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Cronaca

Escalation persecutorie: arrestato sessantunenne

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Modica – I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Modica e della Stazione di Pozzallo, nei giorni scorsi, hanno tratto in arresto nella flagranza di reato, un 61enne modicano, divorziato, commerciante, pluripregiudicato e, tra l’altro, gravato attualmente dal divieto di avvicinamento ad altra persona, resosi responsabile di una serie di condotte persecutorie ai danni di due donne, imparentate tra loro.

La delicata operazione di Polizia Giudiziaria ha avuto avvio alle prime luci dell’alba quando, a seguito di una richiesta di intervento pervenuta alla Centrale Operativa della Compagnia di Modica, una 54enne residente nella città di Pozzallo, ma originaria del Sudamerica, si è resa conto, dopo aver sentito un boato, che la sua autovettura, in sosta a pochi metri di distanza dal luogo in cui domiciliava provvisoriamente, era completamente avvolta dalle fiamme.

L’intervento tempestivo della pattuglia dei Carabinieri della locale Stazione ha scongiurato che le fiamme potessero espandersi e coinvolgere le abitazioni che insistono in quella zona, poiché domate anche con l’utilizzo dell’estintore in dotazione all’auto di servizio. Negli stessi frangenti in cui si provvedeva a mettere in sicurezza l’area, la pattuglia di pronto intervento dell’Aliquota Radiomobile veniva a conoscenza, a seguito della visione del sistema di videosorveglianza comunale della città di Pozzallo che documentava il passaggio di una particolare autovettura, del fatto che l’autore dell’atto intimidatorio potesse essere un cittadino della Contea, motivo per cui immediatamente si recavano presso la sua abitazione, dove ne accertavano l’assenza.

I militari stazionavano intorno all’abitato per pochi minuti, sufficienti a riscontrare il rientro presso il proprio domicilio della persona di interesse. Cristallizzata la posizione dell’uomo, i militari hanno iniziato a ricostruire la dinamica dell’episodio delittuoso avvenuto nella notte, a cui hanno legato anche quello del 27 maggio, data in cui era stato appiccato l’incendio alla porta d’ingresso dell’abitazione della stessa persona destinataria degli atti vessatori. Percepito l’elevato pericolo per l’incolumità delle persone coinvolte nella vicenda, gli operanti, oltre a porre in essere tutte le misure idonee a garantirne la sicurezza, provvedevano ad acquisire tutti gli elementi necessari al fine di ricostruire le angherie e le intimidazioni che le donne hanno dovuto subire nel corso dei mesi scorsi e che hanno raggiunto il culmine con l’episodio ultimo del 30 maggio.

La causa scatenante di questi comportamenti vessatori nei confronti della 54enne è stato il tentativo dell’uomo di instaurare una relazione morbosa con la nipote, una giovane 25enne, anch’essa di origine sudamericana che, nel novembre scorso, aveva già denunciato l’uomo per la stessa tipologia di reato e per cui ne era conseguito un divieto di avvicinamento, mai rispettato, tanto che la continua pressione ed il timore di subire ulteriori ripercussioni hanno fatto sì che la giovane rimettesse la sua querela nel marzo di quest’anno.

Nonostante questo passo indietro della ragazza, frutto evidente della pressione psicologica dell’uomo, gli atti intimidatori non sono terminati ma sono diventati routinari: infatti l’uomo ha iniziato ad attendere la giovane presso il luogo di lavoro e la sua abitazione, nel tentativo di invitarla a trascorrere del tempo insieme. L’intromissione della zia, vista la palese alterazione delle abitudini di vita della nipote, che ha iniziato a non uscire più di casa per timore di incontrare l’uomo, hanno fatto sì che l’ulteriore vittima della volontà prevaricatrice dello stalker divenisse lei stessa. Così sono iniziati gli episodi di danneggiamento nei suoi riguardi, a partire dall’imbrattamento della facciata della sua abitazione, avvenuto nel mese di gennaio, del successivo incendio della parte antistante l’abitazione, avvenuto la sera del 27 maggio, fino a giungere all’episodio di giovedì scorso relativo al danneggiamento, sempre a mezzo incendio, della sua autovettura.

