Attualità
Armarcord. Anche la Gela del Maresciallo Resciniti nelle memorie dei Carabinieri d’Italia
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redazione
C’è anche il Maresciallo Domenico Resciniti, gelese d’adozione, nel singolare libro che raccoglie trentadue racconti di aneddoti di Mezzo Secolo dell’Arma scritti da chi oggi è in pensione. Gradi, medaglie, riconoscimenti e divise. Ma cosa si nasconde nel vero lavoro del Carabiniere?
“Il contatto con la gente, sul marciapiede”. Dice bene il Cavaliere Giovanni Govoni luogotenente nel ruolo d’Onore, l’ideatore del Libro Armarcord, che richiamando il titolo del film di Felliniana memoria, raccoglie i racconti di marescialli, appuntati, tenenti dell’Arma, in un testo inedito e ricco di significato. Un progetto al quale hanno aderito militari con brillanti carriere alle spalle ma anche ufficiali ed appuntati, carabinieri semplici o ausiliari, servitori dello Stato.
Ma cosa significa servire lo Stato se non avere rapporti continui e diretti con le persone che abitano i più remoti posti d’Italia e che, sempre più spesso, si rivolgono al Reparto Territoriale per un primo contatto con le istituzioni, in cerca di giustizia? Lo sa bene il Maresciallo Domenico Resciniti che per oltre 30 anni, è stato il Comandante della Stazione di Gela distinguendosi per il lavoro svolto in un territorio certamente “difficile” negli anni della guerra di mafia. Nell’anno 1999 Resciniti è stato insignito dal Capo dello Stato dell’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana, mentre nell’Arma è stato decorato di croce doro per anzianità di servizio, della medaglia d’oro al merito di lungo Comando, della medaglia d’oro mauriziana al merito di 10 lustri di carriera e del nastrino d’oro per Comandante di Stazione.
“E’ proprio in veste di Maresciallo che ho perseguito, non solo fatti di criminalità mafiosa con centinaia di morti ammazzati – dichiara – ma anche casi curiosi come quello di un genitore che per punizione chiuse nel solaio il figlio dandogli a mangiare pane ed acqua; di una madre che vive di lavori umili e per sbarcare il lunario indirizza la figlia dodicenne alla prostituzione in un ambiente che deruba l’infanzia dei bambini; del sequestro di un cavallo in una stalla ubicata in pieno centro urbano che con i suoi sbruffi disturbava il sonno del vicino di casa; di una madre che trattò la compravendita di una sua bambina; di un bambino che tentò il suicidio perché la madre non gli voleva comprare la bicicletta; dell’arresto di una madre che poco prima aveva ucciso due suoi bambini annegandoli nel mare di Gela; del suicidio di una quattordicenne in crisi esistenziale; dell’arresto di due genitori “bovari” che uccidevano il proprio bambino colpevole di non avere condotto al pascolo le bestie per vedere i cartoni animati in tv.”
Fatti di cronaca terribili, vissuti in prima persona sul fronte di una città a briglie sciolte, ma anche alcune piccole storie belle e a lieto fine che fanno parte degli indimenticabili ricordi vissuti nell’Arma.
Come quando il Comando diretto da Resciniti riacquistò la bicicletta di un bimbo gelese vittima di bulli che chiedeva giustizia per il furto subito e che denunciò i fatti con coraggio e indignazione ad una figura militare di riferimento per la città, al pari di un prete, un sindaco o un medico di famiglia. Quella di un Maresciallo, che non potendo fare giustizia nell’immediato optò per un grande regalo. Non al bambino ma all’uomo che già cresceva in lui e chiedeva di abitare in un territorio giusto, sano, corretto. Ne scrisse anche il grande giornalista Ferruccio Sansa su La Stampa “Luca questa cattiva lezione proprio non voleva impararla, perché quei due ragazzi non gli avevano portato via soltanto la bicicletta, ma anche la fiducia negli altri. Nei coetanei, nel papà che ti protegge da ogni male, nei Carabinieri che sanano le ingiustizie. E quale miglior simbolo di una bicicletta, dove i bambini imparano la velocità, la leggerezza, mentre il mondo ti viene incontro con il vento tra i capelli.Siamo in Sicilia, a Gela, che da sola racchiude le contraddizioni di questa terra”…
O come quando due ragazzine gelesi salvarono un coniglio dalla macellazione pagandolo con i pochi risparmi e lo affidarono alla Caserma affinchè ne avesse cura. “Lo regalammo ad un’associazione animalista, dopo averlo accudito qualche giorno e tenuto con noi – racconta con un velo di imbarazzo Resciniti. Vede – prosegue il Maresciallo – per me fu un gesto di grande valore perchè così facendo, quelle due ragazzine gelesi, restituirono alla vita un animale innocente che in cuor loro andava salvato. Erano gli anni della guerra di Mafia…sa…vedere che per qualcuno la vita di un coniglio aveva un valore sacro mi colpì profondamente. All’epoca dei fatti, tale curiosa notizia riempì le prime pagine dei maggiori quotidiani dell’Isola, che definirono il gesto una storia da “libro cuore. “
Chi ha lavorato a fianco di Resciniti, lo descrive come un uomo integerrimo, presente, puntuale, in grado di mettere in riga i più sconsiderati e che, ai giovani militari in servizio, ha dato grandi lezioni di vita e di lavoro, lasciando una grande eredità. Perchè come scrisse un suo stretto collaboratore che decide di restare anonimo:
“La storia non è solo composta da pagine ma da uomini che l’hanno fatta e si tramanda anche in ogni espressione che il suo viso racconta, e dona a chi sa e vuole ereditare, e su questo, il Comandante sa il fatto suo. Proprio come si tramanda da padre in figlio, il Cavaliere Domenico Resciniti ha donato e donerà la sua eredità, eredità costa- tagli notti fuori casa lontano dalla sua famiglia, momenti trascorsi fra il terrore delle locali faide e la disperazione della brava gente che in lui rimettevano le loro speranze. Un’eredità che oggi Domenico Resciniti cede ai suoi figli, i figli che l’Arma gli ha consegnato.”
