Seguici su:

Attualità

Due minuti Due di Maria Concetta Goldini. Da ascoltare. Un 2023 con tante incognite

Pubblicato

il

clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Attualità

La “Lectura Dantis” per parlare di Dio

Pubblicato

il

Butera – La suggestiva architettura della chiesa dedicata a San Tommaso Apostolo di Butera, ha fatto da cornice alla serata culturale, promossa dalla Confraternita del Glorioso Patriarca San Giuseppe, di recente fondazione. Si tratta della prima costituita da uomini e donne, che vanta anche la presenza di un diacono, guidata dal parroco della Chiesa Madre, nonché vicario foraneo, don Filippo Ristagno.

L’ iniziativa, intitolata ” Lectura Dantis”, è stata incentrata sull’ esegesi letteraria e spirituale di terzine della Divina Commedia di Dante Alighieri, padre della letteratura italiana. Relatore il prof. Vincenzo Luca Borzì, originario di Paternò, ma residente a Licodia, che da un decennio ha intrapreso il progetto di Lectura Dantis, in quanto appassionato studioso del Sommo Poeta ed affascinato dalla bellezza delle terzine dantesche.

Il prof. Borzì ha proposto un excursus sulla figura della Vergine Maria, presente già nel Purgatorio, a partire dal canto VII,dove si legge al verso 82″ Salve,Regina”, al canto X ,nella prima Cornice dei Superbi,dove Maria è apostrofata ” Ecce Ancilla Dei”, al canto XIII, nella seconda Cornice degli Invidiosi ,nella quale è esplicito il riferimento evangelico alle nozze di Cana nell’ espressione ” Vinum non habent “, o nel canto XV,nella terza Cornice degli Iracondi, con rimando al ritrovamento di Gesù nel Tempio.

Ancora, nei Canti XVIII, XX, XXV,rispettivamente dedicati agli Accidiosi, agli Avari ed ai Prodighi, ai Golosi ed ai Lussuriosi, la Vergine viene anche chiamata per nome: ” Maria corse con fretta a la montagna “, ” Dolce Maria “,” Virum non cognosco “.
Il professore Borzì, alla stregua di Benigni, con pathos, empatia, energia ed entusiasmo, ha condotto e guidato i presenti nei meandri del ” poema sacro dantesco”, immergendo l’ uditorio in atmosfere,spazi, suggestioni letterarie ,che hanno trasportato ed emozionato,come se ognuno degli intervenuti fosse stato lì,in quell’ hic et nunc, insieme a Dante,alle sue guide ed ai personaggi di volta in volta incontrati.


Il tutto è culminato nel canto conclusivo del Paradiso, che si apre con le parole di San Bernardo di Chiaravalle, al quale è affidato il compito di supplicare la Vergine affinché Dante, al termine del suo viaggio nell’ oltretomba, possa finalmente contemplare Dio.Anche il nome Giuseppe, uomo del silenzio, è presente tacitamente nel canto conclusivo del Paradiso nella lettera iniziale delle terzine che vanno dal verso 19 al verso 33.


Dopo una analisi accurata dei versi ,che ricalcano il tradizionale schema bipartito dell’ Ave Maria, in una atmosfera densa di pathos ed emozioni, la preghiera alla Vergine di San Bernardo è diventata ” uni corde” la preghiera di tutti i convenuti che, immersi nella contemplazione estatica dell’ ” Amor che move il sole e l’ altre stelle”,hanno partecipato all’ evento culturale in religioso silenzio, frutto della magistrale, accorata esposizione del relatore, prof. Vincenzo Borzì,che la Confraternita di San Giuseppe ha sentitamente ringraziato.

Continua a leggere

Attualità

La Giunta delibera 20 stalli di sosta a pagamento in piazza Calvario

Pubblicato

il

Venti stalli di sosta a pagamento a piazza Calvario. È stabilito in una delibera di Giunta approvata all’unanimità nei giorni scorsi.

Nell’accordo scritto tra la ditta Ecoparking e il Comune erano previsti 20 stalli al Lungomare che sono stati eliminati per consegnare gli stalli sempre al Lungomare alla Capitaneria di Porto.

Il sindaco ha individuato piazza Calvario come luogo per compensare la ditta con i 20 stalli che mancano al Lungomare.

