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Teatro, Inferno a Piazza Armerina, debutto “epico”

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Teatro, Inferno a Piazza Armerina, debutto “epico”:

Questa la definizione data dal regista Anfuso per il kolossal che, già visto da cinquantamila spettatori, è andato in scena ieri con lo sfondo del magnifico Castello Aragonese. Lunghi e calorosi gli applausi del pubblico al termine della rappresentazione. L’assessore Ettore Messina, “l’intrattenimento di qualità indispensabile al Turismo”. Il Padre della lingua italiana nella terra del galloitalico.

“Un debutto epico: una squadra estremamente compatta ha dato vita, in quel gioiello incastonato nel centro storico di Piazza Armerina che è il Castello Aragonese, a uno spettacolo intimo ed esaltante, apprezzatissimo dal pubblico, che lo ha punteggiato di calorosi applausi”.

Così il regista Giovanni Anfuso commenta il debutto di ieri dell’Inferno di Dante – il kolossal teatrale dei record, sempre sold out e già visto da cinquantamila spettatori – che nella location piazzese sarà rappresentato con due recite a sera (20.30 e 22), fino all’undici di agosto.

Grandi applausi, dunque per tutti i protagonisti: Liliana Randi (Narratrice), Davide Sbrogiò (Ugolino), Angelo D’Agosta (Dante), Ivan Giambirtone (Virgilio), Giovanna Mangiù (Francesca da Rimini), Liborio Natali (Ulisse), Luciano Fioretto (Turista/Caronte) e Mirko Russo (Paolo/Diomede/Arcivescovo Ruggieri). E poi i dannati: Chiara Barbera, Federica Bardaré, Giorgia Bardaré, Sara Campione, Rebecca Di Dio, Sara Guccio, Nicole Marino e Odile Platania.

A raccogliere le autentiche ovazioni del debutto sono stati, con il regista, la coreografa Fia Distefano, Riccardo Cappello che firma scene e costumi e Nello Toscano autore delle musiche.

“Felice ed emozionato” per l’esordio “tanto desiderato” dello spettacolo prodotto da Buongiorno Sicilia e Vision Sicily anche Ettore Messina, assessore al Turismo e allo Spettacolo di Piazza Armerina.

“A lungo – ricorda – abbiamo corteggiato la Compagnia, convinti come siamo che l’animazione di Beni culturali così importanti ma a volte dimenticati, per esempio il Castello Aragonese, serva proprio a valorizzare il territorio, a far crescere l’appeal di Piazza. Quest’ultima, pur essendo città delle cento chiese, dei mosaici, del Palio, non riesce a produrre un turismo residente ma piuttosto mordi e fuggi”.

“Così – conclude  – l’intrattenimento di qualità diventa elemento indispensabile per superare questo gap. Per far sì che i turisti vengano motivati a restare qui non solo per brevi visite ai nostri splendidi Beni culturali”.

Per vedere Inferno, è possibile acquistare on line in prevendita i biglietti su Boxoffice Siciliawww.ctbox.it e proprio a Piazza Armerina, sono stati attivati un punto vendita nell’agenzia di viaggi Agieo di via Carmine 6 (tel. 0935 682121) e un altro nella Tabaccheria Russo, di via Marconi 9.  Inoltre la produzione ha deciso di tenere aperto il botteghino del Castello prima di ogni replica. Per qualunque tipo di informazione si potrà chiamare o scrivere messaggi Whatsapp al numero di Buongiorno Sicilia, il 347 6380512.

Tra il pubblico dell’anteprima e del debutto anche personaggi noti, come il giornalista Filippo Romeo e l’attrice Marina Cosentino, che hanno seguito Inferno nei suoi spostamenti nelle varie location siciliane: Gole dell’Alcantara, Cave del Gonfalone, Noto e ora Piazza Armerina.

“È la quarta volta – spiega Romeo – che vi assisto a e devo dire l’ambientazione ha reso straordinaria la messa in scena di quest’anno. Tutti sono stati bravissimi: regista, attori, danzatori, tenici. Un crescendo di emozioni in una location stupefacente come il Castello Aragonese”.

 “Ho assistito per la terza volta a Inferno – aggiunge Marina Cosentino – e questa nuova versione è stata un’ulteriore sorpresa. Si gioisce per la bravura degli interpreti e alla fine ci sono sempre grandi applausi. Il testo poi si segue con facilità, ricordando i brani della Divina Commedia imparati a scuola”.

A conclusione delle prime serate, il pubblico si è soffermato a discutere anche dell’interesse suscitato da questo spettacolo sul Padre della lingua italiana rappresentato in una capitale del galloitalico.

“Questo dialetto – spiega il prof. Gaetano Renzo Minincleri, aidonese, presidente del Consiglio regionale dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti – si diffuse nelle contrade di Aidone e Piazza, di Sperlinga e Nicosia, grazie ad alcune colonie lombarde che tra il mille e il milletrecento, sotto i Normanni, si trasferirono in queste zone”.

