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Politica

Cuffaro: “mai pensato ad un’ alleanza con De Luca”

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“Mi ero determinato nel non rispondere alle farneticazioni di Cateno De Luca, come è giusto, l’ho sempre rispettato. Ma come dicevano i latini ‘Est modus in rebus’ (c’è un limite a tutto)”. Lo dichiara il commissario regionale della DC Nuova, Totò Cuffaro.

“De Luca se la canta e se la suona. La Democrazia Cristiana, nel rispetto del candidato Basile, non ha mai immaginato di stare con lui. De Luca – continua Cuffaro - ha fatto un’apertura alla DC, tra l’altro piena di diktat, e la DC l’ha educatamente rifiutata. E qui finisce la mia risposta politica”.

“Per quella personale – prosegue -, non so di quali affari parla De Luca e non c’è traccia di sue prese di posizione in tal senso in Assemblea Regionale e della sua attività parlamentare rimane soltanto il suo spogliarello avvolto nella bandiera”.

“Mi rimprovera che invece di fare il francescano in Burundi sono tornato a fare politica. Questo è merito suo, nel senso che ho avuto il terrore di lasciare la politica a gente come lui e allora mi sono convinto a tornare. Non si preoccupi, tornerò in Burundi e spero di portarlo lì, so di fare un torto ai Burundesi ma farò una cosa buona per i siciliani”.

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Politica

Di Paola (M5S): gli scandali in politica allontanano elettori dalle urne

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Palermo – “Non passa giorno senza che le cronache non ci raccontino di scandali, ruberie e inchieste che coinvolgono politici. Una situazione insostenibile che scalfisce la credibilità della politica e delle istituzioni e che ha l’effetto devastante di allontanare i cittadini dalle urne. Solo il Movimento 5 Stelle candida alle europee soggetti come Giuseppe Antoci che hanno fatto e fanno, della lotta alla criminalità, il perno della propria vita”. 

A dichiararlo è il coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle Nuccio Di Paola commentando l’inchiesta che vede coinvolto il governatore della Liguria Giovanni Toti. 

“Stiamo dando il massimo per ridare dignità ai cittadini consentendo loro di eleggere donne e uomini lontani da ambienti opachi. Una speranza per migliorare la nostra terra c’è ed è sempre il Movimento 5 Stelle” – conclude Di Paola

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Politica

Damante: “3,5 miliardi per il sud cancellati nel silenzio”

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Palermo – “Nel silenzio generale il Governo Meloni taglia 3,5 miliardi di euro già finanziati. Parliamo di risorse che sarebbero servite a finanziare progetti al Sud come infrastrutture, scuole e sanità”, è quanto afferma la senatrice del Movimento 5 stelle in commissione Bilancio Ketty Damante.

“Risorse – aggiunge – che Giorgia Meloni ha promesso di finanziare in maniera alternativa ma, allo stato dell’arte, non si sa né da dove li prenderebbe né quando. La verità è che, dietro a questa becera propaganda, a farne le spese saranno solo i cittadini.


Già la scorsa settimana – prosegue -, con l’approvazione del Decreto Coesione sono state cancellate risorse pari a 4,6 miliardi di euro previsti per il Mezzogiorno in una legge del 2009. Cosa dovranno fare i cittadini del Sud per curarsi? Spostarsi al nord o affidarsi ai privati, amici di questo governo che non ha nulla di patriottico”.

“Parlano di Ponte sullo Stretto, ma le infrastrutture del meridione d’Italia sono ancora all’anno zero, così come scuole e asili nido sono ridotti al lumicino costringendo le famiglie ad arrangiarsi. La realtà è sotto gli occhi di tutti, il governo sta fallendo su tutta la linea mentre garantisce i soliti noti”, conclude

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Scruscio tour punta sul dissalatore dismesso

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La visita al comitato elettorale, l’incontro con Terenziano Di Stefano che raggruppa a Gela sotto la sua sindacatura le forze che sono a Palermo l’opposizione a Schifani, il blitz al dissalatore dismesso e un incontro con l’ex guardafuochi Salvatore Comandatore che non è stato ancora reintegrato al lavoro nonostante la sentenza del Tribunale a lui favorevole: sono state le tappe gelesi di Scruscio tour, la campagna elettorale dell’on Ismaele La Vardera deputato di Sud chiama Nord accompagnato da Di Stefano e Marco Maniglia.

Per fare “scruscio” La Vardera ha scelto la storia del dissalatore di proprietà della Regione e gestiti da Eni dismessi dal 2012 e per il quale la Regione finirà di pagare tra un anno un debito di 108 mila euro l’anno per 10 anni ad una società assicurativa controllata dal Ministero dell’Economia a cui Eni ha ceduto il credito.

Una vicenda che a Gela è ben nota.La transazione tra Eni e Regione risale al tempi del governo Crocetta e del protocollo del 2014 sulla riconversione della Raffineria. Le somme sono quelle spese neo decenni per manutenzioni e gestioni del dissalatore in sostituzione della Regione proprietaria dell’impianto.

Lo scandalo è nel non aver fatto il possibile per mantenere almeno i moduli più nuovi e di investire per crearne altri accanto chiedendo magari ad Eni.

Dismettere è stata la cosa più facile senza mal di pancia della politica e dei sindacati. Oggi c’è la siccità e il caso viene a galla, altrimenti sarebbe morto e sepolto.

Il deputato annuncia denuncia alla Corte dei Conti

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