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La parola della domenica

Marta, tu ti affanni per molte cose, Maria ha scelto la parte migliore

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Rubrica ad ispirazione cattolica a cura di Totò Sauna di DOMENICA 17 Luglio 2022.


“In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non timporta nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolto”.


Come rispondere alla chiamata del Signore. Per rispondere a  questo dubbio e per dare una risposta ci pensa Gesù stesso. Nel vangelo di Luca, e solo nel vangelo di Luca, viene raccontato un fatto. Gesù si reca nella casa di Lazzaro. Il famoso Lazzaro che è resuscitato dalla morte. A casa incontra  le sue due sorelle Marta e Maria. Io vedo e mi immagino quello che succede nelle nostre case quando si presenta un ospite e che ospite. E un correre, un affannarsi, a sistemare, pulire, mettere tutto a posto. Succede sempre cosi. La stessa cosa succedeva duemila anni fa.  Marta che corre in tutta la casa e si da  fare per preparare il pranzo o altro. Maria ,che sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua Parola.  Diciamo subito che non si tratta tra la scelta di azione o contemplazione. Tra vita di azione e vita di preghiera. Come se luno escludesse laltro. Gesù rimprovera Marta non per il lavoro, ma per la sua agitazione. Egli proclama che la priorità delle priorità, è  la Parola di Dio.  Rivolgendosi a Marta , Gesù dice Marta, Marta tu ti preoccupi e ti agiti per cosi poco non dice per niente. Perché ha fame. Non rimprovera a Marta di occuparsi della cucina , ma di essere troppo affannata e di diventare schiava della sua preoccupazione. Con il rischio che questa sua preoccupazione  non lo fa incontrare con lospite. Noi siamo come Marta. Né più, nè meno. Siamo distratti, schiavi. Si schiavi delle nostre preoccupazioni. Tante e diverse per ciascuno di noi.  La macchina, laspirapolvere, la partita, la lavatrice, e cosi via. Corriamo di qua, corriamo di là. La palestra, la partita, la riunione  e non abbiamo mai tempo. Mai. Fino al giorno che un infarto, un malore, una malattia ci ferma. Stop. Questa è la nostra vita. Un correre infinito pieno di ansie e preoccupazioni. Durante questa corsa ci sono i nostri vicini, il nostro prossimo. La moglie i figli i colleghi di lavoro. Ma non li incontriamo. Li sfioriamo.  Non abbiamo tempo di ascoltarli. La loro parola non ci raggiunge più. Non cè più dialogo, ma monologhi. Occupati tutti a rispondere a face book o ai messaggini che ci arrivano. Non ci ascoltiamo.  Cosi il Signore dice a Marta ma anche a me e a tem Ti agiti  mentre, i nostri  fratelli ci aspettano alla soglia, vorrebbero incontrarci,parlarci, amarci. Ma non abbiamo  tempo. Allopposto Maria  Stava seduta ai piedi di Gesù, ascoltando la sua parola  . E noi ascoltiamo questa parola ? Noi che troviamo tempo per fare tutto, che corriamo per tutto, troviamo il tempo per andare a Messa?  Noi ,che non ci perdiamo una telecronaca di una partita o le ultime dichiarazioni del politici di turno o dello sportivo più bravo del mondo, abbiamo tempo per ascoltare la parola di Dio ? Siamo affamati di tutto. Sapere delle ultima novità di calcio mercato o delle ultime notizie dei personaggi famosi. Ma mettiamo la stessa la fame, la stessa voglia nellascoltare il Vangelo?Questa è la chiave  di tutto. Dio ci parla continuamente. Non ha smesso mai. Ma noi ci mettiamo in ascolto? Troviamo il tempo per porgere  lorecchio alla sua Parola o invece siamo cosi agitati, preoccupati, distratti che ascoltiamo il mondo. Che, continuamente, a me e a te, ci dice che andare in Chiesa ad ascoltare la Parola di Dio è tempo perso? Per poi, invece, cercare Dio quando la salute crolla, quando ci sentiamo distrutti,  quando le cose non vanno per come pensavamo. Dio, come tutti gli innamorati, non desidera che una cosa sola , abbandonarsi, confidarsi a coloro che ama. Ma noi non siamo presenti allappuntamento. Noi siamo in cucina, affannati, indisponibili, distratti. Troviamo il tempo per tutto, ma non per Dio. Siamo impegnati. La partita, il parrucchiere, il film, la riunione importante, il condominio, la pizza con gli amici. Non troviamo mai il tempo per Dio. Allora, cè una soluzione. Si. La capacità di raccoglierci nellascolto di Dio.  Pur immersi nei lavori più pesanti, pur dediti alle riunioni più serie svolte per salvare il pianeta, da cui dipendono le sorti del mondo, ecco, pure in questi momenti dobbiamo trovare lo spazio per ascoltare la Parola di Dio. Basta un attimo. Un secondo e volgere il nostro sguardo a Dio. Il nostro orecchio alla sua Parola.  E  se questa trovando un terreno fertile, fiorirà.  Troviamo il tempo e lo troveremo. E una favola chi ci racconta che non ha il tempo. Una questione di scelte. Di priorità. Cosa è importante nella mia vita?  Cosa mettiamo al primo posto nella mia e nella tua casa, nella nostra casa, nel nostro cuore ? E guardiamoci attorno quando tempo sprechiamo. Quel film già visto, quella partita noiosa, quelle discussioni inutili. Troviamo il tempo, allora,  per ascoltarci, per ascoltare il prossimo, per esistere, per amare, per contemplare. E un po di tempo in più ancora , forse, per ascoltare quel Dio che ci parla. Smettiamola di preoccuparci, di agitarci. Di tanto in tanto fermiamoci, anche solo per un secondo.  “Tacete. Io, il vostro Dio, vorrei parlarvi, ho qualcosa da dirvi.

