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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

I viaggi degli ammalati gelesi come i profughi nel Mediterraneo

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Dai gruppi “Una buona idea” e Civico Lab riceviamo e pubblichiamo

“Ci sono solo due modi di trattare gli ammalati o i potenziali ammalati:o prendendosene cura o dimenticandosene.

In un sistema manageriale Asp degno di questo ruolo, gli ammalati non dovrebbero essere abbandonati a loro stessi. La fotografia dei fatti è impietosa e da qualsiasi angolazione la si guardi, il filo conduttore è uno: per il sistema manageriale, gli ammalati sono fastidiosi perché hanno pure l’ardire di pretendere che ci si occupi di loro, sono pesanti perché sono tanti e non abbastanza sono invece i servizi che sono nulli, peggio ancora a ben guardare lo stato delle cose, per il sistema manageriale, gli ammalati sono inutili. 

Proprio perché inutili, pesanti, fastidiosi, allora che viaggino per avere servizi  e si rechino presso altre strutture, perché l’Asp quella nostra, ha ben altro da fare. Ci dica, però, cos’ha da fare?

Ci dica quali sono le sue priorità ed in cosa è impegnata? Perchè, di certo, allo stato, non ci sembra impegnata a risolvere i problemi del nostro Ospedale.

Lo scenario è degno della peggiore prova di spregio contro i cittadini ed i pazienti. Si assiste ad uno spostamento di pazienti da un Ospedale all’altro per ricevere le prestazioni sanitarie, non sempre peraltro in condizioni fisiche ed economiche di muoversi da un posto all’altro, non ultimo il caso del reparto di ortopedia dove le attività, a causa del poco personale, proseguono a rilento e stanno costringendo i gelesi  a veri viaggi della speranza presso altre strutture , soprattutto al sant’Elia di Caltanissetta.  

Si assiste, anche in altri reparti, ad una carenza di personale e quindi di cure e servizi che ha trasformato l’Ospedale in un fantasma e ci ha concretamente detto cosa pensa Asp dei pazienti o potenziali tali: non è nostro compito occuparci di voi, non disturbateci. Con questo filo conduttore in spregio agli ammalati, lo scenario peggiora ancor di più se si pensa ai tantissimi malati soprattutto oncologici che sono costretti a recarsi a Caltanissetta presso la commissione medica Inps in mancanza della istituzione medica a Gela. Anche in questo caso, la domanda è ancora la stessa: Asp, ha altro da fare che non occuparsi degli ammalati oncologici?

Questa è la fotografia  generale dei fatti ed è impietosa.

Se esistesse un registro degli spostamenti dei nostri ammalati, obbligati a viaggiare per controlli medici o per curarsi, avremmo davanti quasi certamente un dato paragonabile ai profughi del Mediterraneo. Non è una colpa ammalarsi né è una colpa avere bisogno di un servizio o di una prestazione sanitaria qualunque questa sia, è una colpa invece che il potente sistema manageriale tra prendersi cura degli ammalati o dimenticarsene, scelga da troppo tempo ormai la seconda opzione ed il timore che la dimenticanza sia ormai la regola, è reale al punto che è il momento che Sua Eccellenza il Prefetto, nell’esercizio delle sue funzioni intervenga a tutela dei tanti cittadini ed ammalati trattati senza rispetto. Riportiamo gli enormi risultati portati avanti dalla struttura manageriale:
chiusura nel 2020 dell’U.O.C. di Psichiatria e declassamento della stessa a semplice struttura ambulatoriale; chiusura e declassamento a semplice servizio ambulatoriale ospedaliero dell’U.O.C. di Otorinolaringoiatria; chiusura e declassamento a semplice servizio ambulatoriale ospedaliero dell’U.O.C. di Malattie Infettive; U.O.C. di Rianimazione che sempre a causa della “irrisolvibile” carenza di personale medico non riesce a garantire una adeguata risposta all’intero comprensorio; Sale Operatorie che sempre per carenza di medici Anestesisti, riescono a garantire solo gli interventi chirurgici in urgenza/emergenza destinando ad altre strutture ospedaliere provinciali e spesso extraprovinciali gli interventi di piccola chirurgia o gli interventi chirurgici in elezione.

