’ampissima disponibilità di armi – anche da guerra – in capo ai sodali. In particolare, negli atti intimidatori perpetrati rispettivamente nel mese di dicembre 2024 ai danni di una rivendita di frutta e verdura di Agrigento e nello scorso mese di giugno ai danni di un panificio di Porto Empedocle, sono stati esplosi a raffica svariati colpi utilizzando un fucile mitragliatore AK-47, meglio noto come kalashnikov.

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Cronaca

Coltivava cannabis in casa, niscemese in manette

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Un niscemese di 50 anni, è stato arrestato dai Carabinieri per produzione, coltivazione e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.Nel corso di una perquisizione domiciliare d’iniziativa, i militari hanno scoperto all’ultimo piano dell’abitazione dell’indagato una serra artigianale completa di impianto di aerazione, allestita per la coltivazione di piante di cannabis indica. All’interno del locale sono state rinvenute cinque piante di marijuana, ognuna di altezza superiore al metro.

Durante le operazioni, i Carabinieri hanno inoltre trovato e sequestrato due contenitori in vetro contenenti complessivamente 34 grammi di marijuana, un grammo di hashish e vari attrezzi utilizzati per la pesatura.L’arresto è stato convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari.L’operazione si inserisce nell’ambito della costante azione condotta dall’Arma per prevenire e reprimere la diffusione delle droghe sul territorio.

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