Il presidente del consiglio comunale Salvatore Sammito ha previsto una seduta monotematica per mercoledi prossimo con l’invito all’assessore all’Energia Daniela Baglieri, ai sindaci della Srr ed al Libero Consorzio. La decisione della Regione di disporre un ulteriore aumento di rifiuti a Timpazzo da altri siti crea non pochi imbarazzi nella maggioranza di Greco . Il forzista Michele Mancuso si dichiara preoccupato. <No ad ulteriori conferimenti di rifiuti fino a quando non sarà certezza il progetto di ampliamento della seconda vasca. Diversamente la discarica si esaurirà presto e avremo i rifiuti sotto casa. Ne parleremo in un incontro che chiederò con l’assessore Baglieri>. La posizione di Mancuso è quella dunque di subordinare il si al nuovo ordine della Regione alle certezze di realizzazione del progetto di ampliamento. Silenzio invece da parte degli esponenti dell’ Udc, il partito dell’ assessore regionale ai rifiuti.
“Rimosso l’amianto, i lavori sul secondo lotto del Lungomare sono iniziati”. Lo annuncia con orgoglio il sindaco di Gela, Terenziano Di Stefano. Sembrava che dopo l’inaugurazione canonica, tutto si fosse arenato. “E invece per avviare il lavoro propriamente detto era necessario un intervento specifico per la rimozione di quantitativi di amianto che nessuno ha pensato mai di rimuovere. Per far questo servono autorizzazioni specifiche e squadre di intervento specializzate ed opportunamente formate a questo compito delicato. Quindi non c’è stato alcun fermo. Sapevamo che i vecchi impianti turistici presenti in quell’area dovevano essere liberati dall’amianto ed è stato fatto”
L’iter è andato avanti secondo la tabella di marcia Solo dopo la rimozione dell’amianto, prevista, si può procedere con le operazioni di demolizione delle vecchie strutture e i successivi interventi su un tratto più lungo del precedente”.
Si tratta di un progetto articolato e complesso ma siamo riusciti a portarlo a compimento, insieme agli altri cantieri. Nei prossimi mesi Gela ne vedrà tanti attivi ma entro un anno e mezzo cambieremo l’immagine della nostra città.
I lavori avranno la durata di diciotto mesi (due sono già passati) e riguarderanno il tratto che va dal vecchio pontile sino all’area dell’ex lido La Conchiglia. Sarà realizzata, in continuità al primo progetto originario, una lunga passeggiata a più livelli, con aree verdi e spazi esterni rivisitati in chiave moderna e accessibile a chiunque. Il progetto redatto dall’arch. Rino Anzaldi, è stato adottato dall’amministrazione Crocetta circa 20 fa. Anche per l’estate 2025 si prevedono lavori fra le passeggiate di gelesi e visitatori
Ogni città è fiera dei suoi monumenti e delle bellezza naturali: mari, laghi o fiumi. Reggio Emilia del Po, Firenze dell’Arno.
A Gela invece il fiume che porta il suo nome di derivazione greca, non è mai stato preso in considerazione. Anzi il gelese rifugge da quella zona dove ha sede il letto del povero fiume abbandonato.
Perché puzza. E nessuna amministrazione se n’è mai occupato. Tranne qualche volontario con denunce finite puntualmente dimenticatoio.
In questi giorni il fiume Gela puzza più del solito. Ma il gelese non se ne accorge. Non misura l’intensità del cattivo odore…..
Se n’è accorto invece il gruppo sociale ‘Gela che cambia’ presieduto da Renato Messina, perché il fiume da circa quattro giorni appare nero, oltreché maleodorante, soprattutto nei due lati della via Generale Cascino vicino l’ex Mattatoio.
La denuncia è stata inoltrata all’amministrazione comunale impegnata in questi giorni nelle feste ‘Panem et circensem’ ed all’assessore competente, per tentare di risolvere il problema.
“Perché se nei prossimi giorni dovesse piovere a dirotto – dice il segretario di ‘Gela che cambia’ Emanuele Sacco – questi liquami finirebbero in mare con quello che ne consegue per la stagione estiva”.
Inoltre l’acqua rappresenta una fonte di abbeveraggio per gli uccelli miratori che vanno verso la zona umida protetta del lago Biviere.
Eppure quella parte del lunghissimo Lungomare di Gela sarebbe la zona di punta per la passeggiata dei visitatori se opportunamente curata. Se….
Caltanissetta- Diagnosi della celiachia, dieta senza glutine, effetti sullo stile di vita, impatto psicosociale sia per l’adulto, anche in età avanzata, sia per il bambino. Una panoramica completa su ciò che riguarda la gestione della celiachia è stata presentata ai diversi professionisti presenti venerdì 16 e sabato 17 maggio nella sala convegni dell’OMCeO provinciale di Caltanissetta. Medici chirurghi, biologi, infermieri e psicologi, con il coinvolgimento dei rispettivi Ordini, hanno preso parte all’evento formativo dal titolo “Celiachia tra scienza, nutrizione e qualità della vita”.