La “neonata” U.O.C. di Neurologia che ha dovuto chiudere le porte a poco più di un anno dall’inaugurazione sempre per carenza del personale medico specialista. L’U.O.C. di Chirurgia Generale completamente depotenziata: l’U.O.C. di Ortopedia e Traumatologia nel proprio organico conta di soli 4 medici (compreso il Direttore di Struttura), ciò rende impossibile il mantenimento degli standard dettati dalle direttive ministeriali e assessoriali; l’U.O.C. di Urologia, dove fiorisce solo ed esclusivamente l’attività intramuraria, sempre a causa di carenza di personale medico specialistico declina i pazienti nelle ore pomeridiane e notturne presso il presidio ospedaliero del Capoluogo nisseno anche se trattasi di semplici consulenze specialistiche. La tanto acclamata U.O.D. Brest-Unit,non dispone di una collocazione plausibile per il trattamento di tali patologie. Il Centro Trasfusionale ancora chiuso sempre per lo stesso motivo, carenza di personale medico dedicato; l’U.O.C. di Pronto Soccorso, dove la dotazione organica dei medici si è contratta fino a raggiungere attualmente l’esiguo numero di medici.

Che dire infine del “martoriato” servizio di 118 locale, con ambulanze spesso sprovviste di personale medico rianimatore impossibilitati quindi a garantire interventi adeguati di risposta sanitaria di urgenza/emergenza, volti a garantire la sicurezza e l’incolumità dell’intero comprensorio?”

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Sud chiama Nord invoca le dimissioni del Ministro Musumeci

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Riceviamo e pubblichiamo una nota del leader di Lo afferma il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca

“Inaccettabili le dichiarazioni del ministro Musumeci rispetto alla crisi idrica che sta attanagliando le regioni del Sud Italia”.

Lo afferma il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca

“Si sveglia oggi, novello Don Chisciotte, e rimprovera le regioni di non aver speso i fondi a disposizione. Accusa gli altri di non aver fatto ciò di cui è il simbolo.

Il suo monito oggi alle regioni sul fatto che è stato utilizzato solo il 30% dei fondi contro la siccità suona come una beffa. 

Vogliamo infatti ricordare che in Sicilia è  stato il Governo Musumeci ad incassare, quando lui era presidente della Regione Siciliana, una bocciatura da parte del Governo nazionale  dei progetti siciliani presentati per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). 

Su 32 progetti, 31bocciati! Un record assoluto per una perdita complessiva di 360 milioni di euro.

Si trattava di progetti idrici presentati dal Dipartimento regionale Agricoltura, su fondi PNRR dedicati dal Ministero delle Politiche Agricole. 

Ricordiamo pure che la gestione Musumeci non è riuscita ad affidare nemmeno una gestione d’ambito sui servizi idrici, nonostante abbia commissariato le ATI, prendendo in giro tutti con un disegno di legge di ambito unico inattuabile e, infatti, mai approvato.

La mancanza di gestori ha poi provocato la perdita dei finanziamenti PNRR, con oltre 700 milioni per l’approvvigionamento  idrico per le civili abitazioni che sono andati a beneficio di altre gestioni regionali.

 Le nostre province, sprovviste di gestore unico, non hanno potuto partecipare ai bandi.

Un record fallimentare per Musumeci! 

Tutto questo accadeva quando lui era Presidente della Regione Siciliana e oggi da Ministro rimprovera le Regioni  di essere in ritardo… 

Insomma, il bue che dice cornuto all’asino!”

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L’emergenza idrica a Manfria continua

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Riceviamo e pubblichiamo una nota del Comitato di quartiere Manfria, a firma del presidente pro tempore Maurizio Cirignotta sulla situazione idrica.

“In considerazione dell’attuale crisi idrica e dela fatto che molti cittadini della zona alta, tra cui anziani e disabili, non usufruiscono da decine di giorni  del regolare approvvigionamento di acqua in quanto il gestore privato della rete rispondente ‘Divina Acquedotti’ di Riesi su concessione del “Consorzio Piana Marina” non è stata portata avanti alcuna azione tecnica per sezionare o favorire la rete e favorire le zone non servite. Tutto viene lasciato al caso favorendo sempre le stesse persone, con la scusa della bassa portata inviata da Siciliacque.

