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Politica

Centocinque milioni di euro per le imprese Siciliane

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Un pacchetto di misure, per complessivi 105 milioni di euro, destinate dalla Regione Siciliana a incentivare la competitività delle imprese dell’Isola. “Competitività Sicilia” è suddiviso in quattro assi di intervento – “Fare Impresa”, “Ripresa Sicilia”, “Connessioni – Luoghi per l’innovazione”,  “Cluster Sicilia”  –  finanziati con risorse Fsc e Poc. Gli obiettivi sono rafforzare la competitività del sistema imprenditoriale siciliano, favorire lo sviluppo di poli di specializzazione e il riposizionamento di settori produttivi tradizionali, sostenere l’innovazione e la creazione di startup e nuova imprenditorialità da parte di giovani di età compresa tra i 18 e i 40 anni. «Una corposa azione che guarda al futuro del nostro sistema produttivo», l’ha definita il governatore Schifani. Per l’assessore alle Attività produttive Edy Tamajo, che ha presentato il pacchetto alle associazioni di categoria, «ogni avviso sarà concertato, la nostra scommessa è accelerare e snellire le pratiche»

Il vicepresidente della Commissione Attività Produttive dell’ARS on. Giuseppe Catania esprime grande soddisfazione per il pacchetto di misure presentato oggi dal Presidente Schifani e dall’assessore al ramo Edy Tamajo.

Un pacchetto di misure, per complessivi 105 milioni di euro, destinate dalla Regione Siciliana a incentivare la competitività delle imprese dell’Isola. “Competitività Sicilia” è suddiviso in quattro assi di intervento –  

Gli obiettivi sono: rafforzare la competitività del sistema imprenditoriale siciliano, favorire lo sviluppo di poli di specializzazione e il riposizionamento di settori produttivi tradizionali, sostenere l’innovazione e la creazione di startup e nuova imprenditorialità da parte di giovani di età compresa tra i 18 e i 40 anni.

“La sfida dell’innovazione, a mio avviso, rappresenta la strategia più efficace per competere al passo con i tempi rispondendo ai nuovi bisogni dei consumatori”- conclude.

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È scontro sempre più duro tra Dc e Una buona idea

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Continua lo scontro a distanza tra Una Buona idea e la Dc. Le dichiarazioni del consigliere Faraci che parla di un modello “nuovo” per la città che per la Dc è un modello fantomatico e non ben definito perché non vengono chiariti contenuti, obiettivi e finalità.


” Dà così l’impressione – si legge in una nota della Dc – di non essersi rassegnato all’idea che la Giunta del suo sindaco è a trazione 5 stelle ( quello di Conte), con la partecipazione straordinaria del PD ( non propriamente quello della Schlein).
Il tentativo , pertanto , di non identificarsi con i partiti della sua maggioranza e di sforzarsi a mantenere una falsa identità civica , utile a stabilire accordi con chicchesia , cozza con i risultati delle elezioni, a cui bisogna arrendersi”


“Noi della DC , a differenza sua, rispettiamo l’esito delle elezioni : facciamo parte dell’opposizione e svolgiamo il ruolo che ci è stato assegnato, quello cioè , di essere alternativi a questa maggioranza a trazione grillina da cui siamo molto distanti.
La questione mi pare , pertanto, semplice e chiara: quando accusa che l’azione della DC è un tentativo maldestro di perpetrare un tipo di politica vecchio e che non apporta vantaggi alla città” , non si rende conto che le sue affermazioni , oltre che fuori logo, sono addirittura cervellotiche , perché è assolutamente assurdo e illogico pensare di poter zittire l’opposizione .Rileva , in questo modo, una mentalità intollerante e offensiva , non abituata al confronto e incapace di comprendere i principi e le regole fondamentali che stanno alla base della democrazia .Qualcuno dovrebbe spiegargli che una maggioranza, se vuole apparire seria e credibile , si dovrebbe augurare un’opposizione altrettanto seria ed intransigente.Noi stiamo svolgendo il nostro ruolo in modo rigoroso . Si sforzino loro di fare altrettanto e la smettano di andare alla ricerca di inaccettabili inciuci”

