Ragusa – Il Cav. Ufficiale Roberto Guccione, già funzionario del Ministero dell’Interno e direttore artistico ed organizzatore di diverse collettive internazionali d’arte, sarà insignito della medaglia d’oro per lo sviluppo artistico culturale dalla “Società accademica per l’incoraggiamento e l’educazione -Arte, Scienza e Lettere” di Parigi il prossimo 14 ottobre presso il teatro dell’Opéra. La comunicazione è pervenuta al Maestro Guccione ieri da parte della Commissione superiore premi.
La “Società accademica per l’incoraggiamento e l’educazione” è stata fondata a Parigi il 12 novembre 1915 (legge del 1 luglio 1901) da René Flament – Membro della Société des Gens de Lettres – e nelle sue manifestazioni gode del patrocinio del Ministero della Cultura francese. Lo scopo della Società Accademica Arts-Sciences-Lettres è quello di riconoscere e promuovere donne e uomini che, attraverso il loro talento e il loro lavoro, contribuiscono all’influenza della cultura in campo artistico, letterario e scientifico.
“E’ un premio che mi gratifica e mi porta ad impegnarmi ancora di più per promuovere le arti in tutto il nostro territorio- afferma il maestro Roberto Guccione – perché non dobbiamo dimenticarci che solo la bellezza ci salverà”.
Si tratta di un ritorno, questa volta alla grande, per il maestro Guccione a Parigi dove ricevette nel 2019 il premio Grand Prix D’Art come migliore artista europeo dall’associazione “UnisVers’Art”. Le sue opere si trovano nei ministeri italiani e nelle ambasciate italiane all’estero ed ha esposto a Malta, Bulgaria e Slovacchia. Le collettive organizzate in Italia hanno registrato la sua presenza a Verona, Roma, Gubbio, Cefalà Diana, Mezzojuso, Comiso, Chiaramonte Gulfi, Siracusa, Aviano e Montecatone. Inoltre si è fatto più volte promotore di iniziative di solidarietà colorando di bellezza diversi reparti ospedalieri del Cro di Aviano e del Montecatone Institure Rehabilitation di Imola.
Caltanissetta- Diagnosi della celiachia, dieta senza glutine, effetti sullo stile di vita, impatto psicosociale sia per l’adulto, anche in età avanzata, sia per il bambino. Una panoramica completa su ciò che riguarda la gestione della celiachia è stata presentata ai diversi professionisti presenti venerdì 16 e sabato 17 maggio nella sala convegni dell’OMCeO provinciale di Caltanissetta. Medici chirurghi, biologi, infermieri e psicologi, con il coinvolgimento dei rispettivi Ordini, hanno preso parte all’evento formativo dal titolo “Celiachia tra scienza, nutrizione e qualità della vita”.
Un corso ECM la cui caratteristica principale è stata sicuramente la multiprofessionalità. “L’approccio ad una patologia non è più soltanto a carico di una categoria professionale di operatore sanitario, ma di quante più categorie professionali che hanno un solo obbiettivo quello di avere al centro del proprio interesse il paziente con un lavoro sinergico che migliori la qualità dell’erogazione della prestazione sanitaria ad un soggetto che a noi si rivolge in fase di criticità”, ha sottolineato il Presidente dell’OMCeO provinciale Giovanni D’Ippolito. Un concetto che è stato ribadito dal medico chirurgo Giovanni Di Lorenzo nonché Direttore scientifico della rivista online Quotidiano Benessere, “l’approccio multidisciplinare ad una patologia così complessa – ha affermato – e sicuramente a livello sociale di altissimo livello quale la celiachia oggi ci offre la possibilità di vedere che non dobbiamo curare soltanto la malattia ma al centro dobbiamo tenere il paziente”.
Si pensa ad una medicina personalizzata, inoltre “l’argomento di oggi, essendo proprio la celiachia e trattato da tutti questi specialisti volge proprio a far comprendere quanto si può normalizzare questa patologia – ha aggiunto l’otorinolaringoiatra Antonella Ballacchino – e quanto si può impedire che questa patologia diventi una problematica anche psicologica e non solo psicologica, ma nell’ordine della grande dimensione di cui oggi si parla che è quella biopsicosociale”.