Valutando che le leggi vigenti e le responsabilità per interruzione di pubblica utilità con danno alla salute umana ed in questo caso per mancanza di acqua potabile è sancito dagli art.li 331 c.p e 340 c.p.

Ad ogni essere umano servono almeno 35 ml di acqua per ogni kg di peso corporeo in età dai 18 ai 65 anni che aumentano in caso di disabilità o vecchiaia.

In questa situazione serve lacautela sanitaria che richiama l’art. 32 Cost. ove si prevede, che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” e che pertanto, nella situazione di emergenza, il bene “salute” appare decisivo in ogni situazione nella quale il problema possa prospettarsi.

La salute come bene primario in questo caso però viene messo in secondo piano favorendo una multi settorialità del problema patologico da sofferenza idrica che interviene alle varie età e specie nei portatori di malattie croniche che devono sopperire a Psicosi e manifestazioni Depressive conseguenti all’ abuso istituzionale perpetrato nella creazione di un clima di insicurezza fisica.

Chiede agli organi competenti di istituire una fase emergenziale per le emergenze idriche in Sicilia con il compito di attuare una erogazione sostitutiva di acqua per tutti e non solo per pochi con eventuale nomina di un commissario prefettizio che possa operare al meglio.

Si coglie occasione per ringraziare Il Sindaco, l’Assessore allo Sviluppo Economico ed il responsabile della Protezione Civile Ing. Roberto Capizzello per l’impegno profuso in relazione alla richiesta di Autobotti sostitutive alle famiglie in criticità. Ma il momento è difficile per la zona alta di Manfria soffre perché la portata non permette accumulo”.

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Siccità ad Agrigento: acqua ogni 20 giorni

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Riceviamo e pubblichiamo una nota di Federconsumatori.

“Il cambiamento climatico presenta il conto.

La situazione drammatica nella città di Ravanusa e in gran parte della provincia di Agrigento, dove l’acqua arriva in media circa ogni 20 giorni, non è solo la conferma di quanto Federconsumatori dice da anni sulla crisi idrica in Sicilia, ma anche una drammatica conseguenza del cambiamento climatico globale causato dall’uomo.

La quantità di pioggia che cade mediamente ogni anno in Sicilia è sempre di meno e, in prospettiva, andrà a diminuire e non ad aumentare: gli studi scientifici ci dicono che nell’isola nascerà presto il primo deserto italiano.

Questo impone a tutti una profonda riflessione sia sulla crisi climatica che sulla sua gestione pratica, sia quotidiana che a lungo termine.

La responsabilità della crisi idrica in Sicilia è ampiamente condivisa da tutti i soggetti interessati alla gestione dell’acqua nell’isola e, purtroppo, oggi scontiamo gli errori e l’immobilismo di parecchi anni fa.

Per questo occorre prontamente invertire la rotta, occorrono degli interventi strutturali indispensabili e attivare una corretta e sostenibile gestione della risorsa in grado di garantire l’acqua per tutti gli usi, migliorando la capacità di raccolta e distribuzione delle risorse idriche.

Servono altresì misure straordinarie concrete ed efficaci per contrastare rapidamente la grave situazione che colpisce pesantemente la popolazione e le attività produttive del territorio agrigentino.

Nell’agrigentino la società consortile pubblica che gestisce il Sistema Idrico Integrato, in accordo con la Prefettura di Agrigento, ha vietato la distribuzione incontrollata di acqua prelevata dai pozzi privati e trasportata con autobotti di aziende locali. Ora le autobotti possono trasportare solo acqua controllata, prelevata da un punto di distribuzione della società di gestione.

“Questo metodo garantisce la salubrità dell’acqua – affermano all’unisono il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa e quello di Federconsumatori Agrigento, Angelo Pisano – ma rallenta moltissimo la sua distribuzione: vanno attivati molti più punti di prelievo dell’acqua, nel minor tempo possibile”.

Federconsumatori, inoltre, chiede che anche il Governo nazionale faccia la sua parte nella soluzione della crisi idrica in Sicilia, ad esempio inviando la nave cisterna della Marina Militare che è stata annunciata a inizio luglio ma che, al momento, non si è vista”.

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