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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Fra meritocrazia ed assistenzialismo

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Dallo psichiatra Franco Lauria, riceviamo e pubblichiamo

Alle origini dell’assistenzialismo “Chiedete e vi sarà dato”. Il cattolicesimo ha assorbito fin dalle origini (2 mila anni fa) la componente matriarcale, infantile, femminile, assistenziale, comunitaria, dipendente, passiva acquatica e di origine afro-egiziana mescolandola con la componente patriarcale, maschile, individualista, produttiva, attiva, montanara, di origine greco-giudaica. Religione e cultura di compromesso, ha dovuto mediare. Ne deriva che dovunque si è diffuso ha dovuto confrontarsi con le realtà locali, con le culture esistenti nei luoghi conquistati. Pertanto abbiamo diverse sfumature di cattolicesimo, da quello mediterraneo molto matriarcale (Sicilia, Spagna soprattutto nel sud, Italia meridionale) a quello nordico, molto più patriarcale (Germania, Inghilterra e paesi nordici). Il capitalismo è un prodotto nordico, razionale, scientifico, matematico, apatico, patriarcale, individualista, figlio della spiritualità nordica tendente all’alto, al cielo, al fuoco. Vedi l’arte e l’architettura gotica. L’economia agricola invece, feudataria, non scientifica, ma artigianale, affettiva è in relazione alla terra, al basso, all’abbondanza, alla Comunità. Vedi l’arte e l’architettura barocca.”Chiedete e vi sarà dato” è tutto all’interno di quest’ultima concezione: non contempla la crescita, non contempla lo sviluppo, non contempla l’incremento del Pil, ma l’eterna ripetizione del già accaduto, del conosciuto.

In una danza circolare, ad imitazione della natura, il matriarcato mira alla perpetuazione del conosciuto, alla sicurezza, all’uguaglianza. Conosce la pietà, la carità e l’assistenza. Questo è il Sud. Il Nord non conosce pietà, né assistenza, né uguaglianza, mira dritto al miglioramento continuo e senza fine, al perfezionamento, al cambiamento incessante, mosso da un anelito angosciante e desiderante di nuovo e di infinito. Il cattolicesimo ha dovuto confrontarsi e trovare di volta in volta l’equilibrio più idoneo al contesto storico e geografico. Quindi ci sono più cattolicesimi o meglio più sfumature di cattolicesimo.Laddove non è riuscito a trovare un nuovo e più soddisfacente equilibrio si è arrivati alla crisi e alla rottura. La nascita del cristianesimo ortodosso, di quello protestante, luterano o calvinista, di quello anglosassone sono tutti frutto di questo impossibile compromesso.

Infatti questi cristianesimi non cattolici sono tutti in qualche maniera più patriarcali, più individualisti e comunque più rispondenti alle culture nordiche e non mediterranee. Loro sconoscono l’assistenzialismo e mirano al merito.I simboli come il fuoco e l’aquila, ben li rappresentano. Al contrario i cattolici preferiscono simboli come il gattopardo molto più terreno. Dalla seconda metà del 1600 in poi il protestantesimo e il cristianesimo non cattolico, portatori di questa visione meritocratica volta al cambiamento continuo, si sono imposti in Europa: gli inglesi si sono imposti sugli spagnoli. Il capitalismo ha soppiantato il feudalesimo. L’individualismo si è imposto sulla Comunità. Il Narcisismo è stato legittimato e fa da base alla nostra società moderna. Con tutte le sue conseguenze. Anche patologiche.

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Chiesa del Rosario: coperture di piastrelle in stato di degrado

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Dallo storico Nuccio Mulè, riceviamo e pubblichiamo

Preso atto di una mancata risposta degli organi competenti, relativa ad una prima lettera aperta, datata 20 gennaio 2022, con la quale si poneva all’attenzione la precarietà di un bene culturale di pregio nella Chiesa del Rosario di Gela, pongo per la seconda volta all’attenzione dei responsabili delle Istituzioni, la salvaguardia dello stesso bene culturale, oggi maggiormente in fase avanzata di degrado, che si trova ubicato sulla cuspide della torre campanaria della chiesa. Si tratta di due pregiate coperture di piastrelle di maiolica colorate in giallo e verde ramino aderenti l’una all’altra, disposte a squama di pesce alternativamente a formare un motivo a V capovolta, impiantate su un letto di malta; il tutto, oltre ad essere un esempio unico e originale di uso di maioliche dell’ultima produzione ottocentesca di fabbriche siciliane, rappresenta il retaggio di un’arte laterizia che si perde nella notte dei tempi.

