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Lo Scrivo a Il Gazzettino di Gela

Quanto costa la solidarietà? Lettera aperta di un cittadino ‘reo’ di aver salvato un animale

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Quanto costa la solidarietà? Tanto. Ma non in termini di denaro, quanto in termini di nervi, di organizzazione della vita, di consapevolezza di altrettanta considerazione di ritorno. Sono un disabile di 43 anni, tutti mi conoscono anche perché ho un carattere combattivo. Vi voglio raccontare l’episodio che mi è capitato in queste settimane. Vivo a ridosso della via Cairoli. Qualche tempo fa, ho salvato un gattino che stava per essere aggredito da un pit-bull. L’ho tenuto con me qualche giorno ed il gatto si è affezionato. Purtroppo però non è abituato a vivere in casa con i problemi di natura igienica che ne derivano e che io non posso gestire vista la mia situazione. Io dipendo da altri e non tutti sono disponibili a gestire un problema in più. Va da sé che non posso più tenere il povero gatto che non se ne vuole andare. Da questo momento in poi è cominciato un vero e proprio calvario. Io non posso tenere il gatto ma vorrei affidarlo alle strutture specializzate. Ho chiamato, insieme alle persone che mi assistono, una serie lunghissima di associazioni di volontariato che si occupano di protezione degli animali. Bene, ho trovato tutte le porte chiuse.  Per non parlare delle telefonate che abbiamo fatto al sindaco ed agli assessori dei settori interessati. Niente! Ora mi chiedo: bello è farsi fare le interviste per presentare i progetti pro animale, ma dovrebbe essere altrettanto facile intervenire quando qualcuno chiede aiuto perché, come me, non può tenere un animale in casa e rischia l’isolamento o l’allarme igienico –sanitario. Alle interviste positive dovrebbe essere correlato un impegno concreto. E invece io sono stato lasciato solo. Come sempre. Per la ‘semplice colpa’ di avere salvato un gatto. Non è giusto… sono un cittadino anch’io e pago le tasse. Avrò diritto anch’io ad essere ascoltato e servito….

Nicolò Russello

si può adottare 377 3905699

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Facebook e l’utente perfetto

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Dallo psichiatra Franco Lauria, riceviamo e pubblichiamo

Il capitalismo della sorveglianza (fra cui Facebook) esclude la democrazia, la libertà, l’autonomia, l’individualità, la capacità critica.Non sopporta Nazioni, Leggi, Governi, partiti, Politica. Velocissimo, crea dipendenza, cattura mente e corpo, schiavizza gli utenti, crea un alveare artificioso e virtuale, estranea dal mondo reale. Nascosto, segreto, invisibile, potentissimo, ricchissimo vi scruta, vi ascolta, vi studia, vi traccia sempre e ovunque. Parole, foto, video, musica, tutto quello che pubblicate su Facebook gli appartiene. Ve lo succhia come un vampiro, lo assembla, ed infine costruisce un vostro profilo segreto (una pagina ombra) che voi non conoscete. E lo vende. A chi vuole. Tipo Amazon.Ed Amazon vi raggiunge in maniera mirata e sicura. E così si arricchiscono Facebook e Amazon e si fanno più forti e potenti E voi più deboli e fragili. E più poveri. Senza permesso, senza nessuna autorizzazione Facebook si impadronisce di tutto quello che pubblicate. Siete la fonte dei dati, i bigdate, indispensabile per il suo enorme, immenso business. Siete solo una fonte di dati comportamentali. Facebook applica i principi comportamentisti di Skinner che grazie a software, app e algoritmi trasforma voi da essere umani che pensano e si emozionano a organismi che vivono d’istinto. Come le api, come le formiche, l’essere umano viene ridotto a semplice animale. Niente pensiero autonomo, niente libero arbitrio, niente dubbio. Tutto è anticipato con certezza. Tutto deve essere certo, zero fiducia. Facebook è Prometeo, voi siete Epimeteo. Con il suo like, il suo condividi, con le sue faccine, con i suoi emotion, con i suoi link Facebook vi induce a essere e divenire l’utente perfetto. Il dipendente perfetto. Il consumatore perfetto: un essere che rinuncia a sé stesso, alla propria individualità, alla propria capacità critica, alla propria identità. Colliquato nell’alveare. Vi costruisce lui ogni giorno secondo la propria convenienza. E vi tiene incollati, bloccati, prigionieri per succhiarvi il sangue. Voi siete quello che lui vuole che voi siate.

