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Cronaca

Porto. C’è il rischio che si vanifichi il lavoro svolto

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Insabbiamento e ripascimento del porto rifugio: se ne è parlato nuovamente questa mattina, nel corso di una videoconferenza alla quale il Sindaco Lucio Greco ha preso parte su invito della Prefettura, che ha virtualmente messo attorno allo stesso tavolo anche Capitaneria di Porto, ARPA, ISPRA e Regione. 

La nuova emergenza deriva dal fatto che da ottobre potrebbe non essere più valido il campionamento delle sabbie eseguito dal Dipartimento di Protezione Civile Regionale e i dati raccolti, di conseguenza, potrebbero non essere più validi. Tutto il lavoro fatto fino ad oggi, dunque, rischia di non poter essere più utilizzato, e i tempi burocratici per fare la gara a quel punto non ci sarebbero più, perchè bisognerebbe ricominciare quasi da zero. 

Un rischio che, assolutamente, non è possibile correre. Per questo, il Dipartimento ha già comunicato che entro una settimana provvederà ad un aggiornamento del piano di caratterizzazione delle sabbie e lo presenterà al Ministero delle Infrastrutture e a tutti gli enti preposti, per poi fare gli altri passaggi propedeutici necessari e programmare un nuovo incontro. “Non posso negare di essere preoccupato per questi continui rinvii, dovuti ad approfondimenti e aggiornamenti, – ha dichiarato il Primo Cittadino – ma posso garantire che, insieme a Sua Eccellenza il Prefetto, monitoreremo costantemente la situazione. Per il futuro, auspico una maggiore collaborazione tra ARPA e ISPRA, al fine di accelerare tempi e iter. Questa ulteriore attività va ultimata nel minor tempo possibile, per capire bene quali siano i quantitativi di sabbia che possono essere utilizzati per il ripascimento e a quanto ammontano quelli che, invece, dovranno essere conferiti in discarica. Stiamo parlando di un’opera molto attesa dalla comunità locale e dalla marineria. Un porto insabbiato non è solo uno spettacolo indecoroso e paradossale per una città di mare come la nostra, ma rappresenta un problema enorme sul fronte dell’economia del territorio e della sicurezza degli operatori marittimi. Gela merita una struttura portuale pienamente fruibile, e auspico un’azione complessiva in cui tutti riescano a fare sistema per far si che i lavori possano essere avviati il prima possibile

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Cronaca

Filippo Tinnirello ha ucciso la madre,si è lavato e si è costituito

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Si è lavato e ha cambiato gli abiti dopo aver ucciso la madre Francesca Ferrigno. Non c’erano tracce di sangue nelle mani e negli abiti di Filippo Tinnirello quando si è presentato ieri sera al Commissariato di polizia confessando il matricidio. Con lei aveva continue liti. L’ultima pare per il diniego della donna a dargli i soldi per la droga.

Non ha però detto nulla poi quando si è trovato davanti ai magistrati che seguono l’indagine. È stato poi tradotto dai carabinieri al carcere di Balate a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Sul corpo della madre, morta dissanguata, è stata disposta l’autopsia che stabilirà con quante coltellate è stata colpita dal figlio omicida. Fatali sembra che siano state quelle all’addome e alla gola.

Filippo Tinnirello era già stato denunciato due volte negli anni passati dalla madre per maltrattamenti ed era finito in una residenza protetta del Ragusano. Entrambe le volte la madre lo aveva ricevuto a casa in concomitanza con lievi miglioramenti delle sue condizioni psichiche. Era in cura presso il Dipartimento di salute mentale. Ieri sera però dopo l’ennesima lite con la madre si è scagliato contro di lei senza darle scampo.

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Cronaca

Tentarono rapina ad un ottantenne di Niscemi, arrestate quattro persone

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Quattro persone sono state arrestare dalla Polizia di Niscemi per tentata rapina ai danni di un ottantenne. Due di loro, al momento del fatto, si trovavano in regime di semilibertà e avevano approfittato di un permesso premio. La Procura della Repubblica di Gela ha disposto l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip presso il Tribunale di Gela, nei loro confronti (due niscemesi e due catanesi), per una tentata rapina commessa nel mese di giugno dell’anno scorso ai danni di un anziano niscemese.

Le indagini sono state delegate al Commissariato di Niscemi e sono state condotte con l’ausilio di attività d’indagine tradizionali, assunzione delle prime sommarie informazioni che hanno indirizzato le indagini, e con attività tecniche, visione ed analisi dei sistemi di video sorveglianza, intercettazioni telefoniche e tra presenti.

Grazie al lavoro svolto dagli investigatori della Polizia, che hanno analizzato scrupolosamente i tabulati telefonici, è stato possibile, cristallizzare la presenza dei due catanesi a Niscemi, già il giorno precedente la rapina, al fine di compiere un sopralluogo.

Nello specifico, il piano criminale era stato ideato dai due niscemesi, che si erano rivolti ai catanesi per la materiale esecuzione. Il giorno della rapina, alle prime ore dell’alba, i niscemesi con la propria autovettura, accompagnarono i due catanesi, insieme ad un terzo soggetto non ancora individuato, presso l’abitazione dell’ottantenne. La tentata rapina è stata materialmente eseguita da questi ultimi, dopo essersi coperti il volto per non essere riconosciuti.

I due catanesi, al momento del fatto, si trovavano in regime di semilibertà e avevano approfittato di un permesso premio.

La rapina non è riuscita grazie alla reazione dell’anziano che, nonostante l’aggressione subita e la bocca imbavagliata dal nastro adesivo, è riuscito ad urlare mettendo in fuga gli aggressori.

Nell’occasione l’anziano riportava delle ferite giudicate guaribili in dieci giorni.

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Cronaca

Litigi continui con la mamma, Filippo Tinnirello accusato di omicidio volontario

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E’ stato rinchiuso nel carcere di contrada Balate con l’accusa di omicidio volontario, il quarantatreenne che ieri sera ha ucciso la mamma. Si tratta di Filippo Tinnirello (nella foto). Ad arrestarlo, assieme alla Polizia, sono stati i Carabinieri del Reparto Territoriale, titolari dell’indagine. La vittima, Francesca Ferrigno, 64 anni, è stata assassinata al culmine di una lite familiare, scaturita dall’ennesima richiesta di denaro del figlio alla madre. Filippo Tinnirello ha impugnato un coltello da cucina e si è scagliato contro la mamma. I fendenti l’hanno raggiunta al ventre e alla gola. Subito dopo, si è recato al vicino Commissariato di Polizia (distante poche centinaia di metri dalla loro abitazione di via Vitali) e ha raccontato quanto era accaduto. “Ho ucciso mia mamma”. E si è costituito.

Filippo Tinnirello, disoccupato e con precedenti per droga, era seguito dal Dipartimento di salute mentale di via Madonna del Rosario per i suoi problemi di tossicodipendenza.

Interrogato a lungo ieri sera dai Carabinieri, ha confermato che le liti con la madre erano frequenti ed avvenivano per qualsiasi motivo.

Il coltello usato dal matricida, è stato sequestrato.

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