Seguici su:

Cronaca

Crediti edilizi, il governo attacca imprese e cittadini. Il PD pronto a difenderli

Pubblicato

il

La nuova compagine provinciale che rappresenta il Partito Democratico , pronta a fare strenua opposizione. Il tema e’ quello dei crediti edilizi che sta tenendo banco a livello locale e nazionale. “Quanto accaduto lo scorso 16 febbraio – dicono il segretario e presidente del Pd provinciale R3nzo Bufalino e Massimo Arena- è ormai cosa nota a tutti. A partire dal giorno successivo (quello di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DL 16 febbraio 2023, n. 11) non è più concessa alcuna forma di utilizzo diverso dei bonus fiscali dalla detrazione diretta delle spese sostenute. In estrema sintesi, sono state cancellate le opportunità di cessione del credito e di sconto in fattura maturate a seguito di interventi edilizi, impiantistici e accessori.

Si badi bene, la vittima in questione non porta solamente il nome di “Superbonus 110”. Sarebbe stato un tonfo troppo modesto per l’attuale governo, che invece preferisce esagerare e presentarsi al cospetto dell’intero indotto edilizio armato fino ai denti. La metafora potrebbe risultare spropositata, ma quando in una sola notte vengono cancellati con un colpo di spugna tutti i bonus attualmente in vigore, senza nessun preavviso, il peso delle parole scelte comincia ad assumere la giusta dimensione.

Lungi dal voler in questa sede addentrarci nella cronistoria dettagliata della normativa di riferimento, ci sembra comunque doveroso accennare alcuni passaggi per mettere meglio a fuoco la situazione odierna.

L’articolo 121 del decreto rilancio (34/2020) ha permesso ai soggetti che sostengono spese per interventi ammessi, la possibilità di optare, in luogo dell’utilizzo diretto della detrazione, per un contributo sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, fino a un importo massimo pari al corrispettivo stesso, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi (cd. sconto in fattura).  Tale meccanismo, visto dal lato committente/cittadino, ha prodotto due immediati vantaggi: il primo è quello della liquidità necessaria per sostenere i lavori, sensibilmente ridotta in base alla percentuale di sconto in fattura legata alla tipologia di intervento. Il secondo è quello dell’ampliamento della platea degli aventi diritto: non essendo quello del recupero (in parte o in toto) della spesa sostenuta un tema legato alla propria capienza fiscale, lo status economico non era più una discriminante per la piena fruizione dei bonus.

Sicuramente il sistema ha espresso delle criticità e delle distorsioni che nell’arco di due anni sono state spesso affrontate dal governo Conte II e dal governo Draghi con poca incisività.

A titolo di esempio possono essere citate: la non tracciabilità dei crediti e delle varie cessioni (solo in un secondo momento limitate e affidate in parte a soggetti specializzati come istituti bancari e assicurazioni), il ruolo assolutamente passivo dello Stato di fronte ad una situazione speculativa sulle forniture (in cui il caso italiano è stato soltanto un aggravio di una già difficile e instabile situazione mondiale), l’incapacità di limitare la spirale al rialzo dei tassi di interesse applicati all’acquisto dei crediti, il paradosso di permettere interventi di efficientamento energetico su edifici con una precaria condizione strutturale ecc.

Se da un lato però è doveroso sottolineare gli aspetti che non hanno funzionato, dall’altro è necessario marcare alcuni dei risultati raggiunti. Il più eclatante è sicuramente quello del PIL: +6,7% nel 2021, +3,9% nel 2022 (dati Istat). Il dato aggregato del biennio pone l’Italia ai vertici dei Paesi Europei e a livelli pre-pandemia. Oltre a questo aspetto, ve ne sono altri più difficilmente misurabili ma sicuramente di grande impatto: innanzitutto la necessità di dimostrare la spesa ottenuta con la presentazione delle relative fatture ha certamente ridotto il volume dell’evasione fiscale nell’indotto dell’edilizia. Lo stesso indotto, oltre che dai grandi imprenditori che hanno visto sicuramente aumentare i propri fatturati, è formato da una miriade di operai, dipendenti, installatori, piccoli fornitori, professionisti e collaboratori vari facenti parte del ceto medio, con una importante propensione al consumo. È facile quindi immaginare un considerevole ritorno della spesa sostenuta dallo stato sotto forma di maggiori entrate di imposte grazie ad un effetto espansivo del meccanismo. Proprio per questo motivo, nonostante l’obbiettiva difficoltà di effettuare una stima precisa, sembra molto più realistica la cifra fornita da Giuseppe Conte (spesa di 88 € / cittadino) rispetto a quella di Giorgia Meloni (spesa di 2000 € / cittadino).