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Sul dissesto del Comune il Pd ha predisposto un emendamento alla Finanziaria regionale

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Mentre all’Organismo straordinario di liquidazione sono stati indirizzati i primi sei dei 55 milioni di euro di debiti fino al 2021 che vanno liquidati, il sindaco si muove su più fronti per ottenere da Stato e Regione quegli aiuti necessari a poter cooprire il debito e uscire prima possibile dal dissesto.

Ci sono regole in atto però che non aiutano Gela ad ottenere i finanziamenti. Un tentativo di dare uns mano alla città viene dal Pd che ha E predisposto un emendamento alla Legge finanziaria regionale sugli aiuti ai Comuni in dissesto dato che a breve si riaprirá il bando per accedervi.

L’emendamento del Pd all’Ars, predisposto dal gruppo gelese all’Ars, prevede “un fondo fino a 15 milioni di euro, per i Comuni con popolazione da 25.001 fino a 100.000 abitanti in dissesto finanziario alla data del 30 settembre 2024 e da non oltre cinque anni prima della data di entrata in vigore della legge”. Il contributo dovrebbe essere ripartito al 50% in parti uguali tra i Comuni in dissesto e per la restante parte in proporzione al numero di abitantj.Così Gela potrebbe rientrare tra i Comuni destinatari delle somme mentre ora vi possono accedere solo i Comuni in dissesto con popolazione non superiore a 25 mila abitanti.

Ma il Pd è minoranza all’Ars e l’emendamento per essere approvato deve avere l’appoggio di altri gruppi.I Dem stanno mettendo in campo altre iniziative indirizzate verso il governo nazionale.

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La DC va agli Enti locali della Regione per la città ma non andrà all’incontro indetto dal sindaco

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La DC non andrà all’incontro indetto dal sindaco con la deputazione e i gruppi di tutti i colori politici ma la prossima settimana il coordinatore Giuseppe Licata con i consiglieri Irti e Guastella e il dirigente Cascino si recheranno dall’assessore regionale agli enti locali che è del loro partito a discutere del prossimo bando sugli aiuti ai Comuni in dissesto e chiedere attenzione particolare per Gela.

La polemica politica non si placa dopo che l’avv.Licata ha spiegato perchè la Dc non ridponderà all’invito del sindaco. Critiche sono state rivolte alla Dc dal capogruppo di Una buona idea Giovanni Giudice e la risposta è arrivata dal capogruppo Dc Armando Irti

“Al consigliere Giudice a cui è stato affidato il compito di rispondere al nostro commissario Giuseppe Licata e che mi sembra confuso come il sindaco – dice Irti – probabilmente non hanno spiegato alcuni passaggi della nostra posizione. Giova a questo punto mettere a fuoco alcuni punti che il consigliere non ha compreso: Licata è stato chiaro , coinvolgere tutte le forze politiche , indipendentemente dagli schieramenti è una cosa buona per risolvere la crisi finanziaria del nostro ente .Ma , nel contempo , non vi è dubbio che diventa una ammissione di incapacità ed impotenza della maggioranza .Ricordo al collega Giudice che rischia di rimanere nell’oblio chi è chiamato a governare e poi non si dimostra capace.Non pemetteremo a chi ha l’onere di governare la Città di prendere in giro i cittadini , il nostro compito è vigilare sull’azione amministrativa. Non va bene la doppia faccia di questa maggioranza: prima si chiede collaborazione e poi si accusa il governo regionale”


“La DC come forza di opposizione seria e responsabile ha dimostrato di essere sempre collaborativa per la città, e il governo regionale , ripetutamente accusato dalla coalizione di Di Stefano, ha dimostrato nelle manovre finanziare di accogliere tutte le richieste provenienti dalle opposizioni”- conclude.

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