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Cronaca

Cosa Nostra silente ma infiltrata ovunque nel Nisseno. Stidda influente a Gela e a Niscemi

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Nel territorio nisseno si conferma la perdurante operatività di più articolazioni mafiose sempre protese alla silenziosa infiltrazione del tessuto socio-economico in luogo del tradizionale ricorso ad eclatanti atti intimidatori e di violenza. E’ quanto emerge dalla relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia di Caltanissetta.

In provincia coesistono Cosa nostra e Stidda i cui rapporti si mantengono tendenzialmente pacifici in ragione dei reciproci accordi intercorsi per una più remunerativa spartizione degli affari criminali. L’articolazione di Cosa Nostra risulterebbe invariata: nella parte settentrionale della provincia,i mandamenti di Mussomeli e di Vallelunga Pratameno sotto l’influenzadella famiglia Madonia, sul versante meridionale invece i mandamenti di Riesi e Gela. Nell’ambito di quest’ultimo mandamento, oltre alla famiglia di Niscemi, operano le locali famiglie di Cosa Nostra degli Emmanuello e dei Rinzivillo. In tale quadro si segnalano, nel semestre, le scarcerazioni di tre uomini d’onore delle famiglie mafiose di Gela, Campofranco e Mazzarino che potrebbero rivelarsi determinanti sulle dinamiche per la riorganizzazione interna a Cosa Nostra. La Stidda, invece, continua a mantenere la sua influenza nei territori dei Comuni di Gela e Niscemi.

Il quadro informativo, costruito in base all’analisi delle attività di contrasto, evidenzia che i reati cardine delle consorterie operanti a Caltanissetta rimangono invariati, con una spiccata propensione al traffico di stupefacenti e alle estorsioni. Anche in questo semestre, nel nisseno si registrano alcuni danneggiamenti mediante incendio, molti dei quali verosimilmente riconducibili a pratiche estorsive che hanno colpito indifferentemente attività commerciali (bar, panifici, supermercati, lidi balneari), attività di servizi e rappresentanti delle Istituzioni. Nell’ambito della strategia di contrasto all’accumulazione dei patrimoni illeciti, il 14 settembre2022 è stato siglato un protocollo, tra il Procuratore Generale di Caltanissetta e il Comandante Regionale Sicilia della Guardia di finanza, al fine di garantire l’efficacia dei provvedimenti di ablazione patrimoniale definitiva nel momento in cui la fase penale diviene esecutiva. Uno strumento in più per indebolire e contrastare la criminalità organizzata, sotto il profilo economico, così da salvaguardare il mercato legale a tutela di cittadini e delle imprese. In tale quadro il Prefetto nisseno, nel semestre, ha emesso 3 provvedimenti interdittivi nei confronti di altrettante aziende per le quali “…è stato ritenuto concreto ed attuale, e non occasionale …, il rischio di infiltrazione mafiosa”.Riguardo alle azioni preventive antimafia, la Dia nel semestre ha eseguito due confische e un sequestro di patrimoni illecitamente accumulati. La prima, il 13 luglio 2022 con la confisca definitiva di beni per un valore di circa 2,2 milioni di euro a carico di un imprenditore gelese, ritenuto in rapporti sia con Cosa Nostra (clan Rinzivillo), sia con la Stidda. Il successivo 3 ottobre 2022, è stato eseguito il sequestro integrativo di un bene immobile, del valore complessivo stimato in 150 mila euro, nei confronti di un soggetto ritenuto “vicino” al clan Rinzivillo. Infine, il 18 ottobre 2022, è stata eseguita la confisca definitiva di beni mobili e immobili, per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro, nei confronti di un imprenditore attivo nei settori della ristorazione e dell’agriturismo.

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Cronaca

IL Tar Lazio annulla il pensionamento del Prefetto Portelli, Commissario per la Regione Siciliana

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Roma – Il Prefetto Ignazio Portelli – dipendente del Ministero dell’Interno con la qualifica di Prefetto e Commissario dello Stato per la Regione Siciliana – era stato messo in pensione con provvedimento del luglio 2024,- “per raggiunti limiti di età, a decorrere da gennaio” .

