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Società

Smettiamo di parlare di politica

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L’opinione dello psichiatra Dott. Franco Lauria

La politica è
scaduta a cortile.
Infatti è stata  superata in termini di potere da altri poteri più forti e che stanno più in alto gerarchicamente.
Sopra la politica ci sta l’economia e sopra l’economia ci sta la finanza e sopra la finanza ci sta la Tecnica.
Sotto la politica, potere di quarto ordine, ci stanno i giornalisti servi del Sistema, potere di quinto ordine.
Molti personaggi patiti dei social seguono le vicende dei singoli partiti e spesso delle singole persone allo stesso modo in cui  seguono le squadre di calcio e i calciatori. Poi si va a mangiare tutti quanti il pranzo preparato dalle mogli.  Insomma un passatempo per pensionati o disoccupati cronici o casalinghe annoiate.
Spettegolezzo puro.
Occupazione che scade sempre più in basso.
Si scivola, senza accorgersene, verso una mediocrità sempre più laida e provinciale. Ci si accanisce contro l’avversario politico, perché un avversario ci deve essere sempre,  per portare avanti il giochino del passatempo. Uno su cui scaricare le frustrazioni esistenziali o provocate dal  lavoro o da mogli/mariti prepotenti e castranti.
Lo stesso vale per lo sport, soprattutto il calcio, infatti lor signori passano, con nonchalance, dalla politica al calcio e viceversa a dimostrare che quello che conta davvero per queste persone non è il contenuto, ma la forma.  
Dopo avere cercato di far capire a costoro di quanto sia scaduta la politica a cominciare dagli anni 70, ma soprattutto con gli anni 90, ed essermi sentito attaccare come fascio-leghista, ma a volte anche sessista e maschilista, adesso provo ad invitare costoro ad elevarsi un pochino dal laido livello politico con l’approccio da tifo da stadio e advenire a livelli culturalmente  superiori. Tipo sociologia, letteratura,  psicologia e filosofia. Insomma fare cultura.
Se una speranza questo nostro paese, Gela, potrà avere non verrà infatti in primis dalla politica, ma dalla cultura e la politica oggi tutto può essere (affarismo amorale o passatempo), ma certamente non è cultura.
Mancano a Gela dei circoli culturali e non è un caso. Mancano perché la cultura è volata via. Chi compra e legge libri e li commenta in un circolo?  Nessuno. Si comprano libri scolastici sino all’università, ma poi dopo l’Università?  Forse qualcuno legge in solitaria, ma non c’è confronto, non c’è scambio appassionato e non c’è crescita. Per arginare questa deriva antropologica verso il subumano( che è il contrario del postumano di nietzschiana memoria) bisogna  rimboccarsi le maniche e fare qualcosa. Io mi rivolgo a  chiunque abbia sete di cultura in senso lato, ed anche al mio amico Michele Orlando, la sua libreria può infatti essere luogo idoneo e privilegiato per lanciare questo discorso.

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Il dolore delle tragedie greche come fonte di studio scientifico

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La vivacità culturale del Lions Club di Gela Ambiente Cultura Territorio di cui è presidente l’Avv. Manuela d’Arma e dell’Associazione ex Allievi del Liceo Classico Eschilo di Gela di cui è presidente la Prof.ssa Maria Grazia Falconeri ci ha regalato, ieri sera, un interessantissimo evento presso la ex Chiesa di San Biagio.

Tre illustri relatori, grandi studiosi della psicologia della Gestal Therapy, hanno conversato su l’Agamennone, tragedia tra le più belle di Eschilo, prima della trilogia Orestea, che quest’anno verrà riproposta al Teatro greco di Siracusa.

Intervallati dalla trascinante e appassionata recitazione dell’attrice Giada Costa, moderati dal D.S. Cetta Mongelli che ha dialogato con maestria con loro, Antonio Sichera, prof. Ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea dell’Università di Catania, il prof. Giovanni Salonia, ofm, psicologo, psicoterapeuta, professore di psicologia sociale, stimato luminare della Psicologia della Gestalt, direttore della Scuola di Specializzazione in Terapia della Gestal Kairos e la prof.ssa Paola Argentino, psichiatra, direttrice dell’Istituto di Neuroscienze e Gestalt “Nino Trapani”, si sono rivelati profondi conoscitori dell’animo umano, con tutte le dinamiche e le sfaccettature: animo, psiche, spirito.

