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Per Spata il Comune è a rischio default

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Comune di Gela a rischio default.

Non bastava il debito con l’Ato rifiuti e la grana royalties adesso a preoccupare sono I debiti fuori bilancio.

La denuncia arriva dal capogruppo di Prima L’Italia Giuseppe Spata che definisce la situazione fuori controllo.

E’ ormai dall’inizio della sindacatura Greco che intere sedute di Consiglio Comunale vengono dedicate all’approvazione dei debiti fuori bilancio. L’apice si è toccato nella recente seduta di Consiglio quando ne sono stati presentati dalla Giunta diciotto per un importo complessivo di circa duecento mila euro.

Tutti della stessa natura: richieste di risarcimento danni a cose e persone per sinistri e difetti del manto stradale. Questo dimostra, ha continuato Spata, la scarsa attenzione dell’Amministrazione Greco verso la viabilità e la sicurezza, basterebbe infatti investire preventivamente queste somme nella manutenzione stradale per evitare di mettere in pericolo l’incolumità dei cittadini ed indebitarsi in questo modo. Una situazione insostenibile per l’Ente anche dal punto di vista finanziario: a questi duecento mila euro, che sono solo una minima parte dei debiti contratti dall’ente ed approvati in questi anni, bisogna aggiungere le spese legali che fanno quasi raddoppiare l’importo. Come componente della commissione bilancio, osserva il Consigliere, ho sempre manifestato la necessità che si procedesse ad un attento monitoraggio dell’attività di gestione per prevenire il verificarsi di potenziali debiti fuori bilancio, questi infatti non possono essere considerati come un fatto fisiologico nella gestione. Purtroppo Greco ed i suoi non si parlano neanche impegnati come sono da mesi in una faida interna per la conquista di posizioni. Siamo preoccupati, ha concluso Spata, per la superficialità che dimostrano nell’approcciarsi ai problemi della città, la mancata nomina dell’Assessore al bilancio così come quella dell’Assessore ai rifiuti, i due settori maggiormente in sofferenza ne sono la dimostrazione. Presto arriverà in Consiglio Comunale il bilancio, l’uso delle royalties oltre al debito di tredici milioni di euro, contratto negli anni dal PD con l’Ato rifiuti, mettono a serio rischio la stabilità finanziaria dell’Ente.

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Cronaca

La promozione dei valori della democrazia

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Dal prof.Nuccio Mulè riceviamo e pubblichiamo:

La constatazione negli ultimi decenni di vedere manifestazioni pubbliche commemorative non sentite e sempre più disertate, appannaggio solo delle Forze dell’Ordine e delle Associazioni d’Arma, sembra dimostrare che la nostra città è di fronte ad un’arretratezza culturale in cui la storia nazionale e, peggio ancora, quella locale pagano lo scotto di un disinteresse atavico delle istituzioni con la Scuola in primo piano che, soprattutto come sistema formativo, ha fatto e fa poco e niente per divulgare e far conoscere ai giovani la storia locale ma anche quella nazionale riferita in particolare alla Seconda Guerra Mondiale. 

Scuola che, al di là di rari casi nell’ambito delle direttive ministeriali, secondo il parere dello scrivente, ha fatto poco per promuovere i valori della democrazia, della giustizia, dell’uguaglianza e dell’educazione ambientale. E la recente reintroduzione dell’Educazione Civica nelle scuole ne è una dimostrazione, si spera solo che non faccia la stessa fine di quella che c’era prima, considerata spesso opzionale.


La scuola, oltre alla famiglia, nella sua azione formativa dovrebbe considerare primario il compito di formare il cittadino secondo i fondamenti di una civile convivenza e secondo i dettami della Costituzione i cui valori purtroppo oggi risultano sconosciuti e dimenticati dai più, docenti compresi.



La Costituzione, nata dalla Resistenza, al di là della contiguità temporale, ha avuto un sedimento culturale che è maturato grazie alle diverse esperienze di tre generazioni, oltre al fatto che essa deve la sua struttura e il suo spirito alle diverse matrici ideologiche dell’antifascismo. Antifascismo che, visti i rigurgiti fascisti di oggi, sarebbe opportuno rafforzare e rivivificare in tutte le sue componenti.


Una situazione poco studiata se non trascurata dalla storiografia ufficiale, è quella relativa all’attività dei Comitati di Liberazione Nazionale nel territorio siciliano, alla pari degli altri operanti nella Penisola, che ebbero una proficua operosità sia a Palermo che in tutti i centri dell’Isola, Gela compresa, con un notevole contributo alla rinascita della democrazia. 
Quindi, sarebbe opportuno ed efficace che quanto accaduto a Gela in quel periodo diventasse oggetto di studio e di ricerca, non fosse altro per avere un quadro storico più ampio sul contributo della città alla causa nazionale della Liberazione.
Negli archivi degli istituti storici presenti in molte regioni d’Italia si riscontrano centinaia di migliaia di nominativi che parteciparono alla Resistenza a partire dagli anni Quaranta, in particolare in quello dell’Istituto Storico della Resistenza di Torino si trovano gli elenchi dei partigiani che operarono in Piemonte con una lista di quasi centomila nominativi.  

Nell’archivio del DGA (Direzione Generale Archivi) del Ministero della Cultura, alla voce “I Partigiani d’Italia - Lo schedario delle commissioni per il riconoscimento degli uomini e delle donne della Resistenza”, si trovano gli elenchi dei partigiani che operarono in tutte le regioni italiane a partire dagli anni Quaranta. Per quanto riguarda la Sicilia tali elenchi contengono 6.554 nominativi di partigiani ripartiti nelle nove province: Palermo con 1.619, Catania con 1.101, Messina con 1.082, Agrigento con 613, Caltanissetta con 419, Trapani con 542, Enna con 364, Siracusa con 466 e Ragusa con 348. Per il Comune di Gela compaiono 60 nominativi a cui se ne aggiungono altri 20 della ricerca dello scrivente, portando il numero totale, certamente non definitivo, a 80 partigiani gelesi di cui tre donne: Angela Crapanzano, Rosaria Felici e Angela Puzzo.

Infine, un capitolo a parte è rappresentato dai gelesi antifascisti che in diverso modo durante il regime operarono a Gela e in collegamento con diversi esponenti in altre città; il loro numero fino ad oggi arriva a 57, tra essi si citano oltre all’On. Salvatore Aldisio, il Prof. Vincenzo Giunta, l’anarchico Gaetano Di Bartolo Milana e gli insegnanti Giovanni Mangione, Rocco Tignino e Gina Pane.

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