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La parola della domenica

“Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità…”

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Rubrica della domenica ad ispirazione cattolica

Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 16,12-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”.

Dio, chi è? E com’è? Ci sono molte persone buone, che non si pongono più queste domande, preoccupate piuttosto di costruire una società giusta, “in cui un uomo non sputi sangue”.

Ma molte altre persone credono che anche questa profonda esigenza di solidarietà sia stata posta da Dio nel cuore dell’uomo. Da qui le domande iniziali.

Una risposta che ci dà il vangelo è quella di un Dio comunità, un Dio Trinità. La parola “Trinità” non si trova nel Nuovo Testamento, e difficilmente possiamo riconoscere alcuni indizi al mistero della Trinità nell’Antico Testamento. Ma, al di là della parola, troviamo, ad esempio, una formulazione molto chiara del suo contenuto nel saluto di san Paolo alla comunità di Corinto: “La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi”. Il Dio invisibile, riconosciuto come Padre pieno di amore e di misericordia, si è fatto visibile in Gesù, il Figlio, che ha condiviso pienamente la nostra condizione umana, insegnandoci un cammino di giustizia e di fraternità. Egli, dopo la sua morte, continua ad accompagnarci attraverso il suo Spirito che vive nel cuore di ogni essere umano.

Leggiamo nel vangelo di Giovanni 16, 12-15:

Durante l’Ultima Cena, Gesù disse ai suoi discepoli: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da sé stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”.

Queste parole di Gesù fanno parte del dialogo con i discepoli durante l’ultima cena della sua vita, poche ore prima della sua crocifissione. Ha voluto rafforzarli, insistendo sulla necessità della comunione con lui, dell’unione della comunità e della resistenza di fronte all’opposizione che incontreranno nel mondo.

Egli ha trasmesso loro i segreti del regno di Dio, che solo “i piccoli e i semplici” possono comprendere, ma ha ancora “molte cose” da dire loro. Questo non è il momento di condividerle, perché per ora non sono capaci di “portarne il peso”. La loro mente è piena di angoscia, paura e tristezza, forse anche di delusione. Non sono ancora entrati nell’orizzonte di Gesù, in cui l’unica cosa che conta è l’amore, fino a dare la vita.

Sarà lo Spirito della verità che li libererà dalla paura e li “guiderà a tutta la verità”. Lo Spirito li illuminerà, affinché possano comprendere l’insegnamento e la morte stessa di Gesù, e possano interpretare la realtà e gli avvenimenti alla luce di ciò che hanno imparato da lui. Lo Spirito non offrirà loro una dottrina nuova, ma darà loro la capacità di giudicare la storia e di riconoscere ciò che coincide con la vita di Gesù, con il suo amore fedele, e ciò che invece si oppone al suo insegnamento. Saranno suoi testimoni di fronte al mondo. Avranno la saggezza e la forza di riconoscere, al di là delle apparenze, i sistemi di ingiustizia e di potere che impediscono la vita piena dell’uomo e di denunciarli. e sapranno dare nuove risposte ai nuovi bisogni della società.

Con la luce dello Spirito, i discepoli di Gesù potranno comprendere che la sua morte in croce è stata la sua piena vittoria e la sua vera gloria (“mi glorificherà”), perché ha rivelato fino a che punto può arrivare l’amore. Lo Spirito comunica loro quell’amore per guidare il loro cammino, e perché possano offrirlo all’umanità.

Gesù ha realizzato il progetto del Padre e ha rivelato il suo amore. I discepoli di Gesù lo continueranno nella storia, per la potenza dello Spirito che sarà loro dato, anche se i poteri che hanno ucciso Gesù continueranno a perseguitare anche coloro che veramente lo seguono.

