Mentre a livello nazionale infuria la querelle politica su nomine, accordi e poltrone sull’attività di governo, l’emergenza pandemica non fa che accentuare i problemi già esistenti. Dito puntato contro la scarsa – o nulla – attenzione che da Roma (ma non solo) viene riservata alle giovani generazioni, esempio di una cattiva abitudine a livello politico riscontrata negli anni anche a livello regionale e locale. Lo evidenzia Kevin Cafà, giovane gelese ideatore di “Politicose”, blog che si occupa di politica internazionale con ampi focus sull’eterna questione giovanile. «Nel Recovery plan – sottolinea Cafà, laureato in Politica internazionale e diplomazia all’università di Padova – si dedicano ampie risorse alla sanità, com’è giusto che sia, ma sui giovani non c’è nulla. In Francia sullo stesso tema hanno preparato un dossier di 160 pagine. Ecco perché dopo aver completato gli studi in tanti vanno via dall’Italia: abbiamo una classe politica che decide di considerare le giovani generazioni solo quando le servono i numeri per le elezioni».

Una presa di coscienza già radicata in tanti ragazzi e ragazze che hanno da tempo perso la fiducia verso la classe dirigente. «Il problema è proprio questo – sottolinea Kevin Cafà –, ma non si danno risposte adeguate. Un sistema politico e istituzionale serio mette i giovani al centro del proprio programma, perché è dal loro coinvolgimento e dal loro impegno che passa il rilancio di un territorio. Non bastano i voti per fare politica, serve un interesse concreto alle dinamiche che riguardano i cittadini e i giovani, in questo senso, devono essere una priorità». L’invito è a dare spazio a dibattiti efficaci in tema di politiche giovanili anche in città, nell’ottica di una tabella di marcia da costruire insieme per superare la crisi causata dalla pandemia.
(Nella foto Kevin Cafà, fondatore del blog “Politicose”)