Al di là delle sterili battaglie più mediatiche che politiche sui numeri, è innegabile che dietro a percentuali, decreti legge e asseverazioni vi è un mondo di lavoratori a vario titolo che è stato messo in ginocchio dallo scellerato agire del governo Meloni. Tantissime imprese hanno effettuato investimenti e acquisti pianificando con largo anticipo i mesi a venire, tantissimi professionisti si ritroveranno con progetti in fase di ultimazione che non verranno mai pagati col blocco dei lavori, tantissimi lavoratori vedranno sempre più concreto lo spettro del licenziamento causato da un improvviso crollo del volume d’affari dell’azienda di cui fanno parte.

Alla fine di questa triste storia sembrano essersi delineati con sempre maggiore chiarezza vittime e carnefici. A questo punto manca solo il movente. Perché questo governo non ci ha ancora fatto capire la direzione economica che vuole intraprendere (forse la flat tax continuando a togliere ai deboli per dare ai ricchi?).

 Qualcuno potrà obiettare dicendo che non c’è nessun delitto, perché i bonus esistono ancora sotto forma di detrazione, facendo finta di non sapere che senza la possibilità dello sconto in fattura, soltanto una piccola percentuale di cittadini potrà permettersi di sostenere le spese necessarie e avere la capacità fiscale per detrarle in pochi anni.

A prescindere dalle motivazioni, e dalle ipotesi la cui validità potrà essere verificata soltanto nei mesi a venire, quello che risulta inaccettabile da un punto di vista economico, politico e morale, è l’assoluto disprezzo dimostrato nei confronti del lavoro e dei bisogni di milioni di cittadini. Uno stato democratico non può permettersi il lusso di cambiare le carte in tavola, quando il gioco è entrato nel vivo già da un pezzo. Se dio non gioca a dadi con l’universo, non vediamo il motivo per cui lo stato italiano possa permettersi di farlo coi cittadini. Utilizzando tra l’altro dei dadi truccati.

Ed è ancora più assurdo che oggi si discuta, dopo aver approvato un provvedimento governativo, di quali possano essere le possibili soluzioni per i “crediti incagliati”, ammettendo di aver creato un enorme danno. Le soluzioni andrebbero cercate prima e non dopo.

Dal nostro canto grazie al lavoro dei parlamentari nazionali porteremo avanti la battaglia politica per contrastare la conversione in legge del decreto e trovare soluzioni efficaci per imprese e cittadini, perché il governo Meloni ha dimostrato in pochi mesi di non essere affidabile”.

clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cronaca

Frodi su crediti di imposta: sequestrati 700 mila euro

Pubblicato

il

RAGUSA – I finanzieri del Comando Provinciale di Ragusa, nell’ambito delle attività volte alla tutela del bilancio dello Stato e dell’Unione europea, a seguito di indagini delegate dalla locale Procura della Repubblica, hanno deferito il legale rappresentante di una società di Comiso, operante nel settore dei trasporti e della logistica, per aver indebitamente fruito di crediti d’imposta finanziati con risorse destinate agli investimenti nel Mezzogiorno e al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per un ammontare complessivo di oltre 704.000 euro, di cui circa 490.000 già portati illecitamente in compensazione.


I militari della Compagnia di Vittoria hanno appurato che, nel periodo compreso tra il 2017 e il 2023, la società ha comunicato all’Agenzia delle Entrate una serie di investimenti in beni strumentali, al fine di ottenere agevolazioni fiscali, in violazione di quanto previsto dalla specifica normativa, in quanto il settore in cui l’azienda opera è escluso dal beneficio e i beni acquistati sono risultati usati anziché nuovi. Inoltre, in taluni casi, sono stati presentati meri preventivi, ai quali non è susseguito il reale acquisto del bene, che hanno comunque contribuito ad aumentare l’ammontare del credito indebitamente maturato.