Quelle di Armarcord sono tutte storie di uomini semplici ma saldamente legati dallo Spirito di Corpo e ricchi di Valori, tra questi, anche un superstite dell’attentato di Nassiriya in Iraq, nel 2003, ferito nell’esplosione dell’autocisterna lanciata contro la caserma che provocò ventotto morti, tra i quali dodici carabinieri. Militari protagonisti di indagini, conflitti a fuoco, stragi ma anche piccole storie di lavoro quotidiano che fanno bene al cuore. Alcuni, come Govoni, hanno operato a fianco di Presidenti della Repubblica (Sandro Pertini) o di Personalità di Governo (Aldo Moro, Giulio Andreotti), di grandi industriali (Giovanni Agnelli), di Magistrati (Giovanni Falcone e Paolo Borsellino). Altri, hanno operato a fianco della gente comune, degli ultimi, nelle periferie del Mondo, onorando il loro lavoro allo stesso modo.
Il libro, è un piccolo “tesoretto” di storia italiana: di piccoli e grandi fatti accompagnati da uomini che hanno deciso di raccontarsi dopo un lavoro. Un ruolo per lo più svolto in anonimato e riservatezza assoluta che è sempre lo stesso e che cambia continuamente adattandosi ai luoghi e ai tempi ma nella comunanza di una identità comune che, nonostante tutto, fa ancora onore all’Italia.

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Trentasette anni (e oltre) di servizio, in pensione il luogotenente Falcone
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42 minuti fail
17 Giugno 2025di
redazione
Il luogotenente “Cariche Speciali” Domenico Renato Falcone, dopo aver prestato servizio nel corpo della Guardia di Finanza per oltre 37 anni, raggiunge la meritata pensione.
Originario di Reggio Calabria, si è arruolato nel Corpo nel 1987.Ultimata la frequenza dei corsi d’istruzione alla Scuola sottufficiali della Guardia di Finanza, nel 1989 è stato assegnato al Nucleo di Polizia Tributaria di Caltanissetta, dovendo grattato prestato servizio fino alla data di pensionamento.Ha eseguito in prima in persona numerose e importanti operazioni di servizio nel contrasto agli illeciti economico-finanziari, distinguendosi per professionalità, correttezza ed abnegazione, che negli anni gli sono valsi importanti e ripetute manifestazioni di compiacimento ed attestazioni di stima da parte dei superiori.
L’ispettore, sposato e padre di una figlia, si è sempre dimostrato un collaboratore preparato, sereno e instancabile, rappresentando sempre un sicuro punto di riferimento anche per le fiamme gialle più giovani.In occasione del suo congedo, presso la sala conferenze del Comando nisseno, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, il Colonnello Stefano Gesuelli, ha voluto ringraziare personalmente, e a nome del Corpo, l’ispettore per l’eccezionale impegno e la dedizione profusi durante tutta la carriera uniti a particolari doti umane, che lo hanno reso un punto di riferimento per l’intero reparto.
Attualità
Europei di calcio: nello staff dell’Under 21, anche la nutrizionista buterese Cravana
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24 ore fail
16 Giugno 2025
C’è anche un pizzico di sicilianità, ai campionati europei under 21 di calcio, in corso di svolgimento in Slovacchia. Nello staff degli azzurrini (6 punti in due partite ed in testa al girone con la Spagna), figura anche la dottoressa in alimentazione e nutrizione umana, Maria Luisa Cravana, biologa e dietista.
Di origini buterese, Maria Luisa ha già prestato il proprio contributo anche nella nazionale under 17.
Figlia di Gaetano Cravana (già dirigente del Commissariato di Polizia di Gela), Maria Luisa lavora al Laser Milano Medical Center e allo Sport Health Colli Albani di Roma. Ha uno studio privato anche a Butera.
Attualità
Da Gela ad Enna, Miriam D’Amore sarà il nuovo presidente del tribunale
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1 giorno fail
16 Giugno 2025
Si insedierà mercoledì prossimo, il nuovo presidente del tribunale di Enna. Si tratta di Miriam D’Amore, ex presidente della Sezione Penale del Tribunale di Gela.
Piemontese di Cuneo, D’Amore ha ricoperto ruoli importanti nella magistratura nella lotta alla mafia. E’ stata procuratore facenti funzioni al tribunale di Gela, pubblico ministero a Caltanissetta, giudice del lavoro e componente della Corte d’Appello e della Corte d’Assise d’Appello nissena.

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