Il pensionamento era stato disposto in quanto la normativa in quel momento vigente prevedeva quale limite massimo per la pensione di anzianità degli impiegati civili il sessantacinquesimo anno di età. Tuttavia, la legge di Bilancio per l’anno 2025 – approvata il 30.12.2024 – ha previsto, a partire dal 1° gennaio 2025, l’innalzamento del limite massimo d’età per il collocamento a riposo d’ufficio dei pubblici dipendenti da 65 anni a 67 anni.Alla luce della nuova normativa, il Prefetto Portelli ha chiesto all’Amministrazione di provvedere a revocare/annullare il decreto con il quale era stato collocato in quiescenza.

Il Ministero dell’Interno, tuttavia, non ha accolto tale istanza, ritenendo che il rapporto di lavoro del Prefetto Portelli si fosse concluso già il 31 dicembre 2024 – ultimo giorno di lavoro – e sostenendo che, pertanto, allo stesso fosse inapplicabile la nuova normativa, entrata in vigore dal 1° gennaio 2025.Pertanto il Prefetto Portelli – con il patrocinio degli avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia – ha proposto ricorso avverso il suddetto provvedimento di collocamento in quiescenza, chiedendo il riconoscimento del diritto a permanere in servizioIn particolare, con il ricorso, gli avv.ti Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia hanno sostenuto che la novella legislativa introdotta con la legge di bilancio fosse entrata in vigore a partire dal 1° gennaio 2025, data che coincideva con la data in cui si sarebbe dovuto costituire il rapporto pensionistico relativo al collocamento in quiescenza del dott. Portelli, conseguentemente lo stesso aveva diritto a permanere in servizio.

Il Tar Lazio Roma, condividendo le tesi degli avv.ti Rubino e Impiduglia, ha accolto il ricorso, rilevando che “alla data del 31 dicembre 2024 il dott. Portelli non avesse ancora maturato il diritto alla pensione, in quanto non era maturata la data di decorrenza prevista dalla legge per il collocamento in quiescenza del dott. Portelli, coincidente «il primo giorno del mese successivo a quello di compimento [dei 65 anni di età]», cioè il 1° gennaio 2025. Circostanza, questa, che non può che condurre l’amministrazione a procedere alla “revoca” del provvedimento di collocamento in quiescenza.

Per effetto della suddetta sentenza – che ha accertato” il diritto del ricorrente alla prosecuzione, senza soluzione di continuità (e quindi a far data dal 1° gennaio 2025) del suo rapporto di lavoro subordinato alle dipendenze del Ministero dell’Interno” – il Prefetto Portelli potrà rimanere in servizio per altri due anni, ossia sino al compimento del sessantasettesimo anno di età.

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Cronaca

Incidente autonomo in viale Indipendenza

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Un incidente autonomo si è verificato poco prima di mezzogiorno in viale Indipendenza. Una utilitaria Toyota proveniente dal quartiere Macchitella, guidata da un giovane è finita contro un albero, è rimbalzata ed ha conclusola sua corsa nella corsia opposta a quella di marcia, creando una involontaria situazione di pericolo per il traffico veicolare e pedonale.

Il guidatore è rimasto indenne. Solo l’auto ha subito seri danni.

I residenti sottolineano l’opportunità di controllare la zona applicando misure di contenimento della velocità in considerazione del fatto che quella zona è frequentata da bambini: ci sono due istituti comprensivi con alunni di età che vanno dall’infanzia all’adolescenza.

Gli incidenti si verificano a ritmo sostenuto.

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Cronaca

Per evitare un gatto perde controllo auto in viale Indipendenza

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Per evitare di investire un gatto, perde il controllo dell’auto e finisce addosso ad un muro e ad un albero.

È successo in viale Indipendenza.Il giovane autista è finito in ospedale.

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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