CALTANISSETTA, 26 gennaio 2021 – Il consiglio direttivo dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Caltanissetta ribadisce incondizionato sostegno a tutti i colleghi che, insieme agli infermieri e agli operatori sanitari, con grande sacrificio sono impegnati nella prevenzione e cura del Covid-19 ed esprime profondo cordoglio ai familiari di tutti i professionisti della salute vittime della pandemia. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria la professione medica ha pagato un tributo alto: più di 300 camici bianchi hanno perso la vita, oltre la metà dei quali deceduti nella seconda ondata.
L’OMCeO di Caltanissetta, contrariamente alle affermazioni riportate nei giorni scorsi dai mass media e che ad oggi non sono state formalmente smentite, conferma che nel Nisseno circa 150 professionisti hanno volontariamente manifestato la disponibilità ad eseguire le vaccinazioni, secondo quanto stabilito dal protocollo stipulato tra gli Ordini siciliani e l’assessorato regionale alla Salute. Una piena e responsabile partecipazione in aperto contrasto con le inaccettabili accuse sul rifiuto dei medici di medicina generale del comprensorio gelese. Essi, coerentemente con lo spirito di servizio che li contraddistingue, hanno dichiarato la pronta adesione alla campagna di somministrazione delle dosi vaccinali, nel pieno rispetto dei tempi fissati dalle linee guida strategiche e secondo quanto previsto dal calendario della distribuzione.
Il consiglio direttivo dell’Ordine, valutando positivamente il trend vaccinale in favore dei medici e delle altre professioni sanitarie dell’intero Distretto provinciale, intende rimarcare l’appello di responsabilità già lanciato ai cittadini e agli operatori sanitari sul valore e l’efficacia della vaccinazione anti Covid quale rimedio per immunizzare la popolazione dal rischio di infezione e che consentirà al Paese di ritornare gradualmente verso la piena normalità.
Secondo rinvio per l’udienza preliminare sulla gestione dell’Ipab Aldisio. La prima volta, l’anno scorso, ci fu un difetto di notifica.Stamattina, il gup Francesca Pulvirenti ha accolto l’istanza di rinvio di uno dei difensori degli imputati per un’ udienza concomitante in Assiste in assise.
L’indagine come è noto ha riguardato i rapporti tra l’ex presidente del cda della struttura, don Giovanni Tandurella, e i vertici de “La Fenice” che con contratto gestirono la casa di riposo per anziani per in certo periodo. Per i pm della procura, ci sarebbero state irregolarità nel subentro dei privati e si ipotizza anche la corruzione. L’udienza preliminare ora rinviata a giugno riguarda oltre il sacerdote anche l”ing. Renato Mauro l’ex consigliere comunale eSandra Bennici, il consigliere Salvatore Scerra.Ed ancora Matteo Vella, Francesca Mendola, Rosario Moscato, Andrea Bartoli, Maria Palumbo, Giovanni Tirrito, Anna Rita Tandurella, Benedetto Decaro, Giovanni Decaro, Denny Decaro e la stessa società “La Fenice”.
“Nel comunicato dell’amministratore di Impianti di vero c’è solo l’ammissione che il sindaco di Gela ha chiesto, con diverse note e comunicati stampa, interventi in grado di garantire il decoro urbano della città. Richiesta, questa, che trova fondamento e giustificazione del fatto che quella gestita dall’ingegner Picone, non è una azienda privata, ma una società pubblica in house providing, di cui il comune di Gela è socio di maggioranza”: lo dice il sindaco Lucio Greco in risposta all’ing Giovanna Picone. “Per quanto riguarda tutto il resto- dice il sindaco- si tratta invece di considerazioni ed esternazioni di natura politica, conseguenza dell’attacco diretto che l’on. Lombardo ha rivolto alla sua gestione. Gestione che lascia qualche ombra e di cui il sindaco e l’amministrazione comunale pretendono chiarezza. Lo stesso tenore del comunicato, per il linguaggio usato, per i toni inaccettabili e per le frasi utilizzate, lasciano perplessi e fanno trasparire un certo nervosismo. Posso anche capirla, perché ricevere un’attenzione così particolare da un esponente di primo piano della politica siciliana come il leader del MPA, desta preoccupazione e non fa dormire sonni tranquilli. Mi permetto di dare all’ing. Picone un consiglio: prenda coraggio e risponda, se ne è capace, all’On.le Lombardo. Ma sono sicuro che il mio consiglio non lo accetterà, perché, da buona conoscitrice di certe dinamiche, cercherà di muoversi seguendo quelle logiche tipiche del potere politico. Solo facendo chiarezza fino in fondo, si può giungere ad un chiarimento che, in ogni caso, dovrà essere sempre finalizzato al bene della città”
Stato di agitazione e un primo pacchetto di 4 ore di sciopero contro le scelte unilaterali di Eni Rewind e la mancata attuazione dell’accordo sottoscritto lo scorso anno: lo hanno deciso le segreterie Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec, con le segreterie territoriali e la rappresentanza Rsu-Rlsa. I segretari Rosario Catalano, Maurizio Castania, Lorena Di Cristina e Carmelo Tandurella hanno tenuto un’assemblea dei lavoratori e durante il dibattito è emerso che la società dell’Eni applicano in maniera unilaterale azioni che caricano le strutture esistenti sia in termini di lavoro sia sul piano delle responsabilità oggettive.
In alcuni casi queste escono fuori dalle competenze dei profili contrattuali e si assiste a riorganizzazioni che eliminano posizioni lavorative che sono indispensabili per la conduzione dei processi in essere, come la riorganizzazione dei due reparti dell’impianto Itrap e dell’impianto Barriere, accorpando ed eliminando una figura di capo impianto. E’ stata pure eliminata la figura del coordinatore gruppo impianti con le responsabilità che sono state attribuite ai capi impianti. Indice puntato sull’Azienda perché in barba alle relazioni industriali e ai protocolli siglati e firmati a livello nazionale, agisce e mette in campo azioni senza minimamente prendere in considerazione la questione dei reintegri degli organici di tutti i reparti, distribuendo i carichi di lavoro agli addetti rimasti o mettendo in campo azioni di assunzione di consulenti per coprire le posizioni mancanti, che in tale contesto penalizzano le risorse già pronte e presenti sul territorio ad occuparle professionalmente.
Con l’impegno sottoscritto con l’accordo sindacale del 28 marzo dello scorso anno le organizzazioni sindacali avevano fatto sì che responsabilmente si permettesse di riorganizzare gli impianti in tempi celeri e allo stesso tempo formare le nuove mansioni per i lavoratori interessati da questo impatto, con sacrifici non indifferenti e parzialmente riconosciuti. Di contro non c’è stata da parte aziendale la disponibilità a mettere in atto, così come era indicato nell’accordo, le verifiche periodiche per un confronto necessario a sanare situazioni di criticità. “Tutto questo non è avvenuto, adducendo motivazioni politiche, di concessioni e controversie contrattuali, tra Regione Sicilia e l’azienda, che nulla hanno a che fare con l’organizzazione e lo svolgimento dell’attività lavorativa” – si legge nel comunicato sindacale . Altro tema affrontato è la gestione dei vigili ausiliari di emergenze dove c’è carenza di personale e chi è andato in pensione nonè stato sostituito