Hanno reso la conversazione di un’attualità sconvolgente come d’altra parte sono sempre i valori etico-religiosi e politico-sociali della tragedia greca classica.

 Il prof. Salonia ha dichiarato che l’elemento propulsivo del confronto con la saggezza del mondo greco come viene rappresentata nelle tragedie, è comprendere il mistero dell’uomo e dell’uomo che soffre.

Al centro il problema del dolore, della colpa, della responsabilità, del castigo. Da dove viene all’uomo il dolore? Esso viene solo dalla condizione umana o all’interno della condizione umana esiste la responsabilità del singolo?

E’ stata un’affascinante indagine sulla relazione tra colpa, pena,espiazione, conoscenza. E proprio la riflessione su Agamennone, sul figlicidio, sul uxoricidio e poi, sfociando su Oreste,sul suo matricidio ci portano a riflessioni di tragica attualità. Agamennone che uccide la figlia per la patria, Ifigenia dalle due anime, prima implora il padre di non sacrificarla e poi accoglie la causa del padre e va alla morte in silenzio, Clitemnestra , madre di Ifigenia, che vendica la figlia uccidendo Agamennone, ecco una successione di atti sacrileghi e che però non sono lontani da noi e non solo in quei fatti tragicamente cruenti, ma spesso questi atti si riscontrano nelle genitorialità, nei rapporti d’affari, nelle piccole comunità come nelle grandi comunità mondiali.

E per la prof.ssa Argentino, psichiatra e psicoterapeuta, ancora oggi, la donna spesso è considerata propensa al sacrificio e al silenzio, donna/casa in contrapposizione all’uomo/polis, questi nuclei sociali sono interdipendenti ma spesso ancora distanti.

Così le relazioni sono stati illuminanti per noi uomini di questo tempo senza certezze e nostro malgrado catapultati in una guerra al cuore dell’Europa.

C’è una speranza per l’uomo che soffre? I relatori hanno parlato dell’importanza della parola, del contatto. Ogni contatto, in ottica terapica gestaltica, implica una fase conflittuale nella quale entrano in crisi gli equilibri esistenti e una fase costruttiva attraverso la quale si perviene ad una nuova sintesi. “E’ una sola parola che basta a salvare una vita” e questa parola per il prof. Sichera è amore. Spogliando questa parola da interpretazioni di tipo barocco, mieloso o troppo romantico dire amore significa incontro.

Incontro in cui la fatica della relazione significa essere aperti al dialogo con il pensiero altrui, disposti ad ascoltare, capaci di compagnia e insieme di pensiero, di comprensione del corpo e di creatività della parola.

La parola, la speranza e il perdono, solo queste categorie relazionali, potranno salvare l’umanità.

D. S. Concetta Mongelli

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Ru486: la pillola per l’aborto fai da te. Il punto di vista dello psichiatra Dott. Franco Lauria

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Ru486. La pillola per l’aborto fai da te.

50 anni fa la pillola antifecondativa separava per la prima volta nella storia dell’umanità il piacere sessuale dalla gravidanza.Fu una rivoluzione, una liberazione da un incubo. E la novità piacque anche ai maschi che da allora hanno più donne disponibili al sesso per il sesso. Al sesso con amore, ma  anche al sesso senza amore.

Ma la modernità non si ferma qui ed oggi l’industria cerca di rendere sempre più facile, indolore, veloce e gratuita l’interruzione volontaria della gravidanza. La pillola Ru486 la puoi usare in casa, in piena autonomia,  facile facile. E voilà il gioco è fatto. Il bimbo non c’è più. Si perché l’industria viene incontro alle esigenze di un Sistema che non vuole più nuovi nati, almeno nell’ Occidente postcapitalista. 

Bisogna convincere le donne che abortire è normale, non è un trauma, non è un atto vergognoso, è solo una Terapia.  Viene usata la parola Terapia come se la gravidanza fosse una patologia.Un evento patologico da curare con l’espianto. 