Poi però la lingua dantesca prese il sopravvento e Antonino Ranfaldi, intellettuale aidonese citato da Minincleri, in un sonetto, nel primo decennio del Novecento scrisse, in galloitalico, “A ddinga ch’ogn giurn us a v’rsùra,/ Nan eia com a cudda c’tatìna”, ossia “la lingua che ogni giorno uso in campagna (cioè l’antico galloitalico), non è come quella cittadina”.

Per concludere, gli applausi finali del pubblico sono andati a tutte le quaranta persone che consentono a Inferno di andare in scena. E vanno citati ancora l’aiuto regista Agnese Failla, il light designer Davide La Colla, il sound designer Enzo Valenti, l’assistente scenografa Sara Lazzaro Danzuso, il datore luci  Francesco Sequenzia, il fonico Giuseppe Ghisoli e il numeroso personale di staff.

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Zecchino del sole 2024: al via i casting

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Licata – Al via i casting per lo Zeccino del sole 2024. Si tiene in Sicilia la prima selezione dove si cercano ragazzi e ragazze dai 6 ai 12 anni abili nel canto o nella comicità.

Ecco i dettagli.

In Sicilia il primo casting dal vivo per la prima edizione de “Lo Zecchino del Sole”.

Il prossimo 13 luglio, alle 18.30, a Licata, si terranno le selezioni dei primi 4 protagonisti del nuovo evento per bambini (dai 6 ai 12 anni) che mette insieme musica e risate. Sono infatti 4 le categorie in cui potersi cimentare:

– canto popolare siciliano

– ⁠canto internazionale

– ⁠sketch comico

– ⁠barzelletta

La partecipazione è gratuita, previa preselezione che avverrà tramite video-provino da trasmettere via e-mail a lozecchinodelsole@gmail.com entro il 13 giugno 2024. Una giuria di esperti selezionerà un massimo di 4 partecipanti per ciascuna categoria. Solo i candidati AMMESSI all’audizione del 13 luglio riceveranno e-mail con i dettagli per la partecipazione.

Tutti gli altri potrebbero essere ricontattati per le prossime tappe del casting tour. La mail per partecipare deve contenere un video dell’esibizione scelta dei partecipanti. Sono ammessi partecipanti da ogni provincia, regione e nazione, senza alcuna discriminazione.

La produzione non copre i costi per raggiungere la sede dove avrà luogo l’audizione dal vivo. Non è richiesta nessuna foto e nessuna liberatoria nella mail di candidatura, perché il materiale sarà ad esclusivo uso interno.

Eventuale liberatoria sarà rilasciata in sede di audizione dal vivo a tutti i partecipanti.

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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

La promozione dei valori della democrazia

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Dal prof.Nuccio Mulè riceviamo e pubblichiamo

La constatazione negli ultimi decenni di vedere manifestazioni pubbliche commemorative non sentite e sempre più disertate, appannaggio solo delle Forze dell’Ordine e delle Associazioni d’Arma, sembra dimostrare che la nostra città è di fronte ad un’arretratezza culturale in cui la storia nazionale e, peggio ancora, quella locale pagano lo scotto di un disinteresse atavico delle istituzioni con la Scuola in primo piano che, soprattutto come sistema formativo, ha fatto e fa poco e niente per divulgare e far conoscere ai giovani la storia locale ma anche quella nazionale riferita in particolare alla Seconda Guerra Mondiale. 

Scuola che, al di là di rari casi nell’ambito delle direttive ministeriali, secondo il parere dello scrivente, ha fatto poco per promuovere i valori della democrazia, della giustizia, dell’uguaglianza e dell’educazione ambientale. E la recente reintroduzione dell’Educazione Civica nelle scuole ne è una dimostrazione, si spera solo che non faccia la stessa fine di quella che c’era prima, considerata spesso opzionale.

La scuola, oltre alla famiglia, nella sua azione formativa dovrebbe considerare primario il compito di formare il cittadino secondo i fondamenti di una civile convivenza e secondo i dettami della Costituzione i cui valori purtroppo oggi risultano sconosciuti e dimenticati dai più, docenti compresi.

La Costituzione, nata dalla Resistenza, al di là della contiguità temporale, ha avuto un sedimento culturale che è maturato grazie alle diverse esperienze di tre generazioni, oltre al fatto che essa deve la sua struttura e il suo spirito alle diverse matrici ideologiche dell’antifascismo. Antifascismo che, visti i rigurgiti fascisti di oggi, sarebbe opportuno rafforzare e rivivificare in tutte le sue componenti.

Una situazione poco studiata se non trascurata dalla storiografia ufficiale, è quella relativa all’attività dei Comitati di Liberazione Nazionale nel territorio siciliano, alla pari degli altri operanti nella Penisola, che ebbero una proficua operosità sia a Palermo che in tutti i centri dell’Isola, Gela compresa, con un notevole contributo alla rinascita della democrazia. 

Quindi, sarebbe opportuno ed efficace che quanto accaduto a Gela in quel periodo diventasse oggetto di studio e di ricerca, non fosse altro per avere un quadro storico più ampio sul contributo della città alla causa nazionale della Liberazione.