Ricostruite le reiterate condotte messe in atto dall’uomo nei confronti delle due donne, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, l’interessato è stato posto agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico. Il fenomeno della violenza ai danni delle donne, divenuto tristemente notizia all’ordine del giorno, rappresentando un’emergenza di carattere nazionale, richiede una massiccia presenza delle varie articolazioni dell’Arma sul territorio, al fine di cogliere qualsivoglia tipologia di intimidazione, attuata sia nella quotidianità che a mezzo di strumenti virtuali, al fine di poter agire con le tempistiche adatte e tali da consentire la tutela dell’incolumità delle vittime, come in questo caso è stato pienamente realizzato dai militari dell’Arma di Modica.

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Cronaca

Un altro incidente mortale a Niscemi sulla Sp11. La Procura apre un’indagine

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La strada della morte: un incidente stradale con un giovane come vittima si è verificato lungo la Sp 11 che collega Niscemi a Gela.

A perdere la vita è stato Matteo Cannizzo di 22 anni che viaggiava da solo. È la stessa strada – e pare lo stesso tratto – in cui ha perso la vita alcuni mesi fa la piccola Aurora Pitino mentre la madre l’accompagnava a scuola. Anche questo incidente sarebbe autonomo.

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela ha aperto un nuovo fascicolo. Le indagini, attualmente a cura del personale del Commissariato di Polizia di Niscemi, della Polizia Stradale e del Comando Polizia Municipale dello stesso Comune, sono soltanto all’inizio, ma se si dovessero confermare una qualche responsabilità, anche soltanto parziale, legata alla mancata manutenzione e alle pessime condizioni di tenuta del manto stradale, l’Ufficio valuterà se procede al sequestro preventivo della strada a tempo indeterminato per impedire ulteriori eventi letali, fino al ripristino delle condizioni di sicurezza del manto stradale.

foto Franco Assenza

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Cronaca

Armi clandestine in casa, scatta l’arresto

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I poliziotti della sezione volanti di Caltanissetta, hanno tratto in arresto un quarantacinquenne nella flagranza di reato di detenzione di arma clandestina artigianale. L’uomo, attualmente sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, ha precedenti penali per furto, rapina, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e violazione della normativa sulle armi. Gli agenti giunti nell’abitazione del soggetto per eseguire un controllo, hanno subito notato lo stato di agitazione dello stesso e la presenza di sospetta sostanza stupefacente (crack) su un tavolo.

A seguito della perquisizione domiciliare, sono state rinvenute e sequestrate un’arma clandestina artigianale e quattro cartucce calibro 12 custodite all’interno di una borsa nascosta dietro un divano; gli agenti hanno sequestrato anche il presunto stupefacente. Non è la prima volta che la Polizia di Stato di Caltanissetta sequestra armi clandestine costruite artigianalmente, gli altri casi nel 2018 e nel 2024, quando la Squadra Mobile e la Sisco individuarono un vero e proprio laboratorio per la costruzione di armi. L’arresto è stato convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari.

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Cronaca

Frequenta i luoghi della ex, gelese nei guai

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La Polizia di Gela ha arrestato un 57enne nella flagranza di reato di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. L’uomo è, infatti, indagato per essersi reso autore di aggressioni nei confronti della vittima convivente e la misura cautelare, emessa dal Tribunale di Gela, gli era stata notificata appena il giorno prima.

A seguito di segnalazione pervenuta alla sala operativa del Commissariato, nella quale era stata comunicata la presenza dell’uomo presso l’abitazione a lui interdetta, gli agenti della Polizia hanno eseguito una perlustrazione della zona rintracciandolo a pochi metri dalla stessa e, in considerazione della sua pericolosità, hanno proceduto all’arresto. Dopo gli adempimenti di rito, il 57enne, su disposizione del Pubblico Ministero presso la Procura della Repubblica di Gela, è stato condotto agli arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

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