Quindi un esempio raro di una pregiata arte antica di notevole valore, un’impronta di un luogo e di una civiltà siciliana, che purtroppo da tempo si trova in uno stato di degrado, probabilmente per mancanza di finanziamenti per il suo restauro nonostante che l’ottocentesca torre campanaria da più di vent’anni sia stata provvista di un ponteggio a tale fine. Da sottolineare che già alla fine degli anni ’80, le piastrelle erano state segnalate per la loro rilevanza in un articolo presentato in occasione del XIX Convegno internazionale della ceramica di Albisola, centro ligure di primaria importanza per la Storia della Ceramica, dalla Prof.ssa Salvina Fiorilla, medievista a livello regionale. Pertanto, per la seconda volta si sollecitano gli organi competenti a intervenire sollecitamente prima che di questo complesso artistico rimanga solamente un ricordo fotografico. E in merito sempre alla chiesa del Rosario, stavolta al suo interno, con la presente si vuole cogliere l’occasione per avere contezza della fine fatta da un affresco o forse una tela dell’Ottocento, che si trovava sul soffitto della navata, quasi sopra l’altare maggiore, opera del pittore locale Filippo Casabene (restauratore presso la Galleria Borghese di Roma) che ritraeva l’”Annunciazione” e che completava assieme agli attuali “Gesù risuscita Lazzaro”, “Gesù e l’Adultera” e “Gesù nel tempio fra i Dottori”, la serie dei quattro dipinti della navata. La sparizione, si spera non definitiva, risale all’ultimo restauro avvenuto intorno al 2010 quando oltre all’interno della chiesa furono restaurati anche i suoi dipinti.

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Lo sfogo amaro di chi vede bruciare la natura

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Torna il caldo e ricominciare a bruciare la natura. È accaduto oggi nella zona industriale. E si torna a vedere il fuoco divampare in ogni dove. Arriva in redazione lo sfogo amaro di Emanuele Sacco.

“Sono amareggiato”.
Sono le parole del segretario del gruppo “Gela che cambia”, Emanuele Sacco dipendente di una ditta della zona industriale Nord 2. “Ogni anno, quando torna la bella stagione- dice Sacco – è sempre la solita storia: la campagna brucia per colpa di persone incoscienti e senza scrupoli si distrugge la natura gli animali e tutto il resto e a volte, come successo l’anno scorso, anche qualche capannone. Vengono chiamati i vigili del fuoco e si ritorna sempre agli ‘stessi giri e stessa corsa’ finché non ci scapperà il morto ed in questo caso, che speriamo non si verifichi, non sarà facile individuare i responsabili.


Quando chiedi l’ intervento dei vigili del fuoco e ti dicono cosa sta bruciando?
La natura…
La sensazione è non venga percepito come cosa importante; tanto noi uomini non abbiamo bisogno della natura…”

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La scomparsa di Rosario Lanzafame, cittadino attivo: il ricordo dei figli

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“Il 5 maggio scorso si è spento Rosario Lanzafame conosciutissimo commerciante gelese. Con lui va via un pezzo di storia di Gela che perde una grande persona rispettosa ma soprattutto un instancabile lavoratore come pochi.

Il suo mondo era il suo lavoro e la sua famiglia, chiunque lo abbia conosciuto sa che era molto attivo nell’ambito del bene comune e della cosa pubblica, più volte infatti ha denunciato disservizi che poi sono stati prontamente ripristinati.

Persona buona ma sopratutto onesta, anni e anni di attività non hanno minimamente scalfito l’onorabilità del suo lavoro, tante persone si ricorderanno di lui come una persona di animo buono e dal cuore grande”.

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