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Politica

Per Aricò le dimissioni di Musumeci sono un atto d’amore verso i siciliani. Per Lupo puro calcolo

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PALERMO. «Le sue dimissioni per consentire di accorpare le Regionali alle Nazionali sono state l’ennesimo atto d’amore di Nello Musumeci nei confronti della Sicilia. Votare in un unico giorno, infatti, farà risparmiare 20 milioni di euro alla nostra Regione ed eviterà una doppia chiusura delle scuole». Lo ha detto Alessandro Aricò, capogruppo all’Ars di DiventeràBellissima, durante il suo intervento in aula e aggiungendo: «Questa legislatura è stata certamente positiva per il lavoro svolto qui all’Ars e per i risultati raggiunti dal governo regionale. Nonostante una pandemia di portata storica che ha condotto il mondo sull’orlo del baratro e la guerra recentemente scoppiata nel cuore dell’Europa, il “sistema Sicilia” non solo ha retto ma è in evidente ripresa. I disastrosi conti ereditati dal precedente governo regionale sono stati in gran parte risanati e ottimi risultati sono stati raggiunti in settori vitali come la Sanità- con migliaia di assunzioni e stabilizzazioni- il Turismo- con arrivi record dopo anni di crisi- e le Infrastrutture, con decine di cantieri aperti, anche ovviando a colpevoli inerzie del governo nazionale. La Regione ha nuovamente espletato concorsi e fatto assunzioni dopo ben 25 anni ed abbiamo ottenuto il fondamentale riconoscimento in Costituzione dell’insularità della Sicilia, grazie al quale saranno promosse le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi che finora hanno penalizzato i siciliani. Come ha sottolineato lui stesso, Musumeci darà il massimo per la sua terra fino all’ultimo giorno della legislatura e noi saremo al suo fianco sempre nell’interesse dei siciliani che lo hanno voluto presidente della Regione».


“Musumeci si è dimesso per puro calcolo politico, la scusa di non volere far chiudere le scuole per due giorni è ridicola. Comunque avrebbe fatto bene a dimettersi prima”. Lo ha detto Giuseppe Lupo capogruppo del Pd all’Ars a margine della seduta di oggi durante la quale sono state comunicate in aula le dimissioni del presidente della Regione Nello Musumeci.
“Musumeci ha anticipato la fine della legislatura per tentare di aumentare il suo potere contrattuale nei confronti del centrodestra rispetto alla sua candidatura – ha aggiunto Lupo – al di là del fatto che l’election day ha dei vantaggi, Musumeci avrebbe fatto meglio a dire le vere motivazioni della sua scelta”.

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Politica

Alessandro Dagnino nuovo assessore regionale

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Palermo – Il presidente della Regione Renato Schifani ha nominato Alessandro Dagnino nuovo assessore all’ Economia,  al posto di Marco Falcone, eletto al Parlamento europeo.

Dagnino ha prestato giuramento in Assemblea regionale e ricopre già operativamente l’incarico. Avvocato cassazionista e docente di diritto tributario dell’impresa e del terzo settore nell’Università degli studi Lumsa, Dagnino è socio fondatore e Managing Partner, coordinatore dell’area tributario e finanza pubblica, dello studio legale Lexia.

Vanta una esperienza pluriennale nella consulenza a enti pubblici e associazioni di categoria in materia fiscale, di finanza pubblica e di contenzioso tributario.

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Dalla scuola Solito alle commissioni consiliari nella seduta del 30 luglio

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La Presidente del consiglio Paola Giudice ha provveduto ad integrare l’ordine del giorno della seduta consiliare del 30 luglio alle 19.30.

Si tratterà la variazione del piano triennale delle opere pubbliche per consentire al progetto di rifacimento della scuola Solito di andare avanti.

Si voterà la composizione delle commissioni consiliari permanenti in modo che il consiglio possa entrare nella piena operatività e si tratterà il punto relativo all’Unione dei Comuni dove vanno nominati tre consiglieri gelesi. L’ultimo argomento riguarda la composizione dell’ufficio di presidenza.

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Il sen.Lorefice:”il governo ha dichiarato guerra alla stampa”

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“Siamo di fronte a un’impressionante serie di atteggiamenti ostili del Centrodestra alla libera informazione. Ed è sinceramente frustrante assistere a un Governo e ad alcuni alti esponenti istituzionali di Destra che ritengono il giornalista un mero strumento, nonché capro espiatorio dei fallimenti di Meloni e sodali”.

Lo dichiara a La Notizia Pietro Lorefice, senatore M5S e segretario della Presidenza del Senato. Nel mirino dell’esponente pentastellato finisce, tra gli altri, anche il presidente del Senato.

“Prima l’assurda reazione della Meloni all’inchiesta di Fanpage sulla federazione giovanile di Fratelli d’Italia, con scomposti attacchi al giornalismo sotto copertura”, incalza Lorefice, che subito dopo aggiunge: “poi l’incredibile pestaggio di Joly da parte di esponenti di Casa Pound, episodio derubricato dal presidente del Senato La Russa sulla base del fatto che il giornalista non si sarebbe presentato; poi gli insopportabili atteggiamenti dello stesso La Russa, che durante la cerimonia del Ventaglio ha assunto posture a dir poco irridenti nei confronti di una giornalista che gli chiedeva conto della sua conoscenza delle leggi del ventennio fascista; infine la ministra Santanché, che lancia un attacco al New York Times, ‘reo’ di aver giustamente messo sotto i riflettori internazionali la tragica situazione di siccità in cui versa la Sicilia, con roboanti promesse di fondi da parte dello Stato centrale e penoso scaricabarile tra Governo di Centrodestra e Presidente della Regione sempre di Centrodestra”.

Secondo Lorefice “Meloni, La Russa, Santanché e tutti i loro corifei dovrebbero provare, se ne sono capaci, a rileggere la frase del giornalista Horacio Verbitsky: giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia, il resto è propaganda”.

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