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Cucina

Situazione di petto

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Dovete sapere che un bravo Chef, se è veramente bravo, può utilizzare la sua arte culinaria come strumento di conquista amorosa.

Una volta mi è capitato di subire le moine di una ragazza prosperosa che, forse affascinata dalla bellezza del mio mestiere, mi sfidò dicendo “scommetto che non ci riusciresti a conquistarmi con un piatto”.

Sarà per colpa del mio orgoglio, sarà perché mi piacciono le sfide, sarà più banalmente perché mi piacciono le donne prosperose,accettaila sfida prendendo di petto la situazione. Presi di petto la situazione nel vero senso della parola, cioè, fuor di metafora, decisi di cucinarle un petto d’anatra.

L’anatra ha una carne rossa, dunque molto più simile alla carne del vitello che alla carne del pollo, per intenderci. E va trattata come tutte le carni rosse, cioè con delle cotture che mantengano succoso e rosato (per non dire proprio al sangue) il pregiato petto. Il suo sapore è particolare, un po’ ferroso e un po’ dolciastro, con un retrogusto leggermente selvatico che personalmente adoro.

Il petto d’anatra va trattato con una serie di puntuali accorgimenti, bisogna incidere la pelle e il grasso senza intaccare la carne, partire da una cottura in padella proprio dal lato della pelle per far sciogliere lo spesso strato di grasso sottocutaneo in modo da cuocere il pezzo di carne nel suo stesso grasso. Una volta che il lato della pelle risulta ben abbrustolito, dopo aver aggiunto aglio ed erbe aromatiche come il timo o il rosmarino (o entrambi se preferite), si passa ad una rapida scottatura dell’altro lato del petto, e dopo aver aggiustato di sale e di pepe si va in forno per pochi minuti per completare la cottura. Prima di infornare avevo deciso di laccare il mio petto d’anatra con del miele di timo e del succo d’arancia, in ricordo di un grande classico (l’anatra all’arancia per l’appunto).

Accompagnai il petto d’anatra con delle semplici quenelle di patata e del pregiato tartufo nero grattugiato in modo molto fine, un tocco finale di grande eleganza.

Il piatto è stato un gran successo. Prendere di petto la situazione ha funzionato.

Chef Totò Catania

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Lo chef Totò Catania propone: l’uovo del maestro

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Uno dei personaggi di cucina che più mi ha ispirato è stato il maestro Fabio Picchi, leggenda della cucina fiorentina e chef del Cibreo che ci ha lasciati qualche tempo fa.

Mi ha sempre appassionato il suo modo istrionico di raccontare le ricette, facendoti venire l’acquolina in bocca. Oggi voglio omaggiarlo con un suo piatto semplice e veloce ma dalla goduria catartica. In un tegamino lasciate fondere una generosa noce di burro ed un giro di olio di quello buono assieme ad uno spicchio di aglio schiacciato.

Lasciate insaporire il grasso con l’aglio, a questo punto eliminate l’aglio e fate affrittellare due uova freschissime. Un pizzico di sale, uno di pepe nero, uno di peperoncino, uno di curcuma ed uno di noce moscata. Completate con una manciata di parmigiano reggiano grattugiato che lascerete fondere dolcemente avendo cura di lasciare i tuorli ancora liquidi. Tuffatevi in questa magica alchimia armati di buon pane casereccio. Ciao Maestro, ti voglio bene.

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Lo chef Totò Catania propone: Vitello tonnato

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D’estate preferiamo generalmente i piatti freddi e come non pensare ad un grande classico come il vitello tonnato. Ci sono diversi modi per realizzarlo, oggi cucineremo la versione più semplice senza troppi sbattimenti.

Procuratevi un bel pezzo di magatello di vitello intero e tuffatelo in un brodo bollente che contiene cipolla, sedano, carote, alloro e una spruzzata di vino bianco. Inserite una sonda al cuore del vitello e impostatela a 62 gradi, non appena suonerà il vitello sarà pronto e dovrà semplicemente essere raffreddato dopo averlo tolto dalla pentola. Una volta freddo va affettato sottilmente con un buon coltello o meglio ancora con l’ausilio di un’affettatrice.

Per la salsa tonnata vi serviranno tre uova sode, due scatolette di tonno sott’olio di buona qualità, una manciata di capperi dissalati, qualche acciughina sott’olio, un po’ di olio evo e un po’ del brodo di cottura del vitello, non serve sale. Frullate il tutto per benino e il gioco è fatto, avrete la vostra saporitissima salsa con la quale condire il vitello. Potete conservare il tutto tranquillamente in frigo per un paio di giorni. Ma non credo che durerà così a lungo…

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Lo chef Totò Catania propone: Tartare di tonno e tzatziki di ravanello

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A proposito di piattini estivi facciamo una bella tartare col tonno nel suo periodo migliore. Come tutto il pesce che si mangia crudo, il tonno va preventivamente abbattuto per almeno 96 ore, come vuole la normativa, quindi decongelato e consumato subito. Con un buon coltello facciamo un bel battuto di tonno che condiremo semplicemente con sale, pepe nero e olio evo.

Con l’ausilio di un mixer ad immersione frulliamo dei ravanelli a pezzetti, dello yogurt greco, della menta, un non nulla di aglio, una punta di senape, un filo d’olio evo, un cucchiaino d’aceto e del sale per ottenere una salsa “inedita” ispirata allo tzatziki greco e rivisitata con il ravanello a posto del cetriolo.

Se gradite il piccante potete aggiungere alla salsa qualche goccia di tabasco. Per decorare il piatto realizzate qualche rondella sottile di ravanello. Non ci resta che impiattare, con l’aiuto di un coppapasta diamo una forma a mezzaluna alla nostra tartare, condiamo con qualche goccia di salsa al ravanello e decoriamo con qualche rondella di ravanello. Impatto estetico esagerato, bontà assicurata.

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