Che la gravidanza sia messa sullo stesso piano di una patologia lo dimostra anche il fatto che nell’ipotesi in cui non fai l’aborto comunque devi fare controlli medici, analisi, ecografie, addirittura già prima della gravidanza. Cosi se decidi di fare un figlio tutta l’attenzione è medicalizzata e scientizzata. Dall’inizio alla fine. Non c’è più il mistero della vita, non c’è poesia, non c’è meraviglia, non c’è stupore. C’è calcolo, valutazione pro e contro, razionalità, pianificazione, progetto ingegneristico.C’è scienza e apatia. E lo stesso avviene se non vuoi il figlio. La scienza dice: è solo un grumo di cellule, qualcosa che assomiglia ad un foruncolo, che come il foruncolo si può spremere e cacciare via. 

Il mistero della vita, l’amore per la vita non è più contemplato. L’uomo apatico lo è sia se decide di fare il figlio sia se decide per l’aborto.  L’apatia è un esigenza intrinseca alla razionalità della scienza. E noi stiamo costruendo una società scientifica cioè  apatica. Sul modello del Robot l’uomo moderno si robotizza lui stesso. 

Il figlio è il prodotto di un progetto, se non è nel progetto viene spremuto e buttato nel cesso.Non c’è Dio nel progetto, non c’è Spirito, non c’è miracolo. C’è scienza, tecnica,  ragione, matematica, calcolo. Insomma non c’è amore.  

Non c’è il dono di Dio. E se non è un dono di Dio allora è solo un fatto scientifico  di competenza della scienza o lo vuoi o non vuoi. E la scienza ti viene incontro in entrambi i casi. Devi comunque fare i conti con la scienza. Mai con Dio. Dio non c’è. Dio è morto.

E la società nichilista, la società senza Dio programma e fa progetti come può fare un ingegnere che progetta un ponte. Se cade il ponte non è la fine del mondo. Se fai un aborto non è successo nulla. Sei tu la madre e tu sola comandi, tu sola decidi, da sola prendi la 486, a casa tua. Tu dai la vita e tu la prendi. Potere totale. Il maschio non conta nulla.  L’Io ha sostituito Dio.  E tu sei sola.

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Come scrivere un libro per bambini: la ricetta di Giuliana Fraglica

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Il settore della lettura per bambini è in continua crescita, lo sa bene Giuliana Fraglica, la scrittrice gelese che ha pubblicato tre libri per bambini, “Scintilla”, “Tuono” e “Tu sei una meraviglia”. Un sogno da bambina diventato realtà per merito della sua ammirazione per il mondo fantastico delle fiabe che leggeva.


<<È grazie ai bambini che amano leggere che si evolve il mercato della lettura – afferma Giuliana – ma grazie soprattutto ai genitori che ci tengono a dare stimoli creativi ai loro figli>>.

Ma c’ è di più, perché Giuliana sostiene che per i loro figli i genitori dovrebbero preferire investire dei soldi in un libro piuttosto che in un panino da fast food o in un giocattolo, perché leggere riempie la mente e il cuore.
Per questo le piacerebbe che le mamme e i papà a sostegno della lettura fossero sempre di più.


Regalare un libro ad un bambino vuol dire offrirgli uno strumento che ha un impatto positivo sulla sua crescita: lo aiuterà ad interpretare meglio il mondo, a trovare ispirazione, svago, allenando la fantasia. Senza contare che leggere permette di immedesimarsi nelle vite degli altri, aprendo nuovi orizzonti e coltivando la dote dell’empatia.
Scrivere libri per bambini per Giuliana significa dire la verità e trasmettere i valori autentici della vita, valorizzare ogni bambino per quello che è, e auspicare in una società dove al primo posto venga messo l’umano.

Inoltre la scrittrice gelese ci dà la ricetta per scrivere un buon libro:
-100 grammi di sogni ad occhi aperti,
-1 litro e mezzo di passione da coltivare giorno per giorno,

  • 2 panetti di disordine creativo,
    -tempo quanto basta,
    -1 spolverata di fiducia nel proprio istinto,
  • lasciare fiorire il bambino che è in te.

La stessa ricetta l’ha portata già ad iniziare a scrivere un quarto libro che presto sarà disponibile in tutte le librerie d’Italia.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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