Un corso ECM la cui caratteristica principale è stata sicuramente la multiprofessionalità. “L’approccio ad una patologia non è più soltanto a carico di una categoria professionale di operatore sanitario, ma di quante più categorie professionali che hanno un solo obbiettivo quello di avere al centro del proprio interesse il paziente con un lavoro sinergico che migliori la qualità dell’erogazione della prestazione sanitaria ad un soggetto che a noi si rivolge in fase di criticità”, ha sottolineato il Presidente dell’OMCeO provinciale Giovanni D’Ippolito. Un concetto che è stato ribadito dal medico chirurgo Giovanni Di Lorenzo nonché Direttore scientifico della rivista online Quotidiano Benessere, “l’approccio multidisciplinare ad una patologia così complessa – ha affermato – e sicuramente a livello sociale di altissimo livello quale la celiachia oggi ci offre la possibilità di vedere che non dobbiamo curare soltanto la malattia ma al centro dobbiamo tenere il paziente”.
Si pensa ad una medicina personalizzata, inoltre “l’argomento di oggi, essendo proprio la celiachia e trattato da tutti questi specialisti volge proprio a far comprendere quanto si può normalizzare questa patologia – ha aggiunto l’otorinolaringoiatra Antonella Ballacchino – e quanto si può impedire che questa patologia diventi una problematica anche psicologica e non solo psicologica, ma nell’ordine della grande dimensione di cui oggi si parla che è quella biopsicosociale”.
La celiachia, enteropatia che viene provocata dall’ingestione del glutine nel soggetto che ne è affetto, non sempre viene riconosciuta in maniera immediata a causa di una differente presentazione di sintomi. “Da un punto di vista gastroenterologico la diagnosi non sempre è così semplice- ha spiegato Marcello Maida gastroenterologo e professore universitario di Gastroenterologia – spesso può nascondere anche delle insidie legate alla corretta interpretazione degli esami da eseguire, in particolar modo degli anticorpi per la celiachia, dell’esame istologico che viene eseguito durante la gastroscopia”.
A volte non ci sono i sintomi tipici della celiachia, “questo impone – ha aggiunto il professore Maida- una corretta valutazione clinica del paziente, una corretta valutazione del profilo di rischio e quindi la vera sfida dello specialista è quella di studiare bene il paziente per capire quando nelle presentazioni non classiche, non tipiche si può celare la malattia celiaca”.
Un ruolo importante viene svolto dalla diagnostica di laboratorio e dall’ HLA, test che valuta la predisposizione nei confronti di una determinata malattia. “Oggi sono conosciuti anche molti biomarcatori che ci permettono di diagnosticare la malattia celiaca, a volte anche senza biopsia o prima dell’intervento medico”, ha specificato la biologa nutrizionista Maria Luisa Leonardi.
È stata fatta anche chiarezza su alcuni argomenti, come la distinzione tra celiachia e ipersensibilità al glutine. “Spesso si confondono le due condizioni – ha raccontato la biologa nutrizionista e dottore in epatogastroenterologia Maria Luisa Dongarra’ – in quanto le manifestazioni cliniche sono identiche se non, in alcuni casi, molto simili ma dopo avere escluso effettivamente la diagnosi di celiachia, è possibile individuare eventualmente l’ipersensibilità al glutine grazie a un protocollo ben specifico in cui si indica al paziente di effettuare per un certo periodo una dieta aglutinata. Questo poi può consentire al professionista, che sia appunto il nutrizionista piuttosto che il gastroenterologo, di dare le giuste indicazioni”.
L’evento è stato suddiviso in quattro sessioni all’interno delle quali non e’ stato dimenticato l’impatto psicologico. “La compliance terapeutica che uno psicologo e la psicoeducazione, il supporto psicologico può offrire in una condizione di équipe, dove sono coinvolte più figure sanitarie- ha precisato lo psicologo e consigliere dell’Ordine degli Psicologi siciliano Marco Maria Leonardi- questo rende appunto l’ottimizzazione dell’intervento della terapia”. Differente è inoltre il grado di accettazione della diagnosi di celiachia nel bambino rispetto all’adulto, dalla comprensione del concetto di contaminazione del glutine e aderenza alla dieta nel bambino molto piccolo, ai timori che insorgono più avanti negli anni.
“Nel bambino scolarizzato la difficoltà maggiore è legata ad una paura, ad una mancanza di sicurezza negli ambiti diversi da quello familiare, da quello domestico. Più avanti ancora invece vediamo che per l’adolescente la celiachia diventa motivo di isolamento, di evitamento di situazioni sociali oppure diventa anche motivo di trasgressione, che comunque è anche un tasto particolarmente delicato in adolescenza. Chiaramente in tutto questo, la famiglia ha un ruolo fondamentale”, ha evidenziato Alessandra Sardo dottoressa in psicologia e psiconcologa. Ancora più difficile, rispetto al bambino, la scoperta della celiachia per l’adulto che “può avere delle complicanze da un punto di vista psicopatologico – ha spiegato lo psicoterapeuta Steven Spinello- del tipo ansia, del tipo depressione, che sono comunque delle psicopatologie importanti non soltanto per quello che comporta in termini di celiachia ma anche rispetto allo stress, rispetto all’impatto sulla vita a 360° di quella persona e a maggior ragione quando questo, poi impatta su un impianto sociale che magari non è pronto ad accogliere tutte le richieste che avrebbero le persone con la celiachia”. Infine la persona anziana “oltre a tutto quello che sta attraversando rispetto ai cambiamenti fisici o alle paure normali che si hanno con l’avanzare dell’età -ha concluso – deve anche affrontare questo ennesimo compito”.