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Cronaca

Bimbo di 11 anni finisce dentro un tombino scoperchiato. Lo salva un compagno di classe

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Brutta disavventura per un bambino di 11 anni che è finito nel tombino in foto profondo almeno 1,80 metri ed è stato fortunato perchè ha riportato solo una botta alla gamba, qualche graffio e tanta ma tanta paura, sua e dei suoi compagni di scuola. 

“Oggi grazie a Dio noi possiamo raccontare questa storia – dice la madre con un post in cui ha taggato il sindaco e l’assessore Incardona- grazie al sangue freddo di un suo compagno di scuola che è riuscito a tirarlo fuori”. La madre ha voluto denunciare l’episodio sui social per evitare che succeda qualcosa di più brutto a qualcun altro. “Se era un bimbo più basso non riuscivano a tirarlo fuori; queste 2 trappole (ce n’è un altro poco vicino coperto da spazzatura) si trovano nello spartitraffico di viale Mattei, all’ingresso di Macchitella, vicino al Mc Donald’s. Abbiamo pure comunicato all’URP la situazione ma la risposta è stata: boh, non lo so a chi dovete avvisare!!! Queste le testuali parole di chi ha risposto all’Urp del Comune e quindi non sapendo cosa fare, ho scritto un post, magari a qualcuno di competenza arriva”.

La madre conclude così: “ringraziamo chi di competenza non fa il suo lavoro, per la paura e ripeto fortunatamente solo paura presa”

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Cronaca

Il Convegno Lions Città Murate per rilanciare Gela

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Le mura di Gela al centro dell’attività di divulgazione scientifica del Lions Citta Murate con un evento di livello importante che ha coinvolto realtà variegate del mondo.

Sono arrivati da ogni parte d’Italia, da San Marino, Malta, Francia, Emirati Arabi e da tanti altri siti del mondo per un convegno internazionale del Lions città murate a Gela e Sciacca. Un momento importante per il rilancio dell’immagine della città e del comprensorio.

Al teatro Eschilo di è tenuto il XX Congresso a Gela e a Sciacca: annunciato a Roma un mese fa nell’ambito di una convention ufficiale del Lions Città murate il cui vicepresidente internazionale è il gelese ing. Franco Butera.

Non solo convegno ma anche esplorazioni conoscitive sul territorio giurate da Butera per ammirare le bellezze e la storia della Sicilia: ieri mattina la visita delle mura federiciane e dell’Acropoli con Mulé, nel pomeriggio alle Mura timoleontee con l’archeologia Panvini di fronte alle quali i visitatori hanno espresso giudizi di encomio strabiliati da tanta bellezza. Il direttore del Museo Gattuso ha presentato il progetto Sicilia dei miti, un’iniziativa di valorizzazione del territorio che punta al rilancio della città. Su questo tenore si e’ l’intervento del Presidente della fondazione internazionale Giacomo Beorchia improntato sul confronto dell’intervento sulle mura e sui monumenti tra le varia realtà.

“Sono trascorsi oltre settant’anni dal momento in cui Vincenzo Interlici, che possedeva dei terreni agricoli a a Gela, in località Capo Soprano, riportò alla luce un tratto di una struttura muraria, scambiato con i resti del teatro greco del quale si erano sempre cercate le tracce – ha detto la Panvini ‘

L’archeologo Pietro Griffo, al tempo Soprintendente della Sicilia centro-meridionale, comprese che si trattava di una struttura antica ed intraprese, con una squadra di operai, lo scavo archeologico dell’area affidandone la direzione scientifica a Dinu Adamesteanu, lo studioso rumeno che da un paio di anni operava in Sicilia .

Il muro era coperto da una consistente coltre di sabbia, una vera e propria duna, localmente chiamata maccone, formatasi in un lungo arco di tempo in questo tratto occidentale della collina sulla quale era stata fondata la colonia rodio-cretese di Gela, nel 689-688 a.C. Quest’ultima, fin dagli anni successivi a quelli predetti, si era sviluppata sul tratto orientale della bassa collina, che prospettava sul Mar Mediterraneo e che era lambita, ad Est, dal corso del Gelas, del quale poteva controllare anche la foce.

Non fu difficile rimuovere lo spesso strato di sabbia, che fu accumulato alle pendici e sui pendii del versante meridionale della collina fino alla base del muro che veniva riportato man mano alla luce e che risultò avere, sul quel lato, un’altezza massima di quasi metri 3,20. Gli archeologi si trovarono di fronte ad una struttura di fortificazione molto particolare poiché essa era stata costruita, nella parte inferiore con blocchi di calcare, ben squadrati e, nella parte superiore, da una sopraelevazione di mattoni crudi, disposti a corsi regolari e perfettamente isodomi (m 10 X 15 x 10), legati da malta di argilla e sabbia la quale, al momento della scoperta, conservava ancora le tracce dell’intonaco, usato come rivestimento delle superfici esterne, ma oggi non più visibile.

Il muro venne rimesso in luce per una lunghezza complessiva di 360 metri e si estendeva verso Ovest, ontrollando la piana sottostante e proteggendo una delle porte di accesso alla città sulla direttrice per Agrigento; quindi, aggirava la collina e proseguiva a Nord, in direzione della zona oggi nota con il nome di Piano Notaro dove però esso si conserva soltanto nelle prime assise del basamento in calcare.