La celiachia, enteropatia che viene provocata dall’ingestione del glutine nel soggetto che ne è affetto, non sempre viene riconosciuta in maniera immediata a causa di una differente presentazione di sintomi. “Da un punto di vista gastroenterologico la diagnosi non sempre è così semplice- ha spiegato Marcello Maida gastroenterologo e professore universitario di Gastroenterologia – spesso può nascondere anche delle insidie legate alla corretta interpretazione degli esami da eseguire, in particolar modo degli anticorpi per la celiachia, dell’esame istologico che viene eseguito durante la gastroscopia”.
A volte non ci sono i sintomi tipici della celiachia, “questo impone – ha aggiunto il professore Maida- una corretta valutazione clinica del paziente, una corretta valutazione del profilo di rischio e quindi la vera sfida dello specialista è quella di studiare bene il paziente per capire quando nelle presentazioni non classiche, non tipiche si può celare la malattia celiaca”.
Un ruolo importante viene svolto dalla diagnostica di laboratorio e dall’ HLA, test che valuta la predisposizione nei confronti di una determinata malattia. “Oggi sono conosciuti anche molti biomarcatori che ci permettono di diagnosticare la malattia celiaca, a volte anche senza biopsia o prima dell’intervento medico”, ha specificato la biologa nutrizionista Maria Luisa Leonardi.
È stata fatta anche chiarezza su alcuni argomenti, come la distinzione tra celiachia e ipersensibilità al glutine. “Spesso si confondono le due condizioni – ha raccontato la biologa nutrizionista e dottore in epatogastroenterologia Maria Luisa Dongarra’ – in quanto le manifestazioni cliniche sono identiche se non, in alcuni casi, molto simili ma dopo avere escluso effettivamente la diagnosi di celiachia, è possibile individuare eventualmente l’ipersensibilità al glutine grazie a un protocollo ben specifico in cui si indica al paziente di effettuare per un certo periodo una dieta aglutinata. Questo poi può consentire al professionista, che sia appunto il nutrizionista piuttosto che il gastroenterologo, di dare le giuste indicazioni”.
L’evento è stato suddiviso in quattro sessioni all’interno delle quali non e’ stato dimenticato l’impatto psicologico. “La compliance terapeutica che uno psicologo e la psicoeducazione, il supporto psicologico può offrire in una condizione di équipe, dove sono coinvolte più figure sanitarie- ha precisato lo psicologo e consigliere dell’Ordine degli Psicologi siciliano Marco Maria Leonardi- questo rende appunto l’ottimizzazione dell’intervento della terapia”. Differente è inoltre il grado di accettazione della diagnosi di celiachia nel bambino rispetto all’adulto, dalla comprensione del concetto di contaminazione del glutine e aderenza alla dieta nel bambino molto piccolo, ai timori che insorgono più avanti negli anni.
“Nel bambino scolarizzato la difficoltà maggiore è legata ad una paura, ad una mancanza di sicurezza negli ambiti diversi da quello familiare, da quello domestico. Più avanti ancora invece vediamo che per l’adolescente la celiachia diventa motivo di isolamento, di evitamento di situazioni sociali oppure diventa anche motivo di trasgressione, che comunque è anche un tasto particolarmente delicato in adolescenza. Chiaramente in tutto questo, la famiglia ha un ruolo fondamentale”, ha evidenziato Alessandra Sardo dottoressa in psicologia e psiconcologa. Ancora più difficile, rispetto al bambino, la scoperta della celiachia per l’adulto che “può avere delle complicanze da un punto di vista psicopatologico – ha spiegato lo psicoterapeuta Steven Spinello- del tipo ansia, del tipo depressione, che sono comunque delle psicopatologie importanti non soltanto per quello che comporta in termini di celiachia ma anche rispetto allo stress, rispetto all’impatto sulla vita a 360° di quella persona e a maggior ragione quando questo, poi impatta su un impianto sociale che magari non è pronto ad accogliere tutte le richieste che avrebbero le persone con la celiachia”. Infine la persona anziana “oltre a tutto quello che sta attraversando rispetto ai cambiamenti fisici o alle paure normali che si hanno con l’avanzare dell’età -ha concluso – deve anche affrontare questo ennesimo compito”.
È arrivata ieri in città la delegazione francese città transalpina di Ouistreham Riva-Bella che per due giorni, oggi e domani, parteciperà, al gemellaggio con Gela ricordando lo Sbarco alleato della Seconda guerra mondiale. Ad accogliere la delegazione francese sono stati gli Glassessori Romina Morselli e Peppe Di Cristina, il presidente del consiglio comunale Paola Giudice e alcuni consiglieri. Il gemellaggio tra le due città dello sbarco è sostenuto dalle associazioni Lamba Doria e Normandie Sicile e punta a condividere i valori della storia e della pace tra i popoli
Il gemellaggio celebra lo storico legame tra le due città, protagoniste degli sbarchi alleati durante la Seconda Guerra Mondiale – Gela in Sicilia nel luglio 1943 e Ouistreham in Normandia nel giugno 1944 – rafforzando i valori comuni di memoria, pace e cooperazione internazionale.