Negli archivi degli istituti storici presenti in molte regioni d’Italia si riscontrano centinaia di migliaia di nominativi che parteciparono alla Resistenza a partire dagli anni Quaranta, in particolare in quello dell’Istituto Storico della Resistenza di Torino si trovano gli elenchi dei partigiani che operarono in Piemonte con una lista di quasi centomila nominativi.  

Nell’archivio del DGA (Direzione Generale Archivi) del Ministero della Cultura, alla voce “I Partigiani d’Italia – Lo schedario delle commissioni per il riconoscimento degli uomini e delle donne della Resistenza”, si trovano gli elenchi dei partigiani che operarono in tutte le regioni italiane a partire dagli anni Quaranta. Per quanto riguarda la Sicilia tali elenchi contengono 6.554 nominativi di partigiani ripartiti nelle nove province: Palermo con 1.619, Catania con 1.101, Messina con 1.082, Agrigento con 613, Caltanissetta con 419, Trapani con 542, Enna con 364, Siracusa con 466 e Ragusa con 348. Per il Comune di Gela compaiono 60 nominativi a cui se ne aggiungono altri 20 della ricerca dello scrivente, portando il numero totale, certamente non definitivo, a 80 partigiani gelesi di cui tre donne: Angela Crapanzano, Rosaria Felici e Angela Puzzo.

Infine, un capitolo a parte è rappresentato dai gelesi antifascisti che in diverso modo durante il regime operarono a Gela e in collegamento con diversi esponenti in altre città; il loro numero fino ad oggi arriva a 57, tra essi si citano oltre all’On. Salvatore Aldisio, il Prof. Vincenzo Giunta, l’anarchico Gaetano Di Bartolo Milana e gli insegnanti Giovanni Mangione, Rocco Tignino e Gina Pane.

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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

25 Aprile, viva il Sud

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Dallo psichiatra Franco Lauria riceviamo e pubblichiamo

Garibaldi e i Savoia sono stati peggio dei Nazisti nel sud Italia. La resistenza partigiana contro i nazifascisti che è durata all’incirca un anno ha coinvolto soprattutto il Nord Italia. Nel sud c’è stata poca cosa. A Gela nulla.La devastazione, le stragi, le esecuzioni di massa, gli incendi, i furti dentro le case, gli omicidi, lo sterminio dei partigiani del Sud, per oltre 10 anni dal 1860 al 1870 sino alla definitiva distruzione del regno delle due Sicilie, ex Magna Grecia , ha dato inizio alla questione meridionale, alla povertà del Sud e all’emigrazione che dura tuttora. Ebbene non una parola, non una data dedicata alla commemorazione dei partigiani del Sud. Non c’è un 25 Aprile a ricordare gli eroi del Sud nella lotta contro il barbaro invasore Savoiardo. Oggi a causa loro noi siciliani e gente del Meridione siamo ridotti in miseria. Ed il Nord invece è decollato con i nostri soldi, con i soldi della Magna Grecia rubati da Garibaldi e dai Savoia nel Banco di Palermo e di Napoli, compreso tutto l’oro e le pietre preziose dei Borbone. E poi tasse obbligatorie che erano veri e propri pizzi mafiosi. E poi leva obbligatoria per 5 anni per tutti i giovani maschi del Sud costretti a arruolarsi nell’esercito piemontese per uccidere i propri fratelli partigiani del Sud. Ebbene, non c’è una data a ricordare i partigiani nostri, siciliani e meridionali contro i Savoia assassini e stupratori.E cosa c’è? C’è il 25 Aprile per ricordare i partigiani del Nord contro il nazifascismo.La loro resistenza è anche la nostra? Solo in parte. Noi non siamo stati ridotti alla miseria, noi terza potenza mondiale, non siamo stati assassinati, massacrati, devastati dai nazifascisti. La questione meridionale non è nata a causa del nazifascismo, ma dei Savoia, degli inglesi e dei francesi loro mandanti.Ebbene non c’è un 25 Aprile a ricordare l’origine della questione meridionale, di 160 anni di umiliazione, di emigrazione in America, di interi paesi bruciati. Noi siamo stati trattati peggio degli indiani d’America, peggio degli africani. I Savoia, un certo Cialdini, sono stati veri assassini e ladri. Ed invece?Invece il Sud e Gela sono pieni di strade intitolate a Garibaldi ed ai Savoia, compreso il Corso principale di Gela intestato a un Savoia. I vincitori hanno riscritto la Storia e noi meridionali siamo diventati una colonia del Nord senza memoria. E cosa festeggiamo, cosa ricordiamo? I partigiani antifascisti del Nord Italia dimenticandoci totalmente dei partigiani meridionali anti-Savoia. I Savoia hanno vinto due volte. Quando hanno devastato il Sud e quando hanno riscritto la Storia. Onore e Gloria perenne ai partigiani del Sud anti-Savoia. Il 25 Aprile, il nostro 25 Aprile, non può essere dedicato ai partigiani nordici antifascisti, ma ai partigiani meridionali anti-Savoia. Viva il Sud!

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Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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