Il Sindaco Lucio Greco in una nota intende fare chiarezza sul percorso che ha portato l’amministrazione ad esercitare il diritto di prelazione sull’acquisto della Torre di Manfria.
“Intanto la legge da’ la possibilità agli enti pubblici di esercitare il c.d. diritto di prelazione. E ciò non è un caso, in quanto implicitamente si attribuisce un diritto di preferenza all’ente pubblico, considerato come portatore di interessi superiori. Sono stati quindi interessi generali e non sicuramente personali a spingermi nel prendere questa posizione. Il percorso è iniziato anni fa, ancor prima della pandemia, quando si era in presenza solo di un preliminare di vendita. Per esercitare il diritto di prelazione occorreva però un rogito. Il 4 maggio 2023 la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta ha comunicato a questa Amministrazione l’atto di compravendita della Torre di Manfria ad un privato.
Per questo ho provato a coinvolgere associazioni, cittadini e consiglio comunale, i quali mi hanno incoraggiato ad andare avanti in questa direzione. Da tutti ho ricevuto un segnale chiaro: quello di considerare la torre di Manfria un simbolo della città e di evitare che vada a finire nelle mani di un privato. D’altronde ciò che si è verificato per molte altre strutture e in diverse parti della nazione incoraggiano e danno forza alla nostra scelta. Illuminante, a tal proposito, è la nota del FAI con la quale si considera scandaloso e inaccettabile come un bene di così grande rilevanza storica e paesaggistica, possa finire in mano a dei privati. Per quanto ci riguarda, confortati da queste nette prese di posizione da parte di agenzie e settori qualificati, siamo pronti a conferire un incarico ad un progettista per la sua riqualificazione. L’obiettivo è sempre il rilancio turistico. Nessun altra speculazione o finalità, come qualcuno potrebbe anche fare intendere. E su quest’ottica continueremo a muoverci”.
“Ciò che colpisce è dover constatare come gli interessi privati vengano difesi, così strenuamente e con tanto vigore, non solo da chi, fino all’altro ieri, militava in un partito di sinistra ma anche da chi, a tutt’oggi, fa parte di organi nazionali del PD”