La Questione meridionale non è mai finita. L’Italia unita ed il passaggio di Garibaldi ha segnato un gap fra le ‘due italie’ che non è mai stato colmato. Da oltre 150 anni. E la Sicilia detiene sempre un triste primato e si mantiene sempre in fondo alla classifica della qualità della vita. Nonostante le potenzialità che derivano dalle bellezze naturali e culturali evidentemente non sfruttate nel giusto modo. Il divario tra Nord e Sud rimane sempre macroscopico. Lo sostiene la 24/ma edizione del Rapporto sulla Qualità della Vita in Italia, realizzato da ItaliaOggi con l’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni. In testa, sia come città sia come provincia, c’è Trento. Crotone, anche quest’anno ultima classificata, che identifica le province del Mezzogiorno con diverse criticità in molti degli aspetti relativi alla qualità della vita. La provincia è nel gruppo di coda in sei dimensioni su nove (affari e lavoro; ambiente; istruzione e formazione; reddito e ricchezza; sicurezza sociale; tempo libero).
Lo studio evidenzia un differenza notevole tra Centro-Nord, da un lato, Sud e Isole, dall’altro: nessuna provincia meridionale o insulare, infatti, è nel gruppo delle 32 che si sono posizionate in alto alla classifica. La prima provincia siciliana per qualità della vita è Ragusa che però è all’84simo posto precedendo Trapani al 93simo, Messina al 96simo, Enna e Palermo al 97simo e 98simo, Catania è 102sima e Agrigento la segue, Caltanissetta è terzultima, penultima è Siracusa peggio solo Crotone in Calabria che è ultima al 107simo posto.
lo sostiene la classifica annuale sulla qualità della vita stilata da ItaliaOggi e Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni. In Sicilia quindi, secondo lo studio, la qualità della vita è pessima rispetto al resto d’Italia.