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La parola della domenica

Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa

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Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14,15-16.23b-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

p. Ermes Ronchi NOI, MADRI DI VANGELOG

v 14,15-16.23b-26

Con lo Spirito Santo le parole non ce la fanno. Lo Spirito è Dio in libertà e non sopporta recinti, nemmeno di parole sacre. Lui forza tutte le porte.La prima porta che abbatte è quella sbarrata di una casa dove manca l’aria. Luca ci racconta di apostoli che ne escono come ubriachi, fuori di sé, storditi da una improvvisa predazione di Dio.E’ la prima chiesa, stremata e impaurita; un gruppo deluso che, barricato in casa, si stava sfaldando e che improvvisamente viene rovesciato come un guanto, e affronta la città che uccide i profeti: “Quel Gesù che voi avete ucciso è vivo!Parevano “ebbri”, come esagerati, fuori misura, i folli di Dio; perché il cristianesimo non si diffonde per dottrine o divieti, ma, come allora, per la consegna amorosa e contagiosa della passione per Dio e per l’uomo.La seconda porta è aperta dal salmo tra le letture, con il suo registro maestoso, una melodia che naviga e aleggia sul mondo: del tuo Spirito, Signore, è piena la terra (Sal 103). Tutta la terra, nessuna creatura esclusa, ne è piena; non solo sfiorata dal vento di Dio, ma riempita. Anche se non è evidente, anche se rimane gonfia di sangue, di follia, di guerre ovunque.La terza porta dello Spirito si apre su altre cento: Paolo racconta di una fiamma di fuoco che si divide e che, come una musica riempie e sposa vite diverse, benedice la genialità e l’unicità di ognuno, domanda discepoli creativi che non ripetono parole d’altri: liberi, leggeri e limpidi.P. Vannucci: “nella grande Cattedrale che Dio va costruendo con le nostre persone, ognuno di noi è una pietra insostituibile”.Che opera compie lo Spirito? L’opera che ha realizzato con Marco, Matteo, Luca e Giovanni: genera evangelisti. Ognuno di noi lo è, col suo vangelo da proclamare. E nessuno ci può sostituire proprio là, dove Dio ci ha posto.La quarta porta è spalancata dal vangelo: lo Spirito vi guiderà alla verità tutta intera. È l’umiltà di Gesù, che non pretende di aver detto tutto, ma ci parla con verbi tutti rivolti al futuro: lo Spirito verrà, annuncerà, guiderà, parlerà. Ricorderà cose antiche e scoprirà cose nuove. Lui, sommo inventore.E pregarlo è affacciarsi al balcone del futuro, dove la verità, sempre incompiuta, cresce e matura.Lo Spirito compie in noi l’opera stessa realizzata in santa Maria: incarna in me la Parola, la fa crescere, ci rende tutti e tutte madri di Dio.Allora niente cattolici depressi! Perché non mancherà mai il vento al mio piccolo veliero. Niente ansia per la rotta, perché su di noi soffia un Vento libero e liberante. E ci fa tutti vento nel suo Vento. Perché il Vangelo non è finito, è infinito, e cresce con chi lo legge (Gregorio Magno). Cresce con te. Tu ne sei madre.

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La parola della domenica

“Chi si attacca alla terra, ad essa resta attaccato”

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Rubrica della domenica ad ispirazione cattolica

Dal Vangelo secondo San Luca Lc 24, 46-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Il vangelo di oggi ci propone di guardare alla vita da un altro punto di vista: dalla terra verso il cielo! Gesù è asceso al cielo soltanto dopo aver compiuto tutta la volontà del Padre. Prima della Passione, vivendo la Passione, Morendo e Risuscitando. È interessante riflettere sulle sue ultime parole prima di consegnare il suo spirito. Ha detto: «È compiuto!» (Gv 19,30). Infatti, vivere da cristiani coscienti significa avere consapevolezza di ciò che siamo chiamati a compiere su questa terra prima di arrivare in cielo. In una meditazione del secondo mistero glorioso, leggiamo due domande che favoriscono questa presa di coscienza. La prima domanda è: “Stiamo ascendendo verso l’alto delle (realtà) eterne? La seconda spiega la prima: “Stiamo camminando verso l’alto delle (realtà) immortali? Signore, distogli i nostri occhi dalle cose che passano […]”. (cfr. fra Volantino, SLC, p 419). E sì, perché l’ascensione verso il cielo è preceduta da un camminare quotidianamente verso l’alto, compiendo la volontà di Dio fatta di azioni concrete, rinunciando ad ogni genere di attaccamento. San Pio ci ricorda che: “Chi si attacca alla terra, ad essa resta attaccato. È meglio staccarsi poco per volta, anziché tutto in una volta. Pensiamo sempre al cielo!”

San Pio da Pietrelcina, a cura di P. Geraldo

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