Alla luce degli elementi raccolti, i finanzieri hanno deferito il legale rappresentante all’Autorità giudiziaria per i reati di cui agli articoli 316-ter del codice penale (Indebita percezione di erogazioni pubbliche) e 10-quater del decreto legislativo n. 74/2000 (Indebita compensazione), richiedendo le
relative misure ablative.
Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Ragusa, a seguito della richiesta avanzata dalla locale Procura della Repubblica, ha emesso un decreto di sequestro preventivo, anche per equivalente, pari alla somma indebitamente compensata, quantificata in oltre 490.000.
La Compagnia di Vittoria ha eseguito il provvedimento il 29 maggio, procedendo al
sequestro conti correnti, beni immobili e terreni nonché al blocco, tramite l’apposita procedura di sospensione degli F24 dell’Agenzia delle Entrate, del rimanente credito pari a oltre 200.000 euro.
Per il principio di presunzione di innocenza, la responsabilità dell’indagato sarà definitivamente accertata solo nel caso in cui intervenga una sentenza irrevocabile di condanna.
L’operazione conclusa conferma il ruolo della Guardia di Finanza a tutela della corretta attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e a garanzia del corretto utilizzo delle risorse pubbliche stanziate per sostenere famiglie e imprese oneste.

Continua a leggere

Cronaca

Cade un albero a Caposoprano

Pubblicato

il

Nella città dell’abbandono che pure rappresenta l’oggetto di interesse da parte di tanti aspiranti della politica, è accaduto ancora.

Un grande ramo di un vecchio albero è caduto in strada invadendo la corsia di Via degli Appennini, luogo molto frequentato in quanto vicino al Polo scolastico e ad un sindacato.

In questo come in tanti altri registrati dalla cronaca, la mancata manutenzione crea il pericolo.

Continua a leggere

Cronaca

Stanati i ladri della gioielleria

Pubblicato

il

Comiso – I carabinieri di Comiso, a seguito un’indagine condotta attraverso la visione di filmati di sorveglianza, sono riusciti a risalire all’identità di due persone autori del furto consumato la notte dell’11 maggio a danno di una gioielleria di Comiso, più una terza persona che ne aveva occultato la refurtiva.


Dopo il furto, il proprietario della gioielleria aveva formalizzato la denuncia e consegnato i filmati di sorveglianza del proprio esercizio commerciale, quindi i Carabinieri, dopo aver visionato detti filmati, hanno ampliato l’area delle investigazioni acquisendo ulteriori filmati di videocamere insistenti nelle vie limitrofe l’evento riuscendo ad individuare un’abitazione sospetta.


I Carabinieri hanno così proceduto ad un controllo dell’abitazione dove veniva identificata P.C., donna vittoriese di 35 anni, rinvenendo occultata parte della refurtiva con ancora allegati i cartellini dei prezzi. Per quanto emerso, avuto positivo riscontro dall’attività, hanno successivamente effettuato ulteriori controlli domiciliari presso le abitazioni di altri due uomini individuati quali autori, in particolare P.G. e A.G., entrambi vittoriesi rispettivamente di 61 e 41 anni.

Gli accertamenti condotti hanno permesso di rinvenire ulteriore refurtiva e capi di abbigliamento compatibili con quelli indossati dagli autori del furto in gioielleria.
I militari hanno quindi sottoposto a sequestro i capi di abbigliamento e la refurtiva, in attesa di essere riconosciuta dal legittimo proprietario, nonché sottoposto le tre persone alle procedure di identificazione per poi deferire in stato di libertà i due uomini per furto aggravato alla gioielleria e la donna per ricettazione dei gioielli.

Continua a leggere

Più letti

Direttore Responsabile: Giuseppe D'Onchia
Testata giornalistica: G. R. EXPRESS - Tribunale di Gela n° 188 / 2018 R.G.V.G.
Publiedit di Mangione & C. Sas - P.iva: 01492930852