Questo il programma Domenica 18 maggio 2025
Ore 10:00 – Visita guidata al sito archeologico delle Mura Timoleontee e dei Bagni Greci
Ore 13:00 – Brunch/pranzo presso una tenuta vitivinicola nei pressi della Riserva Naturale Orientata del Lago Biviere di Gela
Ore 15:30 – Visita alla Riserva Naturale del Lago Biviere – Cantina Casa di Grazia
Ore 17:00 – Visita al Ponte Dirillo e al Castelluccio
Ore 20:00 – Cena ufficiale presso Villa Dorica a Gela
Lunedì 19 maggio Mattinata dedicata ai saluti istituzionali e agli incontri con l’Amministrazione comunale, nonché con le autorità civili e militari locali. “L’iniziativa rappresenta un’importante occasione di riflessione storica e di promozione culturale e turistica, all’interno di un progetto di dialogo europeo tra territori uniti”- dice l’assessore al turismo Romina Morselli.
La pubblica assistenza Procivis fa un ulteriore passo avanti nella sua missione di garantire un supporto sanitario tempestivo ed efficiente alla comunità. Con grande entusiasmo è stato annunciato l’arrivo di un’ambulanza di tipo A, un prezioso mezzo che si unirà alla flotta esistente per potenziare le attività di soccorso.
“Questa iniziativa rappresenta un importante sviluppo per i servizi di emergenza e un segnale concreto di impegno verso il benessere dei cittadini”-fanno sapere dalla ProCivis. L’ambulanza di tipo A è progettata specificamente per rispondere a esigenze di trasporto sanitario, sia primario che secondario. Questo significa che non solo sarà utilizzata per il trasferimento di pazienti in situazioni di emergenza, ma anche per spostamenti programmati, come visite specialistiche o terapie. La versatilità di questo nuovo mezzo permetterà alla Procivis di ampliare l’offerta di servizi già disponibili, garantendo così una risposta sempre più puntuale e personalizzata alle richieste della popolazione. “Un Risultato Raggiunto con Impegno e CollaborazioneL’acquisizione dell’ambulanza è frutto del lavoro costante e collaborativo di tutti i membri della Procivis, che ogni giorno mettono cuore e dedizione nel loro operato. Grazie alla generosità dei sostenitori e alle partnership consolidate con enti locali e aziende, siamo riusciti a investire in un mezzo dotato delle attrezzature per garantire un soccorso di qualità.I volontari e gli operatori sanitari della Procivis stanno ancora una volta dimostrando la loro vocazione al servizio, pronti a utilizzare questa nuova ambulanza per rispondere efficacemente alle chiamate di soccorso. La dedizione e la professionalità di ogni membro sono la vera forza della nostra organizzazione, e questo nuovo arrivo rappresenta un incentivo a continuare a migliorare e a crescere. In un contesto sempre più complesso e frenetico, la certezza di avere un servizio di emergenza accessibile è fondamentale. La nuova ambulanza sarà operativa su tutto il territorio di competenza, permettendo tempi di risposta alle chiamate di emergenza e di garantire un supporto costante . Questo è particolarmente cruciale in situazioni dove ogni minuto conta, come negli interventi per malori improvvisi o incidenti stradali”- continua la nota dell’associazione che considera l’arrivo di questo nuovo mezzo come solo l’inizio di un percorso di crescita e innovazione.
“Stiamo già lavorando a nuovi progetti che prevedono la possibilità di integrare ulteriori tecnologie e strumenti innovativi, per garantire un servizio sempre più efficace.L’ambulanza di tipo A rappresenta un vero e proprio simbolo di speranza e solidarietà. Essa non è solo una macchina, ma un mezzo attraverso cui possiamo raggiungere chi ha bisogno, confermando il nostro impegno verso la comunità. Siamo certi che, grazie a questo nuovo strumento, la Procivis continuerà a essere una risposta certa alle chiamate della cittadinanza, con la determinazione di trasformare le emergenze in opportunità di cura e assistenza”- dice il presidente Luca Cattuti.