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Perché la gente va verso la Destra

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Dallo psichiatra Franco Lauria, riceviamo e pubblichiamo

A che serve la politica? La politica conta sempre meno.Costretta all’interno di una rigida cornice fatta di Usa, Ue, Nato, Euro, Oms, neoliberismo, capitalista, globalismo, guerra.Il capitalismo tecnico-digitale della sorveglianza globale (Apple, Microsoft, Google, Amazon, Facebook) detta le regole. La politica le subisce, arranca e si adegua. Tutti i politici accettano e si allineano in questa cornice. In questo senso non c’è nè destra nè sinistra. La politica non pensa, non promuove, non ipotizza una nuova progettualità esistenziale. Ratifica quanto le viene proposto-imposto dal capitalismo tecnico-bancario. Una posizione subalterna e secondaria. I politici attuali sono intellettualmente mediocri, pronti ad ogni compromesso pur di rimanere al potere. E rappresentare una nuova classe media parassitaria, al servizio del potere economico. Mentre la gente si impoverisce sempre più economicamente. La gente lo capisce, lo percepisce, lo intuisce. E non li ama, nè li stima. Al massimo li usa. E entrambi si usano, a vicenda. Passa la convinzione che la politica sia una cosa inutile, sporca, parassitaria,fatta di gente che non studia e non lavora. E che pensa solo ai propri interessi. Un’industria del denaro e del potere riservata a loro stessi, ai parenti e agli amici. Una casta parassitaria. Un quadro desolante. Non è più la politica auspicata da Platone. La gente si allontana, non va a votare.I politici hanno abbandonato la questione socio-economica a favore dei diritti civili. L’individualismo psichico sulla scorta della frantumazione e della suddivisione dei modi della produzione in serie ha liquefatto i vincoli comunitari. Ed ognuno si organizza in proprio, nel privato. Aspettando tempi migliori. In questo clima di delusione, smarrimento, confusione, la gente va alla ricerca di certezze, di chiarezza, di regole. Deve combattere l’ansia, la delusione, la depressione. Non può rassegnarsi all’inevitabile. Intravede un mondo tradizionale, semplice, romantico, poetico che un tempo è esistito e che è stato rubato. È una esigenza psichica molto forte.La destra meglio della sinistra ha intercettato questa domanda. Questo sta succedendo un pò in tutto il mondo capitalista. La sinistra sembra un pugile suonato.nMessa all’angolo, parolaia, confusionaria, litigiosa. Non è quello che la gente cerca e vuole.E se ne allontana.La destra se ne avvantaggia. Il capitalismo tecnico -bancario intanto galoppa verso un nuovo mondo.E tutti siamo ciechi. Dove ci porterà?

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Ruvio: la buona sanità che cura l’anima e il corpo

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Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Antonio Ruvio, sulla sua esperienza in ospedale

“Il presidio Ospedaliero Vittorio Emanuele di Gela da tempo vive un malessere generale dovuto a vari aspetti come il depotenziamento di alcuni reparti e dell’organico, mal gestione del pronto soccorso e tante altre criticità che da anni tormentano i cittadini gelesi  e che rimangono come me ignari ed impauriti sul futuro   dell’azienda ospedaliera.

Ma seppur le varie criticità attanagliano tutti noi, tempo fa per gravi problemi di salute ho dovuto iniziare una fase di visite, controlli ,cure e terapie che mi hanno permesso di conoscere medici ed infermieri dalle straordinarie competenze ed eccezionale cuore. In quel momento ho avuto la dimostrazione che non è vero che non abbiamo bravi medici o che l’ospedale è fatiscente ecc.

Io ho trovato il reparto di Nefrologia e Dialisi una struttura ricca di potenziale organico, rispettosa dei servizi e della corretta gestione. Per questo a   tutto il reparto di Nefrologia e Dialisi di Gela ,ai Dottori Costanza, Drago, Tumino  voglio esprimere il mio immenso GRAZIE! Ho vissuto un periodo veramente buio, ma da voi ho ricevuto incoraggiamento e affetto, sempre accoglienti, disponibili e solerti, di una professionalità unica.  Continuate così, sempre con tanto amore, anche tra le varie difficoltà che le istituzioni vi pongono. Il mio  grazie di cuore a tutto il reparto, a tutto lo staff. Sono stati tutti perfetti dal punto di vista professionale ed umano.

Questa è la buona sanità che dobbiamo valorizzare e che necessita avere il nostro Ospedale. Mi appello ai politici ed ai politicanti del futuro nel ribadire che dobbiamo puntare a preservare quello che già abbiamo migliorandolo con tutte le dovute accortezze del caso e non a continuare con i classici slogan “costruiremo un nuovo ospedale” ecc solo perche siamo vicini alle prossime elezioni. L’ospedale Vittorio Emanuele e i servizi della medicina del territorio non possono tornare al centro dell’attività amministrativa solo in questo momento ma deve essere sempre attenta e non solo per criticare ma soprattutto per valorizzare ciò che già di buono abbiamo”.

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Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
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