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Politica

Fra entusiasmo e richieste, Gela accoglie Conte con calore

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 Piazza piena. Le bimbe di Conte in prima fila. Gela ha accolto con grande calore il presidente del M5S Conte nella  tappa del suo tour-de-force nell’isola assieme al candidato presidente della Regione Nuccio Di Paola. Saluta la comunità dei sordomuti con il loro gesto.


Alle tante persone  che lo ascoltavano, il presidente 5 stelle  oggi ha detto: “Circolano sondaggi pazzeschi, il sistema sta tremando. Siamo scomodi. Abbiamo fatto alzare il tetto dell’impignorabilità a mille euro, chi guadagna meno non potrà avere pignorato nemmeno il quinto dello stipendio, ma questa notizia non la troverete sulla stampa. I soldi vanno presi alle grandi aziende e agli speculatori e ha chi ha fatto extraprofitti, non ha chi ha poco. Dobbiamo fare le cose giuste. Forza Italia ha proposto di alzare il tetto di 10.000 al mese in questo preciso momento di crisi. La Meloni è in disaccordo su tutto ma non a fare la guerra ai poveri. Sul reddito di cittadinanza non si transige.

E sul superbonus: “Qui ci sono gli operai , venite qui vicino a me. Abbiamo chiesto di convertire il decreto perché questo Governo ha fatto la guerra al superbonus”.

Gli operai accettano l’ invito e avallano le parole di Conte. “Col superbonus abbiamo creato 630.000 posti di lavoro – continua – combatteremo anche la battaglia energetica”.

Poi fa una disamina dei leader dei partiti: Calenda che cambia idea su tutto, Renzi che fa la guerra ai poveri, il centrodestra ha votato una legge illiberale e grida vergogna . “Noi siamo dalla parte dei cittadini e siano per il taglio del Cuneo giocare, buste paga più pesanti come negli altri paeesi d’ Europa. Basta con i tirocini gratuiti serve il lavoro anche per le donne che percepiscono paghe tagliate del 30%”.

Di Paola: “Ecco la mia piazza piena, abbiamo grandi progetti, forza non possiamo dare la Sicilia ad un imputato. Il 25 settembre dobbiamo liberarla  da chi l’ha ridotta in macerie. I nostri progetti sono per i giovani, per il turismo,  per la sanità, che una volta per tutte deve essere tolta alle mani della politica. Creemo una sola Asp regionale per tagliare le nomine politiche e con quei soldi faremo un fondo per fare in modo che ogni famiglia crei la sua energia rinnovabile. Non credete alla false promesse di chi dice di avere le ricette per tutto ma che quando era al governo non ha fatto una sola cosa per la Sicilia, tranne farsi bocciare 32 progetti su 32 del Pnrr, facendo perdere alla Sicilia grandi opportunità e una barca di soldi. ”.

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Politica

Alessandro Dagnino nuovo assessore regionale

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Palermo – Il presidente della Regione Renato Schifani ha nominato Alessandro Dagnino nuovo assessore all’ Economia,  al posto di Marco Falcone, eletto al Parlamento europeo.

Dagnino ha prestato giuramento in Assemblea regionale e ricopre già operativamente l’incarico. Avvocato cassazionista e docente di diritto tributario dell’impresa e del terzo settore nell’Università degli studi Lumsa, Dagnino è socio fondatore e Managing Partner, coordinatore dell’area tributario e finanza pubblica, dello studio legale Lexia.

Vanta una esperienza pluriennale nella consulenza a enti pubblici e associazioni di categoria in materia fiscale, di finanza pubblica e di contenzioso tributario.

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Dalla scuola Solito alle commissioni consiliari nella seduta del 30 luglio

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La Presidente del consiglio Paola Giudice ha provveduto ad integrare l’ordine del giorno della seduta consiliare del 30 luglio alle 19.30.

Si tratterà la variazione del piano triennale delle opere pubbliche per consentire al progetto di rifacimento della scuola Solito di andare avanti.

Si voterà la composizione delle commissioni consiliari permanenti in modo che il consiglio possa entrare nella piena operatività e si tratterà il punto relativo all’Unione dei Comuni dove vanno nominati tre consiglieri gelesi. L’ultimo argomento riguarda la composizione dell’ufficio di presidenza.

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Il sen.Lorefice:”il governo ha dichiarato guerra alla stampa”

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“Siamo di fronte a un’impressionante serie di atteggiamenti ostili del Centrodestra alla libera informazione. Ed è sinceramente frustrante assistere a un Governo e ad alcuni alti esponenti istituzionali di Destra che ritengono il giornalista un mero strumento, nonché capro espiatorio dei fallimenti di Meloni e sodali”.

Lo dichiara a La Notizia Pietro Lorefice, senatore M5S e segretario della Presidenza del Senato. Nel mirino dell’esponente pentastellato finisce, tra gli altri, anche il presidente del Senato.

“Prima l’assurda reazione della Meloni all’inchiesta di Fanpage sulla federazione giovanile di Fratelli d’Italia, con scomposti attacchi al giornalismo sotto copertura”, incalza Lorefice, che subito dopo aggiunge: “poi l’incredibile pestaggio di Joly da parte di esponenti di Casa Pound, episodio derubricato dal presidente del Senato La Russa sulla base del fatto che il giornalista non si sarebbe presentato; poi gli insopportabili atteggiamenti dello stesso La Russa, che durante la cerimonia del Ventaglio ha assunto posture a dir poco irridenti nei confronti di una giornalista che gli chiedeva conto della sua conoscenza delle leggi del ventennio fascista; infine la ministra Santanché, che lancia un attacco al New York Times, ‘reo’ di aver giustamente messo sotto i riflettori internazionali la tragica situazione di siccità in cui versa la Sicilia, con roboanti promesse di fondi da parte dello Stato centrale e penoso scaricabarile tra Governo di Centrodestra e Presidente della Regione sempre di Centrodestra”.

Secondo Lorefice “Meloni, La Russa, Santanché e tutti i loro corifei dovrebbero provare, se ne sono capaci, a rileggere la frase del giornalista Horacio Verbitsky: giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia, il resto è propaganda”.

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