In piazza Calvario la sosta costerà come al centro storico 1 euro l’ora, 3 euro mezza giornata, 6 euro al giorno e 30 euro l’abbonamento mensile.

Continua a leggere

Attualità

Oggi la festa dedicata a San Giuseppe lavoratore

Pubblicato

il

La Chiesa di Sant’Agostino in festa per la celebrazione della liturgia dedicata a San Giuseppe lavoratore. È in quella chiesa che se ne custodisce l’effige. Lì è stato celebrato il giubileo l’anno scorso.

Ecco il programma:

È il patrono dei Papà ma anche di falegnami, ebanisti e carpentieri. Si festeggia il 19 marzo ma Pio XII nel 1955 volle ricordare il patrono degli artigiani ed operai anche il 1 maggio, nel giorno della festa dei lavoratori. Nel Vangelo Gesù è chiamato il figlio del carpentiere e ricordare il Santo lavoratore in questo giorno significa per la Chuesa riconoscere la dignità del lavoro umano come dovere dell’uomo e prolungamento dell’opera del Creato.

San Giuseppe con il Bambino Gesù. Foto Ansa. In alto e in copertina: san Giuseppe lavoratore, di Modesto Faustini (1839-91),  Cappella Spagnola, Loreto dal sito santuarioloreto.va

San Giuseppe con il Bambino Gesù. Foto Ansa. In alto e in copertina: san Giuseppe lavoratore, di Modesto Faustini (1839-91), Cappella Spagnola, Loreto dal sito santuarioloreto.va

È il patrono dei papà ma anche di falegnami, ebanisti, carpentieri, senzatetto e persino dei Monti di Pietà e relativi prestiti su pegno. L’8 dicembre 1870, papa Pio IX lo ha proclamato Patrono della Chiesa universale. La festa solenne di San Giuseppe è il 19 marzo ma è molto festeggiato in campo liturgico e sociale anche il 1° maggio, festa del lavoro, quale patrono degli artigiani e degli operai, così proclamato da papa Pio XII. Giovanni XXIII gli affidò il Concilio Vaticano II mentre è uno dei Santi preferiti da papa Francesco che ha voluto inserire il suo nome nel Canone della messa.

Il suo culto ha raggiunto grande popolarità come dimostrano  anche le dichiarazioni di moltissime chiese relative alla presenza di sue reliquie. Nella chiesa di Notre-Dame di Parigi ci sarebbero gli anelli di fidanzamento, il suo e quello di Maria; Perugia possiederebbe il suo anello nuziale; nella chiesa parigina dei Foglianti si troverebbero i frammenti di una sua cintura. Ancora: ad Aquisgrana si espongono le fasce o calzari che avrebbero avvolto le sue gambe e i camaldolesi della chiesa di S. Maria degli Angeli in Firenze dichiarano di essere in possesso del suo bastone.

Il nome Giuseppe è di origine ebraica e sta a significare “Dio aggiunga”, estensivamente si può dire “aggiunto in famiglia”. Può essere che l’inizio sia avvenuto col nome del figlio di Giacobbe e Rachele, venduto per gelosia come schiavo dai fratelli. la sua popolarità è dovuto al fatto di essere stato il padre putativo di Gesù. Venerato in Oriente dal IV secolo e in Occidente poco prima dell’XI secolo, vale a dire da quando il suo culto cominciava a diffondersi tra i cristiani. Non vi è dubbio tuttavia che la fama di quel nome si rafforzò in Europa nell’Ottocento e nel Novecento.

San Giuseppe fu lo sposo di Maria, il capo della “Sacra famiglia” nella quale nacque per opera dello Spirito Santo, Gesù. E orientando la propria vita sulla traccia di alcuni sogni, nei quali gli angeli gli recavano i messaggi del Signore, incarnò un modello di paternità esemplare. Certamente non fu un assente. È vero, fu molto silenzioso, ma fino ai trent’anni della vita del Messia, fu sempre accanto al figlio con fede, obbedienza e disponibilità ad accettare i piani di Dio. Cominciò a scaldarlo nella povera culla della stalla, lo mise in salvo in Egitto quando fu necessario, si preoccupò nel cercarlo allorché dodicenne era “sparito’’ nel tempio, lo ebbe con sé nel lavoro di falegname, lo aiutò con Maria a crescere “in sapienza, età e grazia.

Continua a leggere

Più letti

Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
Publiedit di Mangione & C. Sas - P.iva: 01492930852