Addirittura, Adamesteanu, riteneva che i diversi colori dei mattoni e dell’intonaco steso sulla loro superficie potessero corrispondere a tre differenti di momenti di costruzione della struttura coincidenti con gli assalti di Agatocle alla città: esso era databile a partire dal 339 a.C., ossia nell’età di Timoleonte, il condottiero corinzio, giunto in Sicilia per ristabilire la democrazia nelle città siceliote, dilaniate da lotte politiche.
Anche Gela era rientrata in tale progetto, che comportò la riedificazione della città, distrutta, nel 405 a.C. dai Cartaginesi e proprio l’area di Capo Soprano fu individuata come la più idonea per le nuove costruzioni; infatti, sia la scoperta del muro di fortificazione che i resti” .

“La città medievale di Eraclea fu fondata da Federico II di Svevia nel 1233 nell’area dell’antica Gela. In quell’anno l’imperatore sostò a Butera probabilmente per seguire i lavori per la fondazione della nuova città – ha detto Panvini –
– aveva già stipulato accordi commerciali con l’emiro di Tunisi (1231);
– aveva represso la rivolta di Messina, distrutto le città di Centuripe e Troina e fondato Augusta (1232).
Eraclea sorgeva quindi sia per mettere a coltura la pianura retrostante che per essere punto d’osservazione e di controllo importante sulla costa meridionale, priva di abitati tra Licata e Capo Passero.

Fino alla fine degli anni ’80 dello scorso secolo si sapeva poco sulla città medievale e si riteneva che per le trasformazioni avvenute a seguito dell’industrializzazione fossero andate perdute le strutture medievali.
Le ricerche sulla città, le mura e le produzioni ceramiche sono state avviate con la mostra “Fornaci castelli e pozzi dell’età di mezzo” del 1990 curata dalla Soprintendenza di Agrigento allora competente sul territorio ed il relativo catalogo, seguito da un Convegno i cui atti furono pubblicati nel 1991.
Più tardi gli studi sulla cartografia condotti da Liliane Dufour e Ignazio Nigrelli hanno chiarito finalmente il significato di terra vecchia e terra nuova, termini utilizzati da Fazello e dalle carte topografiche e si è compreso che probabilmente a fine ‘300 un muro (dopo la peste, l’assalto dei barbareschi e l’assedio aragonese) dovette dividere la città in due parti: quella ad oriente fu la terranova che continuò ad essere abitata, quella ad occidente la terra vecchia così denominata perché lasciata in abbandono. Nel muro mediano della città e su la strata maiori vocata del curso fu aperta una nuova porta, la porta dei carri…”.

Durante la visita delle mura federiciane i congressisti hanno fatto tappa a alle Mura Federiciane del plesso Santa Maria di Gesù dove gli ospiti hanno potuto godere la musica offerta dal coro gospel e un filmato dei cuccioli del Lions Club Gela Ambiente Territorio Cultura.

Ha collaborato dal cerimoniere del LC Gela Host dott Gaetano Trainito.

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Cronaca

Uil Sicilia in lutto:è morto il segretario Michelangelo Mazzola

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“Michelangelo Mazzola ci ha lasciati. Resterà per sempre il ricordo del suo appassionato e leale servizio sindacale, assicurato a lavoratrici e lavoratori anche quando le forze fisiche lo stavano abbandonando”.

Così la segretaria generale della Uil Sicilia, Luisella Lionti, e il segretario regionale Uil con delega sul territorio di Caltanissetta, Salvatore Guttilla, ricordano Michelangelo Mazzola, segretario della UilTucs di Caltanissetta-Enna-Agrigento morto oggi dopo una lunga malattia.
 Gli esponenti sindacali aggiungono: “Ad Anna, moglie di Michelangelo Mazzola, e ai figli Giulia e Giuseppe vogliamo esprimere il dolore della Uil nissena e siciliana per il loro lutto che è anche il nostro. Vadano fieri di ciò che ha fatto Michelangelo. Ha dato corpo e spessore a quello che per noi tutti non è soltanto uno slogan: essere Sindacato delle Persone”. 

Luisella Lionti e Salvatore Guttilla concludono: “Condoglianze anche alla famiglia della UilTucs che, sotto la guida della segretaria nazionale Marianna Flauto e della segretaria generale siciliana Ida Saja, ha combattuto assieme a Michelangelo Mazzola significative battaglie rivendicando il diritto al rispetto, alla dignità, alla sicurezza e alle garanzie contrattuali per lavoratrici e lavoratori del Commercio, dei Servizi, del Turismo. Vogliamo citare, fra l’altro, le coraggiose e tenaci campagne di legalità condotte da Michelangelo Mazzola e dalla UilTucs al fianco dei dipendenti della Grande Distribuzione nel Nisseno e degli “invisibili” delle mense scolastiche nel capoluogo. I funerali di Michelangelo Mazzola saranno celebrati lunedì alle 15.30 nella Cattedrale di Caltanissetta.

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Cronaca

Sparatoria nelle campagne vittoriesi

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La Polizia di Vittoria sta indagando sul ferimento di un uomo avvenuto questa mattina in campagna. Un sessantaduenne è stato raggiunto da due colpi di arma da fuoco, uno dei quali lo ha colpito nella zona oculare. Si tratta di Roberto Di Martino, ritenuto in passato un esponente del clan Dominante – Carbonaro e arrestato nell’operazione “Squalo” trent’anni fa. Era stato poi collaboratore di giustizia ed era uscito dal programma di protezione nel 2021. Dal pronto soccorso dell’ospedale Guzzardi, la vittima è stata trasferita a Ragusa dove sarà sottoposta ad intervento chirurgico.

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